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<blockquote data-quote="ergobbo" data-source="post: 80909" data-attributes="member: 29312"><p>Giusto per amor di discussione:</p><p></p><p></p><p>E' evidente che non serve dimostrare che il materiale infiammabile può prendere fuoco, ma per giustificare davanti a un giudice la rimozione operata dall'amministratore (chiamiamolo "A") con quelle modalità, si dovrebbe dimostrare quantomeno l'immediatezza del pericolo. "Basta che capiti un cerino o una sigaretta" non mi pare che rientri nella casistica. Al massimo avrebbe giustificato la chiusura del sottotetto in attesa che l'assemblea deliberasse la rimozione.</p><p>Lo stesso principio del pericolo di incendio vale per i problemi di carico strutturale, la cui urgenza è ancora più difficile da dimostrare se consideri che non si trattava (almeno a quanto ci dice L) di materiale di scarso peso rispetto a quello che, per legge, un solaio deve poter reggere al mq.</p><p>Se il timore era quello dell'incendio, avrebbe dovuto chiamare i vigili del fuoco (utli anche per la questione "carico strutturale") e sulla base di un loro verbale che testimoniava il pericolo immediato, far rimuovere il materiale facendolo depositare in qualche magazzino. Non certo a buttarlo. Dopodiché a convocare con urgenza l'assemblea per comunicare i fatti.</p><p></p><p></p><p>lorettamasotti (chiamiamola "L") legalmente non aveva alcun bisogno di essere autorizzata da nessuno. Le parti comuni non sono proprietà del condominio, ma dei condòmini. E' sulla base di questa differenza, piccola ma tutt'altro che irrilevante, che si configura la possibilità del "maggior godimento" da parte di un condòminio sulle parti comuni. </p><p></p><p></p><p>Questa sarà certamente la tesi di A, ma temo che non possa reggere in tribunale. Dove sta scritto che ove non reclamato regolarmente il diritto di proprietà si estingue?</p><p></p><p></p><p>L non deve dimostrare alcunché. A fronte di una denuncia per appropriazione indebita è il denunciato a dover fornire le prove, non il denunciante! I pensionati non fotografano la pensione prima di essere scippati e nessuno fotografa il proprio televisone nell'eventualità che qualcuno glie lo rubi.</p><p>Le foto, al limite, doveva farle A per poter giustificare a posteriori il proprio intervento (questo si, illecito).</p><p></p><p></p><p>Esatto. E' il motivo per cui se un inquilino sparisce il proprietario dell'appartamento non può entrare dentro casa SUA se non in presenza delle forze dell'ordine (o chi per loro) e dietro autorizzazione del tribunale.</p><p></p><p></p><p>Starà però a lui dimostrarlo. L potrà chiamare a testimoniare i condòmini (e non essere tanto certo che nessuno si metterà in mezzo, considerando che la roba depositata non apparteneva solo a L), gli addetti della ditta che hanno rimosso i materiali e una miriade di amici (che non mancano mai) che dichiarano che hanno aiutato a portare su i mobili e che il giorno prima erano ancora li...</p><p></p><p></p><p>Comunque tu voglia metterla, A è nel torto e in caso di denuncia avrebbe non poche difficoltà a cavarsi d'impiccio sia dal punto di vista penale che civile.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ergobbo, post: 80909, member: 29312"] Giusto per amor di discussione: E' evidente che non serve dimostrare che il materiale infiammabile può prendere fuoco, ma per giustificare davanti a un giudice la rimozione operata dall'amministratore (chiamiamolo "A") con quelle modalità, si dovrebbe dimostrare quantomeno l'immediatezza del pericolo. "Basta che capiti un cerino o una sigaretta" non mi pare che rientri nella casistica. Al massimo avrebbe giustificato la chiusura del sottotetto in attesa che l'assemblea deliberasse la rimozione. Lo stesso principio del pericolo di incendio vale per i problemi di carico strutturale, la cui urgenza è ancora più difficile da dimostrare se consideri che non si trattava (almeno a quanto ci dice L) di materiale di scarso peso rispetto a quello che, per legge, un solaio deve poter reggere al mq. Se il timore era quello dell'incendio, avrebbe dovuto chiamare i vigili del fuoco (utli anche per la questione "carico strutturale") e sulla base di un loro verbale che testimoniava il pericolo immediato, far rimuovere il materiale facendolo depositare in qualche magazzino. Non certo a buttarlo. Dopodiché a convocare con urgenza l'assemblea per comunicare i fatti. lorettamasotti (chiamiamola "L") legalmente non aveva alcun bisogno di essere autorizzata da nessuno. Le parti comuni non sono proprietà del condominio, ma dei condòmini. E' sulla base di questa differenza, piccola ma tutt'altro che irrilevante, che si configura la possibilità del "maggior godimento" da parte di un condòminio sulle parti comuni. Questa sarà certamente la tesi di A, ma temo che non possa reggere in tribunale. Dove sta scritto che ove non reclamato regolarmente il diritto di proprietà si estingue? L non deve dimostrare alcunché. A fronte di una denuncia per appropriazione indebita è il denunciato a dover fornire le prove, non il denunciante! I pensionati non fotografano la pensione prima di essere scippati e nessuno fotografa il proprio televisone nell'eventualità che qualcuno glie lo rubi. Le foto, al limite, doveva farle A per poter giustificare a posteriori il proprio intervento (questo si, illecito). Esatto. E' il motivo per cui se un inquilino sparisce il proprietario dell'appartamento non può entrare dentro casa SUA se non in presenza delle forze dell'ordine (o chi per loro) e dietro autorizzazione del tribunale. Starà però a lui dimostrarlo. L potrà chiamare a testimoniare i condòmini (e non essere tanto certo che nessuno si metterà in mezzo, considerando che la roba depositata non apparteneva solo a L), gli addetti della ditta che hanno rimosso i materiali e una miriade di amici (che non mancano mai) che dichiarano che hanno aiutato a portare su i mobili e che il giorno prima erano ancora li... Comunque tu voglia metterla, A è nel torto e in caso di denuncia avrebbe non poche difficoltà a cavarsi d'impiccio sia dal punto di vista penale che civile. [/QUOTE]
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