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Problema compravendita: richiesta di silenzio assenso in forma esplicita
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<blockquote data-quote="paradox" data-source="post: 298784" data-attributes="member: 44848"><p>Il tono della mia risposta non era che il risultato della scortesia con cui ti sei espresso chiosando “A volta per capire <em>certe pretese</em>” ecc. </p><p></p><p>Poiché prosegui con un tono (“La protervia di chi pone domande “ “qualcuno si premurerà di spiegarti in linguaggio volgare”) la cui acidità è - a meno che tu conduca una vita di ****a – francamente inspiegabile, vedrò di seguirti per un po’.</p><p></p><p>È sconfortante chiedere un parere in un forum in cui si presume scriva gente preparata e trovarsi a perder tempo battibeccando con il primo parvenu della lingua italiana. Scrivo ciò perché dimostri di leggere senza capire una parola. La supponenza di chi risponde con un tono professorale a una domanda è già patetica in sé, se poi chi risponde non ha neanche capito la domanda corre il rischio di cadere nella comicità involontaria.</p><p></p><p>Proverò a scrivere in modo semplice, affinché persino tu possa capire.</p><p></p><p>Ho risposto: “Sottoscrivendo l'atto di vendita si dichiara sotto la propria responsabilità che il cespite è in regola” </p><p></p><p>Vuol dire: sottoscrivendo l’atto di vendita è implicito che si sottoscrivano una serie di garanzie sul cespite de quo (fra cui quella riportata nel mio primo post “Per ciò che concerne l'agibilità abbiamo consegnato allo studio notarile la richiesta protocollata dall’ufficio tecnico e dichiarato che poiché tale ufficio non è intervenuto né ha mosso qualsivoglia obiezione (l’abbiamo presentata alcuni anni fa), l’agibilità si ritiene acquisita per silenzio assenso. “</p><p></p><p>Ergo: la richiesta di agibilità è stata protocollata, il sottoscritto ha consegnato tale documento al notaio e firmando l’atto di vendita si assumerà la responsabilità di dichiarare “<em>la regolare presentazione della domanda di rilascio e la formazione del silenzio assenso per decorrenza del relativo termine” </em></p><p></p><p>Tutto chiaro? Mi auguro di sì.</p><p></p><p>Provo a ribadire la mia domanda sperando che qualcun altro voglia graziarmi - se non con una risposta - almeno con un briciolo d’educazione.</p><p></p><p>Il notaio della parte acquirente ritiene che il documento comprovante la presentazione della richiesta d’agibilità non sia sufficiente; mi chiede di presentare una “richiesta di silenzio assenso in forma esplicita” a cui l’ufficio tecnico dovrà replicare asseverando che il cespite è effettivamente dotato del certificato di agibilità</p><p></p><p>Chiedo:</p><p></p><p>Posto che l’art. 20, comma 1, legge 241/90 , modificata dalla legge n. 15/2005 e succ. dalla legge n. 80/2005 e art. 25 comma 4 D.P.R.380/2000 statuisce che se l’ufficio tecnico a cui è presentata una richiesta di agibilità non interviene/obietta entro 90 giorni essa si ritiene acquisita per silenzio assenso, è davvero mio obbligo presentare una richiesta “in forma esplicita”? </p><p></p><p>Grazie</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="paradox, post: 298784, member: 44848"] Il tono della mia risposta non era che il risultato della scortesia con cui ti sei espresso chiosando “A volta per capire [I]certe pretese[/I]” ecc. Poiché prosegui con un tono (“La protervia di chi pone domande “ “qualcuno si premurerà di spiegarti in linguaggio volgare”) la cui acidità è - a meno che tu conduca una vita di ****a – francamente inspiegabile, vedrò di seguirti per un po’. È sconfortante chiedere un parere in un forum in cui si presume scriva gente preparata e trovarsi a perder tempo battibeccando con il primo parvenu della lingua italiana. Scrivo ciò perché dimostri di leggere senza capire una parola. La supponenza di chi risponde con un tono professorale a una domanda è già patetica in sé, se poi chi risponde non ha neanche capito la domanda corre il rischio di cadere nella comicità involontaria. Proverò a scrivere in modo semplice, affinché persino tu possa capire. Ho risposto: “Sottoscrivendo l'atto di vendita si dichiara sotto la propria responsabilità che il cespite è in regola” Vuol dire: sottoscrivendo l’atto di vendita è implicito che si sottoscrivano una serie di garanzie sul cespite de quo (fra cui quella riportata nel mio primo post “Per ciò che concerne l'agibilità abbiamo consegnato allo studio notarile la richiesta protocollata dall’ufficio tecnico e dichiarato che poiché tale ufficio non è intervenuto né ha mosso qualsivoglia obiezione (l’abbiamo presentata alcuni anni fa), l’agibilità si ritiene acquisita per silenzio assenso. “ Ergo: la richiesta di agibilità è stata protocollata, il sottoscritto ha consegnato tale documento al notaio e firmando l’atto di vendita si assumerà la responsabilità di dichiarare “[I]la regolare presentazione della domanda di rilascio e la formazione del silenzio assenso per decorrenza del relativo termine” [/I] Tutto chiaro? Mi auguro di sì. Provo a ribadire la mia domanda sperando che qualcun altro voglia graziarmi - se non con una risposta - almeno con un briciolo d’educazione. Il notaio della parte acquirente ritiene che il documento comprovante la presentazione della richiesta d’agibilità non sia sufficiente; mi chiede di presentare una “richiesta di silenzio assenso in forma esplicita” a cui l’ufficio tecnico dovrà replicare asseverando che il cespite è effettivamente dotato del certificato di agibilità Chiedo: Posto che l’art. 20, comma 1, legge 241/90 , modificata dalla legge n. 15/2005 e succ. dalla legge n. 80/2005 e art. 25 comma 4 D.P.R.380/2000 statuisce che se l’ufficio tecnico a cui è presentata una richiesta di agibilità non interviene/obietta entro 90 giorni essa si ritiene acquisita per silenzio assenso, è davvero mio obbligo presentare una richiesta “in forma esplicita”? Grazie [/QUOTE]
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