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<blockquote data-quote="Gianco" data-source="post: 315508" data-attributes="member: 43421"><p>E' importante capire cosa s'intende per rio "significativo" demaniale, perché sulle mappe catastali sono indicati tutti i corsi d'acqua con il loro nome, senza numero, quando sono demaniali. I corsi d'acqua stagionali sono indicati con un tratteggio corrispondente alla loro sede, dove una freccia laterale indica il senso di scorrimento, ma la proprietà è privata.</p><p>Il pino urbanistico relativo all'intervento deve essere presentato all'esame del comune che, dopo averlo esaminato, lo approva. Successivamente vengono presentati i progetti esecutivi delle unità immobiliari e viene rilasciata una concessione edilizia. Dopo la realizzazione i fabbricati devono essere accatastati e per primo si introducono in mappa i frazionamenti che a quel punto dovrebbero aver coinvolto l'alveo del rio demaniale e preventivamente vanno depositati all'ufficio tecnico comunale. Successivamente si presenta il tipo mappale che, se presenta dei frazionamenti, deve essere depositato anch'esso ed infine si presentano le planimetrie degli immobili al catasto fabbricati.</p><p>La trafila come vedi è lunga e tanti personaggi sono intervenuti o hanno omesso di intervenire per bloccare un abuso.</p><p>Però devo dire che fino a una ventina di anni fa, non ricordo il numero e non importa, vigeva la legge che l'alveo abbandonato veniva inglobato fino all'asse dal proprietario confinante e con un frazionamento dando anziché un subalterno letterale, un numero frazionario e la particella veniva trattata come proprietà privata, venduta o dichiarata in successione. Successivamente il percorso si può ripetere, però occorre pagare la superficie alla regione per sdemanializzarla.</p><p>Ovviamente questa variazione doveva seguire il percorso naturale e se da una parte rientrava dall'altra occupava: l'eventuale frazionamento, discrezionale era a carico del confinante, che perdeva il terreno.</p><p>Questa è la storia! </p><p>Qua bisogna capire cos'è successo, a parte le responsabilità.</p><p>Certamente se l'alveo è necessario perché a monte c'è la possibilità che ci sia un compluvio consistente deve essere o ripristinato o studiata una soluzione dimensionata. Credo che solo un geologo dopo aver fatto un sopralluogo può verificare il caso.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Gianco, post: 315508, member: 43421"] E' importante capire cosa s'intende per rio "significativo" demaniale, perché sulle mappe catastali sono indicati tutti i corsi d'acqua con il loro nome, senza numero, quando sono demaniali. I corsi d'acqua stagionali sono indicati con un tratteggio corrispondente alla loro sede, dove una freccia laterale indica il senso di scorrimento, ma la proprietà è privata. Il pino urbanistico relativo all'intervento deve essere presentato all'esame del comune che, dopo averlo esaminato, lo approva. Successivamente vengono presentati i progetti esecutivi delle unità immobiliari e viene rilasciata una concessione edilizia. Dopo la realizzazione i fabbricati devono essere accatastati e per primo si introducono in mappa i frazionamenti che a quel punto dovrebbero aver coinvolto l'alveo del rio demaniale e preventivamente vanno depositati all'ufficio tecnico comunale. Successivamente si presenta il tipo mappale che, se presenta dei frazionamenti, deve essere depositato anch'esso ed infine si presentano le planimetrie degli immobili al catasto fabbricati. La trafila come vedi è lunga e tanti personaggi sono intervenuti o hanno omesso di intervenire per bloccare un abuso. Però devo dire che fino a una ventina di anni fa, non ricordo il numero e non importa, vigeva la legge che l'alveo abbandonato veniva inglobato fino all'asse dal proprietario confinante e con un frazionamento dando anziché un subalterno letterale, un numero frazionario e la particella veniva trattata come proprietà privata, venduta o dichiarata in successione. Successivamente il percorso si può ripetere, però occorre pagare la superficie alla regione per sdemanializzarla. Ovviamente questa variazione doveva seguire il percorso naturale e se da una parte rientrava dall'altra occupava: l'eventuale frazionamento, discrezionale era a carico del confinante, che perdeva il terreno. Questa è la storia! Qua bisogna capire cos'è successo, a parte le responsabilità. Certamente se l'alveo è necessario perché a monte c'è la possibilità che ci sia un compluvio consistente deve essere o ripristinato o studiata una soluzione dimensionata. Credo che solo un geologo dopo aver fatto un sopralluogo può verificare il caso. [/QUOTE]
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