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<blockquote data-quote="raffaelemaria" data-source="post: 287765" data-attributes="member: 27760"><p>La visione catastrofica della società esposta da Giacomelli non è condivisibile, sembra che i 70enni detengono la ricchezza nazionale e condizionano la società. Se i 70enni hanno raggiunto una tranquillità economica, cosa che non mi sembra sia valida per tutti, è perchè nel periodo post bellico la povertà era più diffusa e la voglia di emergere spingeva a lavorare sodo senza risparmiarsi e badare alle festività. Ricordo benissimo il fiorire di piccole casette costruite in proprio senza avere finanziamenti statali tranne che le agevolazioni della famosa "Legge Tupini". Il fatto stesso che i centri storici ora sono prevalentemente abbandonati, salvo quelli di pregio ove si è mossa la speculazione, dimostra che i giovani, fortunatamente non tutti, non vogliono " faticare" , aspettano che la casa nuova e il lavoro glielo offrano sul vassoio in casa, eppure questi immobili sono svenduti a poco prezzo e con tanta buona volontà si possono ripristinare. </p><p>Molti 70enni come me, per mantenersi gli studi universitari hanno fatto i più disparati lavori, al termine degli studi ci aspettavano quasi due anni di servizio militare con il risultato che a 27 anni uno tornando a casa ci si doveva rimboccare le maniche per trovare lavoro. Il primo impiego, si fa per dire, fù un lavoro a ore in uno studio ove percepivo 100 lire all'ora, quando ovviamente servivo ed ero felice di fare esperienza. Ora chiedono di essere assunti inviando curricula che spaventano per quanto espongono di competenze, all'atto pratico non sanno progettare una fognatura domestica e chiedono quanto sarà la loro retribuzione precisando che il sabato non possono lavorare perchè c'è chi ha la ragazza e chi ha altri hobby da seguire che vengono elencati nei curricula, come se il ballo, il brevetto di sub e via discorrendo siano garanzie di preparazione professionale.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="raffaelemaria, post: 287765, member: 27760"] La visione catastrofica della società esposta da Giacomelli non è condivisibile, sembra che i 70enni detengono la ricchezza nazionale e condizionano la società. Se i 70enni hanno raggiunto una tranquillità economica, cosa che non mi sembra sia valida per tutti, è perchè nel periodo post bellico la povertà era più diffusa e la voglia di emergere spingeva a lavorare sodo senza risparmiarsi e badare alle festività. Ricordo benissimo il fiorire di piccole casette costruite in proprio senza avere finanziamenti statali tranne che le agevolazioni della famosa "Legge Tupini". Il fatto stesso che i centri storici ora sono prevalentemente abbandonati, salvo quelli di pregio ove si è mossa la speculazione, dimostra che i giovani, fortunatamente non tutti, non vogliono " faticare" , aspettano che la casa nuova e il lavoro glielo offrano sul vassoio in casa, eppure questi immobili sono svenduti a poco prezzo e con tanta buona volontà si possono ripristinare. Molti 70enni come me, per mantenersi gli studi universitari hanno fatto i più disparati lavori, al termine degli studi ci aspettavano quasi due anni di servizio militare con il risultato che a 27 anni uno tornando a casa ci si doveva rimboccare le maniche per trovare lavoro. Il primo impiego, si fa per dire, fù un lavoro a ore in uno studio ove percepivo 100 lire all'ora, quando ovviamente servivo ed ero felice di fare esperienza. Ora chiedono di essere assunti inviando curricula che spaventano per quanto espongono di competenze, all'atto pratico non sanno progettare una fognatura domestica e chiedono quanto sarà la loro retribuzione precisando che il sabato non possono lavorare perchè c'è chi ha la ragazza e chi ha altri hobby da seguire che vengono elencati nei curricula, come se il ballo, il brevetto di sub e via discorrendo siano garanzie di preparazione professionale. [/QUOTE]
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