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Problema demolizione fabbricato con muro in condivisione
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<blockquote data-quote="archie" data-source="post: 338686" data-attributes="member: 55676"><p>La struttura in cartongesso provvisoria, interna a Giovanni, anche se prendesse 10 cm (ma ne prenderà 5-6) sarebbe poi rimossa a fine demolizione. E' chiaro che la demolizone dovrà essere "controllata" per evitare quasiasi danno a Giovanni.</p><p>Così facendo, demolito il fabbricato di Paolo e la muratura condivisa, i vani di Giovanni rimarrebbero isolati dall'esterno.</p><p>Quindi, realizzerei sull'esterno facciata (a filo delle strutture portanti di Giovanni) una pannellatura in "acquapanel" supportata da profilati metallici ancorati all'esterno delle strutture portanti di Giovanni (ingombro 8-10 cm).</p><p></p><p>A quel punto potrà essere rimossa la pannellatura in cartongesso all'interno del fabbricato di Giovanni, fissando direttamente ulteriori (o gli stessi) pannelli di cartongesso da 10 mm sugli acquapanel e si potrà procedere alla finitura delle pareti. In definitiva, l'ingombro all'interno del fabbricato di Giovanni sarebbe di 1 cm, tale da non incidere sulla larghezza della scala, anch'essa realizzata in aderenza.</p><p></p><p>Dietro gli acquapanel, verso il fabbricato di Paolo, potrebbero essere applicati dei pannellli di materiale isolante, tra i profilati di supporto della struttura.</p><p></p><p>A quel punto Paolo potrebbe ricostruire il suo fabbricato con la classica tamponatura da 30 cm, distaccata di 10 cm o più (in funzione delle verifiche sismiche) dalla struttura in acquapanel di Giovanni.</p><p></p><p>Riassumendo, il vecchio muro a sacco in blocchi di tufo da 50 cm, sarebbe rimpiazzato da (circa) 10 cm di "tappo" in acquapanel, 10 cm di distacco, 30 cm della nuova muratura/tamponatura.</p><p>Totale 50 cm circa, senza significative perdite di superficie utile da parte di entrambi i proprietari.</p><p></p><p>A completamento, sui lati dei due fabbricati, un raccordo a chiusura dell'intercapedine (sempre in acquapanel o materiali leggeri) tale da non influenzare il comportamento dinamico dei due fabbricati in caso di sisma.</p><p></p><p>Ecco, mi sto convincendo di approfondire questa soluzione.</p><p>Sempre dopo l'eventuale benestare di Giovanni.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="archie, post: 338686, member: 55676"] La struttura in cartongesso provvisoria, interna a Giovanni, anche se prendesse 10 cm (ma ne prenderà 5-6) sarebbe poi rimossa a fine demolizione. E' chiaro che la demolizone dovrà essere "controllata" per evitare quasiasi danno a Giovanni. Così facendo, demolito il fabbricato di Paolo e la muratura condivisa, i vani di Giovanni rimarrebbero isolati dall'esterno. Quindi, realizzerei sull'esterno facciata (a filo delle strutture portanti di Giovanni) una pannellatura in "acquapanel" supportata da profilati metallici ancorati all'esterno delle strutture portanti di Giovanni (ingombro 8-10 cm). A quel punto potrà essere rimossa la pannellatura in cartongesso all'interno del fabbricato di Giovanni, fissando direttamente ulteriori (o gli stessi) pannelli di cartongesso da 10 mm sugli acquapanel e si potrà procedere alla finitura delle pareti. In definitiva, l'ingombro all'interno del fabbricato di Giovanni sarebbe di 1 cm, tale da non incidere sulla larghezza della scala, anch'essa realizzata in aderenza. Dietro gli acquapanel, verso il fabbricato di Paolo, potrebbero essere applicati dei pannellli di materiale isolante, tra i profilati di supporto della struttura. A quel punto Paolo potrebbe ricostruire il suo fabbricato con la classica tamponatura da 30 cm, distaccata di 10 cm o più (in funzione delle verifiche sismiche) dalla struttura in acquapanel di Giovanni. Riassumendo, il vecchio muro a sacco in blocchi di tufo da 50 cm, sarebbe rimpiazzato da (circa) 10 cm di "tappo" in acquapanel, 10 cm di distacco, 30 cm della nuova muratura/tamponatura. Totale 50 cm circa, senza significative perdite di superficie utile da parte di entrambi i proprietari. A completamento, sui lati dei due fabbricati, un raccordo a chiusura dell'intercapedine (sempre in acquapanel o materiali leggeri) tale da non influenzare il comportamento dinamico dei due fabbricati in caso di sisma. Ecco, mi sto convincendo di approfondire questa soluzione. Sempre dopo l'eventuale benestare di Giovanni. [/QUOTE]
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