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Locazione, Affitto e Sfratto
Causa per morosità: dopo circa nove mesi di rinvii il giudice decide di rinviare la causa di un anno
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Testo
<blockquote data-quote="mapeit" data-source="post: 94966" data-attributes="member: 17237"><p>Caspita ! Un Filippo-Italico che ha un appartamento e ne prende un altro in affitto è evidentemente uno che ha qualcosa da perdere.</p><p>Il problema, secondo me, non sta nel fatto che sia straniero o Italico ma nell'incertezza economica che oggi aleggia in Italia un po' in tutti i settori.</p><p>Immaginatevi infatti un uomo di 40 anni, italiano, a capo di una famiglia monoreddito ma con un impiego da lavoratore dipendente (quindi una busta paga) che chiede in locazione un bicamerino da 600 euro/mese contando, con il suo stipendio di 1.500 euro/mese netti, di pagare tranquillamente l'affitto.</p><p>Ovvio che chiunque, davanti a una busta paga del genere e a una persona che evidentemente ha anche un lavoro di concetto, non esiterebbe a dire "glielo affitto". Qualsiasi agenzia immobiliare lo proporrebbe a un suo cliente / locatore e qualsiasi finanziaria lo considererebbe affidabile.</p><p>Purtroppo da un giorno all'altro lo mettono in cassa integrazione.</p><p>Lo stipendio passa da 1.500 euro/mese netti a 900 euro/mese netti, con magre prospettive per il futuro.</p><p>Ovvio che se prima ce la faceva a tirare avanti, ora non ce la fa più e deve, per forza di cose, tagliare spese.</p><p>Il vitto non lo può tagliare, le spese per i figli nemmeno, le utenze di luce, gas e acqua nemmeno, si deve vestire lui e la famiglia, che cosa decide di tagliare ? Quello che nell'immediato gli consente un vantaggio cospicuo e che non gli procurerà guai per almeno uno o due anni, il tempo cioè di ricercare un'altra soluzione lavorativa o una soluzione della crisi della sua azienda. L'affitto è l'unico "taglio" che risponde a questi requisiti poiché le nostre leggi fanno sì che la reazione del proprietario al mancato percepimento del canone sia ritardata, per lungaggini, cavilli burocratici, dilazioni che qualsiasi giudice concede, di quel lungo periodo.</p><p>Il pericolo di trovarsi senza casa e in mezzo a una strada è pertanto il più remoto e il meno probabile.</p><p>La colpa non è quindi dello straniero o del menefreghista, la colpa è della nostra legislazione inadeguata e fatta male, ideologicamente redatta ed ideologicamente gestita.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="mapeit, post: 94966, member: 17237"] Caspita ! Un Filippo-Italico che ha un appartamento e ne prende un altro in affitto è evidentemente uno che ha qualcosa da perdere. Il problema, secondo me, non sta nel fatto che sia straniero o Italico ma nell'incertezza economica che oggi aleggia in Italia un po' in tutti i settori. Immaginatevi infatti un uomo di 40 anni, italiano, a capo di una famiglia monoreddito ma con un impiego da lavoratore dipendente (quindi una busta paga) che chiede in locazione un bicamerino da 600 euro/mese contando, con il suo stipendio di 1.500 euro/mese netti, di pagare tranquillamente l'affitto. Ovvio che chiunque, davanti a una busta paga del genere e a una persona che evidentemente ha anche un lavoro di concetto, non esiterebbe a dire "glielo affitto". Qualsiasi agenzia immobiliare lo proporrebbe a un suo cliente / locatore e qualsiasi finanziaria lo considererebbe affidabile. Purtroppo da un giorno all'altro lo mettono in cassa integrazione. Lo stipendio passa da 1.500 euro/mese netti a 900 euro/mese netti, con magre prospettive per il futuro. Ovvio che se prima ce la faceva a tirare avanti, ora non ce la fa più e deve, per forza di cose, tagliare spese. Il vitto non lo può tagliare, le spese per i figli nemmeno, le utenze di luce, gas e acqua nemmeno, si deve vestire lui e la famiglia, che cosa decide di tagliare ? Quello che nell'immediato gli consente un vantaggio cospicuo e che non gli procurerà guai per almeno uno o due anni, il tempo cioè di ricercare un'altra soluzione lavorativa o una soluzione della crisi della sua azienda. L'affitto è l'unico "taglio" che risponde a questi requisiti poiché le nostre leggi fanno sì che la reazione del proprietario al mancato percepimento del canone sia ritardata, per lungaggini, cavilli burocratici, dilazioni che qualsiasi giudice concede, di quel lungo periodo. Il pericolo di trovarsi senza casa e in mezzo a una strada è pertanto il più remoto e il meno probabile. La colpa non è quindi dello straniero o del menefreghista, la colpa è della nostra legislazione inadeguata e fatta male, ideologicamente redatta ed ideologicamente gestita. [/QUOTE]
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