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Testo
<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 357961" data-attributes="member: 15764"><p>lo straccio di contratto non si può certo dire che non ci sia, c'è un contratto orale comprovato da alcuni bonifici a favore della impresa fallita. Poi dipende dal curatore fallimentare.</p><p>Circa 25 anni fa feci una consulenza per conto di una azienda con la quale raggiunsi l'accordo, visto che l'impegno sarebbe durato 5/6 mesi, di essere pagato mensilmente e non a fine consulenza. Il fatto è che già dopo l'emissione della mia prima fattura, vidi che non venivo pagato; alla fine del secondo mese altra fattura. Io telefonavo e il titolare dell'impresa tergiversava dicendo che il suo committente non lo pagava. Con l'inizio della 3 settimana del terzo mese gli ho mandato un riepilogo delle mie spettanze aggiornato al terzo mese comunicando che, dato lo stato di insolvenza, chiudevo il mio rapporto di collaborazione. Dopo circa due mesi mi telefona il capo cantiere per dirmi che l'impresa era stata dichiarata fallita. Al che parlai della situazione a mio cognato, commercialista e revisore dei conti, il quale contattò un avvocato con il quale collaborava per farmi inserire tra i creditori chirografari. Dopo circa poco più di un anno questo avvocato mi chiama per avvisarmi che aveva un assegno del liquidatore per l'importo che avevo richiesto. Ovviamente l'ho dovuto pagare per la sua prestazione: "prezzo di favore perché ero il cognato di un suo amico". Ma non è finita qui. Circa 5 anni fa ho ricevuto sul telefonino, il numero è rimasto invariato da circa 30 anni, una chiamata da parte di un tizio che mi chiedeva se ero ancora intenzionato a procedere nei confronti della impresa fallita perché risultavo ancora tra i creditori. Ovviamente ho rifiutato perché subodoravo una polpetta avvelenata.</p><p>Tutto questo per dirti nel settore dei fallimenti c'è del buono (poco) e c'è del marcio (tanto) ed ogni mezzo può essere lecito.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 357961, member: 15764"] lo straccio di contratto non si può certo dire che non ci sia, c'è un contratto orale comprovato da alcuni bonifici a favore della impresa fallita. Poi dipende dal curatore fallimentare. Circa 25 anni fa feci una consulenza per conto di una azienda con la quale raggiunsi l'accordo, visto che l'impegno sarebbe durato 5/6 mesi, di essere pagato mensilmente e non a fine consulenza. Il fatto è che già dopo l'emissione della mia prima fattura, vidi che non venivo pagato; alla fine del secondo mese altra fattura. Io telefonavo e il titolare dell'impresa tergiversava dicendo che il suo committente non lo pagava. Con l'inizio della 3 settimana del terzo mese gli ho mandato un riepilogo delle mie spettanze aggiornato al terzo mese comunicando che, dato lo stato di insolvenza, chiudevo il mio rapporto di collaborazione. Dopo circa due mesi mi telefona il capo cantiere per dirmi che l'impresa era stata dichiarata fallita. Al che parlai della situazione a mio cognato, commercialista e revisore dei conti, il quale contattò un avvocato con il quale collaborava per farmi inserire tra i creditori chirografari. Dopo circa poco più di un anno questo avvocato mi chiama per avvisarmi che aveva un assegno del liquidatore per l'importo che avevo richiesto. Ovviamente l'ho dovuto pagare per la sua prestazione: "prezzo di favore perché ero il cognato di un suo amico". Ma non è finita qui. Circa 5 anni fa ho ricevuto sul telefonino, il numero è rimasto invariato da circa 30 anni, una chiamata da parte di un tizio che mi chiedeva se ero ancora intenzionato a procedere nei confronti della impresa fallita perché risultavo ancora tra i creditori. Ovviamente ho rifiutato perché subodoravo una polpetta avvelenata. Tutto questo per dirti nel settore dei fallimenti c'è del buono (poco) e c'è del marcio (tanto) ed ogni mezzo può essere lecito. [/QUOTE]
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