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Area Amministrativa Fiscale e Tributaria
Fisco, Detrazioni e Tasse
15,5 milioni di pensionati hanno ricevuto un CU sbagliato nel 2020.
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<blockquote data-quote="User_29045" data-source="post: 404084"><p>[URL unfurl="true"]https://www.italiaoggi.it/news/pensionati-dichiarazione-dei-redditi-da-rifare-2498220[/URL]</p><p></p><p>Pensionati, disoccupati e cassintegrati costretti dall'Inps a rifare la dichiarazione dei redditi. L'istituto, infatti, sta inviando una nuova «Certificazione Unica 2020» che, precisa la lettera che l'accompagna, «annulla e sostituisce quella precedente» (…), perché «le somme certificate non corrispondono a quelle effettivamente erogate o trattenute nel 2019». Il cittadino che riceve la nuova CU/2020 non può fare altro che ripresentare la dichiarazione dei redditi, peraltro con il «ravvedimento» poiché i termini sono scaduti, per evitare il rischio di trovarsi tra qualche anno in accertamento fiscale. Anche di questo avverte la lettera di accompagnamento: «Ci scusiamo per l'eventuale» (eventuale?) «disagio arrecato, ma ciò le permetterà di presentare la dichiarazione dei redditi sulla base di una Certificazione Unica corretta». Altri rimedi non ci sono. E non sono esentati quanti, affidandosi alle rassicuranti avance del Fisco, si sono avvalsi della dichiarazione dei redditi precompilata: pure questa è sbagliata. Lo spiega ancora la lettera d'accompagnamento: «qualora intenda avvalersi della dichiarazione precompilata fornita dall'Agenzia delle Entrate, dovrà, ove necessario, modificarne il contenuto sulla base della Certificazione Unica rettificata».</p><p></p><p>Pochi o tanti? Non è noto a quanti è stata spedita la lettera dell'Inps o lo sarà nei prossimi giorni. Certo è che l'allerta suscitata nei primi destinatari ha procurato altrettanto allarme nei professionisti, nei consulenti, patronati e Caf, i primi a dover fronteggiare le perplessità dei cittadini e a trovare il rimedio per metterli al riparo dalle contestazioni del Fisco e da altre conseguenza (si pensi, ad esempio, all'Isee aggiornato). Il bacino di potenziali destinatari è di circa 19 milioni di italiani, tra pensionati (15,5 mln) e percettori di altri prestazioni, quali cassa integrazione o indennità di disoccupazione (3,5 mln). L'Inps è altamente specializzato, specie sulla telematica, e questo fa temere che<span style="color: rgb(147, 101, 184)"><strong><u> si sia trattato di errore di programma (cioè non compiuto direttamente da mani d'uomo)</u></strong></span>, con la preoccupante ipotesi che possa essere alto il numero di cittadini coinvolti.</p><p></p><p>Che tipo di errore? Anche il tipo di errore non è noto, né precisato nella lettera di accompagnamento e può essere capito solo dal confronto tra le due CU/2020 (nuova e vecchia). L'Inps si limita a informare che la «rettifica si è resa necessaria per integrare, sostituire o correggere i dati della precedente Certificazione Unica, nella quale le somme certificate non corrispondevano a quelle effettivamente erogate o trattenute dall'Inps nel 2019». Pertanto, può trattarsi di variazioni che riguardano o il reddito o le ritenute: in ogni caso, il cittadino deve rivedere ed eventualmente rifare la dichiarazione dei redditi per scongiurare conseguenze peggiori (accertamenti fiscali).</p><p></p><p>Costa rimediare. I termini ordinari per presentare la dichiarazione dei redditi sono scaduti (fino a ieri <em><strong>[l'articolo è datato 11 Dicembre 2020, n.d.r.]</strong></em> si poteva presentare il modello Redditi); pertanto, resta la possibilità della «dichiarazione tardiva» o di quella «omessa», a seconda che la presentazione avvenga, rispettivamente, entro o oltre 90 giorni dalla scadenza ordinaria (entro oppure oltre il 10 marzo 2021). Nel primo caso, si tratta del ravvedimento operoso, che prevede il pagamento della sanzione ridotta pari a 25 euro (in assenza di debito d'imposta). Se oltre alla tardività c'è anche un carente o tardivo versamento delle tasse, va versata anche la sanzione per omesso versamento.<span style="color: rgb(226, 80, 65)"><strong> Insomma ha sbagliato l'Inps, ma a pagarla saranno i cittadini.</strong> </span></p><p></p><p><span style="color: rgb(147, 101, 184)"><strong><em>Ho evidenziato la parte in viola perché è davvero comica. Chi li fa, i programmi? Chi li testa prima di metterli in esercizio? </em></strong></span></p><p><span style="color: rgb(226, 80, 65)"><strong><em>La parte in rosso invece è da scandalo, da rivolta popolare. Neanche della precompilata ci si può più fidare.</em></strong></span></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="User_29045, post: 404084"] [URL unfurl="true"]https://www.italiaoggi.it/news/pensionati-dichiarazione-dei-redditi-da-rifare-2498220[/URL] Pensionati, disoccupati e cassintegrati costretti dall'Inps a rifare la dichiarazione dei redditi. L'istituto, infatti, sta inviando una nuova «Certificazione Unica 2020» che, precisa la lettera che l'accompagna, «annulla e sostituisce quella precedente» (…), perché «le somme certificate non corrispondono a quelle effettivamente erogate o trattenute nel 2019». Il cittadino che riceve la nuova CU/2020 non può fare altro che ripresentare la dichiarazione dei redditi, peraltro con il «ravvedimento» poiché i termini sono scaduti, per evitare il rischio di trovarsi tra qualche anno in accertamento fiscale. Anche di questo avverte la lettera di accompagnamento: «Ci scusiamo per l'eventuale» (eventuale?) «disagio arrecato, ma ciò le permetterà di presentare la dichiarazione dei redditi sulla base di una Certificazione Unica corretta». Altri rimedi non ci sono. E non sono esentati quanti, affidandosi alle rassicuranti avance del Fisco, si sono avvalsi della dichiarazione dei redditi precompilata: pure questa è sbagliata. Lo spiega ancora la lettera d'accompagnamento: «qualora intenda avvalersi della dichiarazione precompilata fornita dall'Agenzia delle Entrate, dovrà, ove necessario, modificarne il contenuto sulla base della Certificazione Unica rettificata». Pochi o tanti? Non è noto a quanti è stata spedita la lettera dell'Inps o lo sarà nei prossimi giorni. Certo è che l'allerta suscitata nei primi destinatari ha procurato altrettanto allarme nei professionisti, nei consulenti, patronati e Caf, i primi a dover fronteggiare le perplessità dei cittadini e a trovare il rimedio per metterli al riparo dalle contestazioni del Fisco e da altre conseguenza (si pensi, ad esempio, all'Isee aggiornato). Il bacino di potenziali destinatari è di circa 19 milioni di italiani, tra pensionati (15,5 mln) e percettori di altri prestazioni, quali cassa integrazione o indennità di disoccupazione (3,5 mln). L'Inps è altamente specializzato, specie sulla telematica, e questo fa temere che[COLOR=rgb(147, 101, 184)][B][U] si sia trattato di errore di programma (cioè non compiuto direttamente da mani d'uomo)[/U][/B][/COLOR], con la preoccupante ipotesi che possa essere alto il numero di cittadini coinvolti. Che tipo di errore? Anche il tipo di errore non è noto, né precisato nella lettera di accompagnamento e può essere capito solo dal confronto tra le due CU/2020 (nuova e vecchia). L'Inps si limita a informare che la «rettifica si è resa necessaria per integrare, sostituire o correggere i dati della precedente Certificazione Unica, nella quale le somme certificate non corrispondevano a quelle effettivamente erogate o trattenute dall'Inps nel 2019». Pertanto, può trattarsi di variazioni che riguardano o il reddito o le ritenute: in ogni caso, il cittadino deve rivedere ed eventualmente rifare la dichiarazione dei redditi per scongiurare conseguenze peggiori (accertamenti fiscali). Costa rimediare. I termini ordinari per presentare la dichiarazione dei redditi sono scaduti (fino a ieri [I][B][l'articolo è datato 11 Dicembre 2020, n.d.r.][/B][/I] si poteva presentare il modello Redditi); pertanto, resta la possibilità della «dichiarazione tardiva» o di quella «omessa», a seconda che la presentazione avvenga, rispettivamente, entro o oltre 90 giorni dalla scadenza ordinaria (entro oppure oltre il 10 marzo 2021). Nel primo caso, si tratta del ravvedimento operoso, che prevede il pagamento della sanzione ridotta pari a 25 euro (in assenza di debito d'imposta). Se oltre alla tardività c'è anche un carente o tardivo versamento delle tasse, va versata anche la sanzione per omesso versamento.[COLOR=rgb(226, 80, 65)][B] Insomma ha sbagliato l'Inps, ma a pagarla saranno i cittadini.[/B] [/COLOR] [COLOR=rgb(147, 101, 184)][B][I]Ho evidenziato la parte in viola perché è davvero comica. Chi li fa, i programmi? Chi li testa prima di metterli in esercizio? [/I][/B][/COLOR] [COLOR=rgb(226, 80, 65)][B][I]La parte in rosso invece è da scandalo, da rivolta popolare. Neanche della precompilata ci si può più fidare.[/I][/B][/COLOR] [/QUOTE]
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