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Molestie da parte del condomino del piano superiore al mio : il suo cane fa i bisogni nel balcone
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<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 337446" data-attributes="member: 15764"><p>lascia perdere è una manica di sfigati. Più di una quindicina di anni fa, mi è successo di vivere questa situazione: nel condominio a fianco di quello dove abito io c'era un cane che, siccome la proprietaria, vedova e sola, era stata ricoverata in ospedale, veniva lasciato solo sul lastrico solare ad uso esclusivo, di proprietà della vedova, dalla donna di servizio dalle 18:30 fino alle 9:30 del mattino seguente. Questa situazione io l'ho saputo alla fine ma va spiegata subito per capire il racconto. Il cane, una volta lasciato solo, verso le 19:00 incominciava ad abbaiare ed ululare e finiva verso le 8:00 del mattino. La situazione è andata avanti per un giorno. Nel frattempo non stavo vivendo dei momenti felici in quanto mia moglie si trovava sotto chemio e mal sopportava gli effetti collaterali. Così nella mattinata del secondo giorno chiamai l'ENPA di Roma, non quella nazionale, naturalmente c'era una segreteria telefonica dove lasciai i miei dati identificativi ed il motivo della chiamata. Nel pomeriggio inoltrato venivo chiamato da un volontario, il quale dopo essersi fatto spiegare di nuovo la situazione, ed avendo io rimarcato la mia indisponibilità, e quella di mia moglie, a trascorrere un'altra nottata disturbati dagli ululati del cane, mi sentivo rispondere che l'associazione viveva sul volontariato, che i volontari erano insufficienti per affrontare le situazioni emergenziali, e che vista la mia intransigenza mi "consigliava" di stare ben attento a fare una denuncia per abbandono del cane perché non si trattava di un abbandono vero e proprio e che il proprietario del cane, una volta rintracciato, avrebbe potuto querelarmi per diffamazione (assistiti da loro). Alle 19:00 il cane riprese ad abbaiare; contattai i VV.F. i quali mi fecero notare che se il cane non era in pericolo di vita, non era compito loro uscire per portarlo via dalla situazione di crisi in cui si trovava; di chiamare l' ENPA o la Polizia Municipale. Chiamai la Municipale della mia circoscrizione con il risultato di sentirmi dire che tutte le pattuglie erano impegnate e che quando se ne sarebbe liberata una me la avrebbero mandata. Alle 22:00 non si era visto nessuno; allora chiamai il comando della Municipale e dopo aver spiegato la situazione al centralinista questo mi ridirottava al distaccamento della circoscrizione. Qui il centralinista incominciava con il dire che con il servizio notturno c'erano solo due macchine di chiamare l'ENPA, al che io non ci vidi più; gli dissi: "senta io non ho alcuna intenzione di passare un'altra notte in bianco; adesso tiro fuori il mio flobert, salgo sul terrazzo del condominio e faccio smettere il cane; ci impiegherò un pò di tempo per via della distanza e per via del calibro non adatto, ma alla fine penso di riuscirci." Dopo circa 10 minuti il silenzio di casa venne interrotto da una scampanellata insistente del mio citofono: era una vigilessa che chiedeva di me. La feci salire e, siccome giusto, giusto mia moglie aveva avuto un rigurgito, andai ad aprirle con il catino in mano. Nonostante mia moglie stesse male, anche lei rimarcò del fastidio arrecato dall'ululare del cane che al momento dell'arrivo della pattuglia era in quiescenza ma giustappunto riprese proprio in quel momento. Così scendemmo in strada dove trovammo un'altra vigilessa che vedendoci arrivare esclamò "porello chissà come soffre". Allora rivolgendomi al capo pattuglia le dissi: "come vede le mie rimostranze si fondavano su fatti oggettivi; io non ho intenzione di passare una seconda notte con il cane che disturba, se non prendete provvedimenti il sistema per farlo smettere di abbaiare lo trovo comunque." Le due vigilesse si avviarono verso la pulsantiere del condominio ed incominciarono a chiamare i condomini. Io mi ritirai a casa. Poi seppi, quello che ho già scritto; in pratica i vigili, attraverso un condomino, erano riusciti a trovare il numero di telefono del figlio della signora ricoverata; questo avendo il numero della donna di servizio la avvisava di andare a recuperare il cane.</p><p>La parte restante della notte e tutti i giorni successivi non fummo più disturbati dall'abbaiare del cane.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 337446, member: 15764"] lascia perdere è una manica di sfigati. Più di una quindicina di anni fa, mi è successo di vivere questa situazione: nel condominio a fianco di quello dove abito io c'era un cane che, siccome la proprietaria, vedova e sola, era stata ricoverata in ospedale, veniva lasciato solo sul lastrico solare ad uso esclusivo, di proprietà della vedova, dalla donna di servizio dalle 18:30 fino alle 9:30 del mattino seguente. Questa situazione io l'ho saputo alla fine ma va spiegata subito per capire il racconto. Il cane, una volta lasciato solo, verso le 19:00 incominciava ad abbaiare ed ululare e finiva verso le 8:00 del mattino. La situazione è andata avanti per un giorno. Nel frattempo non stavo vivendo dei momenti felici in quanto mia moglie si trovava sotto chemio e mal sopportava gli effetti collaterali. Così nella mattinata del secondo giorno chiamai l'ENPA di Roma, non quella nazionale, naturalmente c'era una segreteria telefonica dove lasciai i miei dati identificativi ed il motivo della chiamata. Nel pomeriggio inoltrato venivo chiamato da un volontario, il quale dopo essersi fatto spiegare di nuovo la situazione, ed avendo io rimarcato la mia indisponibilità, e quella di mia moglie, a trascorrere un'altra nottata disturbati dagli ululati del cane, mi sentivo rispondere che l'associazione viveva sul volontariato, che i volontari erano insufficienti per affrontare le situazioni emergenziali, e che vista la mia intransigenza mi "consigliava" di stare ben attento a fare una denuncia per abbandono del cane perché non si trattava di un abbandono vero e proprio e che il proprietario del cane, una volta rintracciato, avrebbe potuto querelarmi per diffamazione (assistiti da loro). Alle 19:00 il cane riprese ad abbaiare; contattai i VV.F. i quali mi fecero notare che se il cane non era in pericolo di vita, non era compito loro uscire per portarlo via dalla situazione di crisi in cui si trovava; di chiamare l' ENPA o la Polizia Municipale. Chiamai la Municipale della mia circoscrizione con il risultato di sentirmi dire che tutte le pattuglie erano impegnate e che quando se ne sarebbe liberata una me la avrebbero mandata. Alle 22:00 non si era visto nessuno; allora chiamai il comando della Municipale e dopo aver spiegato la situazione al centralinista questo mi ridirottava al distaccamento della circoscrizione. Qui il centralinista incominciava con il dire che con il servizio notturno c'erano solo due macchine di chiamare l'ENPA, al che io non ci vidi più; gli dissi: "senta io non ho alcuna intenzione di passare un'altra notte in bianco; adesso tiro fuori il mio flobert, salgo sul terrazzo del condominio e faccio smettere il cane; ci impiegherò un pò di tempo per via della distanza e per via del calibro non adatto, ma alla fine penso di riuscirci." Dopo circa 10 minuti il silenzio di casa venne interrotto da una scampanellata insistente del mio citofono: era una vigilessa che chiedeva di me. La feci salire e, siccome giusto, giusto mia moglie aveva avuto un rigurgito, andai ad aprirle con il catino in mano. Nonostante mia moglie stesse male, anche lei rimarcò del fastidio arrecato dall'ululare del cane che al momento dell'arrivo della pattuglia era in quiescenza ma giustappunto riprese proprio in quel momento. Così scendemmo in strada dove trovammo un'altra vigilessa che vedendoci arrivare esclamò "porello chissà come soffre". Allora rivolgendomi al capo pattuglia le dissi: "come vede le mie rimostranze si fondavano su fatti oggettivi; io non ho intenzione di passare una seconda notte con il cane che disturba, se non prendete provvedimenti il sistema per farlo smettere di abbaiare lo trovo comunque." Le due vigilesse si avviarono verso la pulsantiere del condominio ed incominciarono a chiamare i condomini. Io mi ritirai a casa. Poi seppi, quello che ho già scritto; in pratica i vigili, attraverso un condomino, erano riusciti a trovare il numero di telefono del figlio della signora ricoverata; questo avendo il numero della donna di servizio la avvisava di andare a recuperare il cane. La parte restante della notte e tutti i giorni successivi non fummo più disturbati dall'abbaiare del cane. [/QUOTE]
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