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Locazione, Affitto e Sfratto
Affitto cointestato, recesso di uno dei titolari, mobili dell'appartamento.
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<blockquote data-quote="marla2015" data-source="post: 242030" data-attributes="member: 47540"><p>Buongiorno, mi trovo in questa situazione stressante su cui da giorni mi lambicco il cervello. Cerco di riassumere brevemente. Ad inizio anno una mia amica mi ha proposto di cercare casa insieme e dividere l'affitto (siamo entrambe lavoratrici fuori sede). Io vivevo in un appartamento con altre due persone, già ammobiliato, lei aveva appena inviato la disdetta dell'affitto dall'appartamento in cui viveva da sola e che si era arredato. Ho accettato la proposta che consisteva nel cercare un appartamento per due, non arredato, poiché suo interesse era portarsi dietro i mobili di sua proprietà, compresa la cucina con gli elettrodomestici e la lavatrice che ha dichiarato di voler mettere a disposizione della casa, dividendo l'affitto e le spese. Io mi sono trovata d'accordo anche se ciò avrebbe significato per me acquistare i mobili per la mia stanza e per il soggiorno. L'affitto è stato sottoscritto a luglio. Da qualche giorno, 26 novembre u.s, la mia coinquilina ha inviato la raccomandata comunicando il suo recesso da esercitare entro 6 mesi. Mi sono documentata un po' e mi pare di capire che la linea interpretativa prevalente è orientata a prevedere che se volessi restare in quella casa dovrei pagare l'intera cifra dell'affitto. Mi confermate che questa è la corretta interpretazione? o il recesso sottoscritto da uno solo dei titolari non è valido, come pure ho letto tra le possibili interpretazioni? Il secondo aspetto riguarda i mobili. Sono certa che la mia ormai quasi ex coinquilina vorrà portarsi via i suoi mobili, con ciò procurandomi un ulteriore danno, visto che oltre all'affitto per intero, dovrei sobbarcarmi l'acquisto di una cucina completa e della lavatrice. E pensare che la casa non arredata l'abbiamo presa per le sue esigenze, fosse stato per me avrei preso una casa con l'arredamento incluso nell'affitto. Preciso peraltro che la casa, quando l'abbiamo vista, era provvista di alcuni pezzi della cucina (c'erano il frigorifero e il lavello) e che è stata espressa richiesta della mia coinquilina far rimuovere tutto dalla proprietaria per fare spazio alle sue cose. Ho parlato con la proprietaria che mi ha confermato di aver pagato un rigattiere a questo scopo e che quanto è stato tolto allora non è più nella sua disponibilità. C'è un modo per limitare il mio danno? Qualora volessi tenere l'appartamento facendomi carico dell'affitto per intero, potrei pretendere che la mia coinquilina provveda a lasciare almeno la cucina o a rimborsare i costi per l'acquisto di un'altra cucina? Potrei chiedere di avere almeno quell'arredo che è stato tolto per fare spazio al suo (purtroppo in ciò il contratto d'affitto non aiuto, perché precisa che lo stato della casa è "non arredata"). Attendo, con speranza di trovare il bandolo della matassa, qualche suggerimento utile. Grazie mille.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="marla2015, post: 242030, member: 47540"] Buongiorno, mi trovo in questa situazione stressante su cui da giorni mi lambicco il cervello. Cerco di riassumere brevemente. Ad inizio anno una mia amica mi ha proposto di cercare casa insieme e dividere l'affitto (siamo entrambe lavoratrici fuori sede). Io vivevo in un appartamento con altre due persone, già ammobiliato, lei aveva appena inviato la disdetta dell'affitto dall'appartamento in cui viveva da sola e che si era arredato. Ho accettato la proposta che consisteva nel cercare un appartamento per due, non arredato, poiché suo interesse era portarsi dietro i mobili di sua proprietà, compresa la cucina con gli elettrodomestici e la lavatrice che ha dichiarato di voler mettere a disposizione della casa, dividendo l'affitto e le spese. Io mi sono trovata d'accordo anche se ciò avrebbe significato per me acquistare i mobili per la mia stanza e per il soggiorno. L'affitto è stato sottoscritto a luglio. Da qualche giorno, 26 novembre u.s, la mia coinquilina ha inviato la raccomandata comunicando il suo recesso da esercitare entro 6 mesi. Mi sono documentata un po' e mi pare di capire che la linea interpretativa prevalente è orientata a prevedere che se volessi restare in quella casa dovrei pagare l'intera cifra dell'affitto. Mi confermate che questa è la corretta interpretazione? o il recesso sottoscritto da uno solo dei titolari non è valido, come pure ho letto tra le possibili interpretazioni? Il secondo aspetto riguarda i mobili. Sono certa che la mia ormai quasi ex coinquilina vorrà portarsi via i suoi mobili, con ciò procurandomi un ulteriore danno, visto che oltre all'affitto per intero, dovrei sobbarcarmi l'acquisto di una cucina completa e della lavatrice. E pensare che la casa non arredata l'abbiamo presa per le sue esigenze, fosse stato per me avrei preso una casa con l'arredamento incluso nell'affitto. Preciso peraltro che la casa, quando l'abbiamo vista, era provvista di alcuni pezzi della cucina (c'erano il frigorifero e il lavello) e che è stata espressa richiesta della mia coinquilina far rimuovere tutto dalla proprietaria per fare spazio alle sue cose. Ho parlato con la proprietaria che mi ha confermato di aver pagato un rigattiere a questo scopo e che quanto è stato tolto allora non è più nella sua disponibilità. C'è un modo per limitare il mio danno? Qualora volessi tenere l'appartamento facendomi carico dell'affitto per intero, potrei pretendere che la mia coinquilina provveda a lasciare almeno la cucina o a rimborsare i costi per l'acquisto di un'altra cucina? Potrei chiedere di avere almeno quell'arredo che è stato tolto per fare spazio al suo (purtroppo in ciò il contratto d'affitto non aiuto, perché precisa che lo stato della casa è "non arredata"). Attendo, con speranza di trovare il bandolo della matassa, qualche suggerimento utile. Grazie mille. [/QUOTE]
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