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Testo
<blockquote data-quote="Franci63" data-source="post: 309603" data-attributes="member: 53279"><p>certo,intendo dire che ,ovviamente tramite l'agente,la controproposta è da considerare come una proposta "al contrario",cioè non è una proposta di acquisto,ma una proposta di vendita,e segue le regole di ogni proposta (accettazione e comunicazione della stessa,perché si possa dire che si formato un contratto preliminare).</p><p></p><p>Ok,fin qui tutto normale.</p><p>A quel punto la vostra accettazione andava comunicata formalmente al venditore,che,in mancanza di conoscenza dell'avvenuta accettazione, aveva (come ha fatto ) il diritto di tirarsi indietro.Per legge una proposta (e lo stesso vale per una controproposta) se non è irrevocabile può essere revocata fino a quando non viene comunicata la sua accettazione.</p><p>Se l'agente non ha seguito questo passaggio non si è formato alcun contratto.</p><p>Puoi solo chiedere indietro l'assegno per trattativa non andata a buon fine.</p><p></p><p>L'agente ,coinvolgendo l'avvocato, cerca di tutelare i suoi interessi ,cioè il suo diritto alle provvigioni,non il tuo.</p><p>Se il venditore non vuole vendere e non c’è prova che gli sia stata comunicata la vostra accettazione prima che cambiasse idea è un problema.</p><p></p><p>Non c’è molto da verificare: Se l’assegno che hai dato all’agente è stato consegnato al venditore ,anche se non incassato ,è formalmente una caparra.Diventa evidente che si è obbligato ,e se non rispetta il contratto dovrà restituire il doppio.</p><p>Ma se l’assegno non è nelle mani del venditore non è considerabile caparra.</p><p>Hai diritto solo a riaverlo indietro.</p><p>Attenzione,perché l’avvocato fa gli interessi dell’agente;corri il rischio di non poter comprare,di dover pagare le provvigioni,e di avere indietro solo il tuo assegno.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Franci63, post: 309603, member: 53279"] certo,intendo dire che ,ovviamente tramite l'agente,la controproposta è da considerare come una proposta "al contrario",cioè non è una proposta di acquisto,ma una proposta di vendita,e segue le regole di ogni proposta (accettazione e comunicazione della stessa,perché si possa dire che si formato un contratto preliminare). Ok,fin qui tutto normale. A quel punto la vostra accettazione andava comunicata formalmente al venditore,che,in mancanza di conoscenza dell'avvenuta accettazione, aveva (come ha fatto ) il diritto di tirarsi indietro.Per legge una proposta (e lo stesso vale per una controproposta) se non è irrevocabile può essere revocata fino a quando non viene comunicata la sua accettazione. Se l'agente non ha seguito questo passaggio non si è formato alcun contratto. Puoi solo chiedere indietro l'assegno per trattativa non andata a buon fine. L'agente ,coinvolgendo l'avvocato, cerca di tutelare i suoi interessi ,cioè il suo diritto alle provvigioni,non il tuo. Se il venditore non vuole vendere e non c’è prova che gli sia stata comunicata la vostra accettazione prima che cambiasse idea è un problema. Non c’è molto da verificare: Se l’assegno che hai dato all’agente è stato consegnato al venditore ,anche se non incassato ,è formalmente una caparra.Diventa evidente che si è obbligato ,e se non rispetta il contratto dovrà restituire il doppio. Ma se l’assegno non è nelle mani del venditore non è considerabile caparra. Hai diritto solo a riaverlo indietro. Attenzione,perché l’avvocato fa gli interessi dell’agente;corri il rischio di non poter comprare,di dover pagare le provvigioni,e di avere indietro solo il tuo assegno. [/QUOTE]
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