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<blockquote data-quote="basty" data-source="post: 267522" data-attributes="member: 35382"><p>Sono situazioni spinose: non ci sono molte strade praticabili: le soluzioni meno problematiche sono solo due: </p><p>1) Vendere congiuntamente al miglior offerente.</p><p>2) Se del caso, a fronte di una offerta accettabile da tua sorella e ritenuta insufficiente da te, comprare al medesimo prezzo la quota di tua sorella. Poi sarai libero di disporne come credi, anche di venderla successivamente ad un prezzo migliore (se ci riesci), senza condizionamenti.</p><p></p><p>Farsi mettere nella condizione di dover "prendere o lasciare" sulla base del meccanismo della prelazione, non è opportuno: se le intenzioni di tua sorella erano comunque quelle di liquidare e realizzare la sua quota, conveniva accettare di mettere in vendita, e poi valutare la prima o seconda opzione elencata.</p><p></p><p>Potrebbe oggi anche non essere reale la attuale offerta, ma è comunque un diritto sancito dal c.c. quello di poter chiedere lo scioglimento della comunione. Ed arrivare ad una vendita giudiziaria, rappresenta un danno per entrambi.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="basty, post: 267522, member: 35382"] Sono situazioni spinose: non ci sono molte strade praticabili: le soluzioni meno problematiche sono solo due: 1) Vendere congiuntamente al miglior offerente. 2) Se del caso, a fronte di una offerta accettabile da tua sorella e ritenuta insufficiente da te, comprare al medesimo prezzo la quota di tua sorella. Poi sarai libero di disporne come credi, anche di venderla successivamente ad un prezzo migliore (se ci riesci), senza condizionamenti. Farsi mettere nella condizione di dover "prendere o lasciare" sulla base del meccanismo della prelazione, non è opportuno: se le intenzioni di tua sorella erano comunque quelle di liquidare e realizzare la sua quota, conveniva accettare di mettere in vendita, e poi valutare la prima o seconda opzione elencata. Potrebbe oggi anche non essere reale la attuale offerta, ma è comunque un diritto sancito dal c.c. quello di poter chiedere lo scioglimento della comunione. Ed arrivare ad una vendita giudiziaria, rappresenta un danno per entrambi. [/QUOTE]
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