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Vorrei diventare amministratore di condomini, che società mi conviene di più costituire?
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Testo
<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 164724" data-attributes="member: 15764"><p>Forse ti è sfuggito che Fabrizio vuole abbinare alla attività di lavoratore dipendente a tempo pieno una attività abbastanza impegnativa tale da voler fare una società.</p><p>Io sostengo che, al di là del fatto pensionistico che è nebuloso (sabato ho chiesto ad una mia amica ex dipendente INPS la quale mi ha detto che le sembra che, in questi ultimi anni, si possa cumulare contributi relativi a stessi periodi di lavoro), sia praticamente impossibile svolgere una seconda attività senza sconfinare nel tempo, e nella attenzione, che si deve dedicare al primo lavoro che è quello originario. Se poi al primo datore di lavoro gli sta bene che un proprio dipendente, ogni tanto, durante l'orario di lavoro, che lui paga, faccia attività che non hanno alcuna attinenza con il rapportodi lavoro in essere, io non ho nulla da obiettare. Il fatto è che in un rapporto di lavoro che si sviluppa in una piccola /media azienda è più difficile che le distrazioni di un dipendente sfuggano ad un titolare o ad un superiore; invece in una azienda pubblica o in una mega azienda "privata" tipo Pirelli, Telecom ecc... le diversificazioni che i dipendenti possono fare sono in relazione con il controllo esercitato dai superiori.</p><p><u>Non bisogna confondere la possibilità di fare un secondo lavoro al di fuori del rapporto di lavoro a tempo pieno già acquisito con il diritto a farlo, usando, seppure parzialmente, il medesimo orario lavorativo</u>.</p><p>La medesima amica di cui ho scritto poche righe più sopra, quando era in servizio, si lamentava di un collega che, forte delle sue raccomandazioni e di un certificato medico che asseriva delle turbe psichiche, non andava mai a lavorare; a volte timbrava e poi usciva e non si faceva più vedere per diversi giorni; e tutti sapevano che andava a lavorare in uno studio. Il lavoro che doveva svolgere costui veniva spalmato dal capo ufficio sugli altri dipendenti ed alle loro rimostranze costui diceva "non mettetemi ulteriormente nei guai ho già parlato con il dirigente e questo mi ha detto di pazientare perché a sua volta aveva ricevuto una telefonata dalla segreteria di un politico di alto rango che, a seguito di una prima lettera di richiamo, lo aveva difeso dicendo tra l'altro che era un padre di famiglia che doveva mantenere una famiglia numerosa con un figlio handycappato."</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 164724, member: 15764"] Forse ti è sfuggito che Fabrizio vuole abbinare alla attività di lavoratore dipendente a tempo pieno una attività abbastanza impegnativa tale da voler fare una società. Io sostengo che, al di là del fatto pensionistico che è nebuloso (sabato ho chiesto ad una mia amica ex dipendente INPS la quale mi ha detto che le sembra che, in questi ultimi anni, si possa cumulare contributi relativi a stessi periodi di lavoro), sia praticamente impossibile svolgere una seconda attività senza sconfinare nel tempo, e nella attenzione, che si deve dedicare al primo lavoro che è quello originario. Se poi al primo datore di lavoro gli sta bene che un proprio dipendente, ogni tanto, durante l'orario di lavoro, che lui paga, faccia attività che non hanno alcuna attinenza con il rapportodi lavoro in essere, io non ho nulla da obiettare. Il fatto è che in un rapporto di lavoro che si sviluppa in una piccola /media azienda è più difficile che le distrazioni di un dipendente sfuggano ad un titolare o ad un superiore; invece in una azienda pubblica o in una mega azienda "privata" tipo Pirelli, Telecom ecc... le diversificazioni che i dipendenti possono fare sono in relazione con il controllo esercitato dai superiori. [U]Non bisogna confondere la possibilità di fare un secondo lavoro al di fuori del rapporto di lavoro a tempo pieno già acquisito con il diritto a farlo, usando, seppure parzialmente, il medesimo orario lavorativo[/U]. La medesima amica di cui ho scritto poche righe più sopra, quando era in servizio, si lamentava di un collega che, forte delle sue raccomandazioni e di un certificato medico che asseriva delle turbe psichiche, non andava mai a lavorare; a volte timbrava e poi usciva e non si faceva più vedere per diversi giorni; e tutti sapevano che andava a lavorare in uno studio. Il lavoro che doveva svolgere costui veniva spalmato dal capo ufficio sugli altri dipendenti ed alle loro rimostranze costui diceva "non mettetemi ulteriormente nei guai ho già parlato con il dirigente e questo mi ha detto di pazientare perché a sua volta aveva ricevuto una telefonata dalla segreteria di un politico di alto rango che, a seguito di una prima lettera di richiamo, lo aveva difeso dicendo tra l'altro che era un padre di famiglia che doveva mantenere una famiglia numerosa con un figlio handycappato." [/QUOTE]
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