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<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 289987" data-attributes="member: 15764"><p>io penso di aver sostenuto un altro concetto che è scritto nell'ultima frase del mio allegato: che le disposizioni di un testamento nel quale il legittimario non sia chiamato all'eredità (pretermesso), con chiaramente lesa la sua quota di legittima, restano valide fino a quando non vengono impugnate per l'azione di riduzione: <u><strong>il legittimario diventerà erede solo dopo che avrà esperito vittoriosamente</strong> l'azione di riduzione ovvero <strong>il riconoscimento della sua quota legittima</strong>.</u></p><p><u>Nel caso di cui stiamo parlando la vedova essendo stata chiamata all'eredità nel testamento, perché gli è stato riservato l'usufrutto sulla casa coniugale e sul resto dei beni del testante, è già da considerare erede. Magari lesa nella sua quota di legittima ma è già erede.</u></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 289987, member: 15764"] io penso di aver sostenuto un altro concetto che è scritto nell'ultima frase del mio allegato: che le disposizioni di un testamento nel quale il legittimario non sia chiamato all'eredità (pretermesso), con chiaramente lesa la sua quota di legittima, restano valide fino a quando non vengono impugnate per l'azione di riduzione:[B] [/B][U][B]il legittimario diventerà erede solo dopo che avrà esperito vittoriosamente[/B] l'azione di riduzione ovvero [B]il riconoscimento della sua quota legittima[/B]. Nel caso di cui stiamo parlando la vedova essendo stata chiamata all'eredità nel testamento, perché gli è stato riservato l'usufrutto sulla casa coniugale e sul resto dei beni del testante, è già da considerare erede. Magari lesa nella sua quota di legittima ma è già erede.[/U] [/QUOTE]
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