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<blockquote data-quote="Elisabetta48" data-source="post: 403069" data-attributes="member: 35395"><p>Personalmente consiglio [USER=57167]@dolly 41[/USER] di procurarsi il testo originale del Regolamento IMU del Comune interessato (sia per il 2015 che per l'anno precedente e quello successivo) e studiare parola per parola quello che vi sta scritto. Anni fa ho vinto un ricorso per una situazione analoga (la casa era concessa in comodato a uno dei figli che vi risiedeva con la famiglia e ne era stata data comunicazione tramite Dichiarazione IMU). L'Ufficio Tributi ci contestava in quell'anno il non aver presentato una Dichiarazione Sostitutiva su modello da loro predisposto. Il ricorso alla Commissione tributaria si è basato:</p><p>1. sull'art.6, c.4 della legge 212/2000 che prevede che <strong>al contribuente non possano, ‘in ogni caso, essere richiesti documenti ed informazioni già in possesso dell’amministrazione finanziaria…’</strong></p><p>2. sul fatto che il Comune aveva dimostrato di possedere quell'informazione dal momento che nell'anno precedente aveva accordato l'aliquota agevolata</p><p>3. sul fatto che l'Ufficio Tributi nello stilare le istruzioni e la modulistica per quell'anno aveva modificato quanto richiesto dal Regolamento approvato dal Consiglio Comunale (la "Dichiarazione" prevista dal Regolamento era diventata per l'Ufficio Tributi una "Dichiarazione sostitutiva di certificazione")</p><p>4. su piccole altre incongruenze che risultavano evidenti dalla lettura del Regolamento</p><p></p><p>Per questo penso che convenga imparare a memoria il Regolamento IMU per vedere quali richieste esattamente venivano fatte e confrontare il Regolamento con quanto chiesto dall'Ufficio Tributi. </p><p>Suggerisco anche l'analisi del Regolamento IMU del 2014 per vedere le eventuali modifiche che possono avere indotto l'Ufficio Tributi a cambiare idea e quello del 2016 per vedere se fosse variato in modo a te favorevole. Mi spiego: nel mio caso vi era una frase un po' fumosa che poteva essere interpretata a mio svantaggio (e qui stava, secondo me, l'errore dell'Ufficio Tributi): in effetti l'anno successivo la stessa frase era stata esplicitata in modo più chiaro dando ragione alla mia interpretazione. Anche questo avevo scritto nel ricorso. </p><p>In bocca al lupo...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Elisabetta48, post: 403069, member: 35395"] Personalmente consiglio [USER=57167]@dolly 41[/USER] di procurarsi il testo originale del Regolamento IMU del Comune interessato (sia per il 2015 che per l'anno precedente e quello successivo) e studiare parola per parola quello che vi sta scritto. Anni fa ho vinto un ricorso per una situazione analoga (la casa era concessa in comodato a uno dei figli che vi risiedeva con la famiglia e ne era stata data comunicazione tramite Dichiarazione IMU). L'Ufficio Tributi ci contestava in quell'anno il non aver presentato una Dichiarazione Sostitutiva su modello da loro predisposto. Il ricorso alla Commissione tributaria si è basato: 1. sull'art.6, c.4 della legge 212/2000 che prevede che [B]al contribuente non possano, ‘in ogni caso, essere richiesti documenti ed informazioni già in possesso dell’amministrazione finanziaria…’[/B] 2. sul fatto che il Comune aveva dimostrato di possedere quell'informazione dal momento che nell'anno precedente aveva accordato l'aliquota agevolata 3. sul fatto che l'Ufficio Tributi nello stilare le istruzioni e la modulistica per quell'anno aveva modificato quanto richiesto dal Regolamento approvato dal Consiglio Comunale (la "Dichiarazione" prevista dal Regolamento era diventata per l'Ufficio Tributi una "Dichiarazione sostitutiva di certificazione") 4. su piccole altre incongruenze che risultavano evidenti dalla lettura del Regolamento Per questo penso che convenga imparare a memoria il Regolamento IMU per vedere quali richieste esattamente venivano fatte e confrontare il Regolamento con quanto chiesto dall'Ufficio Tributi. Suggerisco anche l'analisi del Regolamento IMU del 2014 per vedere le eventuali modifiche che possono avere indotto l'Ufficio Tributi a cambiare idea e quello del 2016 per vedere se fosse variato in modo a te favorevole. Mi spiego: nel mio caso vi era una frase un po' fumosa che poteva essere interpretata a mio svantaggio (e qui stava, secondo me, l'errore dell'Ufficio Tributi): in effetti l'anno successivo la stessa frase era stata esplicitata in modo più chiaro dando ragione alla mia interpretazione. Anche questo avevo scritto nel ricorso. In bocca al lupo... [/QUOTE]
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