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<blockquote data-quote="AlbertoF" data-source="post: 71998"><p>Caro ramon, la tua richiesta non è molto chiara.</p><p>Infatti sarebbe necessario sapere se gli acquirenti sono in regime di separazione o di comunione legale dei beni.</p><p>Se sono in regime di comunione il bene si intende cointestato e quindi esposto ai debiti di entrambi i coniugi.</p><p>Se invece è in regime di separazione e viene intestato alla moglie, i debiti del marito non potranno incidere su un eventuale recupero rifacendosi sul bene stesso A condizione però che la moglie non rilasci mai firme di garanzia in favore del marito verso nessuno. La banca,secondo me, giustamente, esige la partecipazione all'accollo mutuo anche del marito perchè l'operazione viene effettuata nei confronti della "famiglia" che in questo caso è composta tra moglie e marito. La partecipazione del marito comporta però una sua responsabilità solo nei confronti di quella banca e di quella operazione di accollo,la quale non può a sua volta utilizzare l'ipoteca esistente sul bene per rifarsi su debiti diversi dal mutuo.Al contrario ,se il marito avesse altre esposizioni verso quella banca e dovessero sorgere problemi finanziari,la banca a sua volta può mettere in atto le procedure forzate per un suo eventuale recupero, muovendosi diversamente</p><p>Conclusione: se non c'è fiducia tra i due componenti della famiglia ,la Banca quale fiducia deve avere?.</p><p>Ciao</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="AlbertoF, post: 71998"] Caro ramon, la tua richiesta non è molto chiara. Infatti sarebbe necessario sapere se gli acquirenti sono in regime di separazione o di comunione legale dei beni. Se sono in regime di comunione il bene si intende cointestato e quindi esposto ai debiti di entrambi i coniugi. Se invece è in regime di separazione e viene intestato alla moglie, i debiti del marito non potranno incidere su un eventuale recupero rifacendosi sul bene stesso A condizione però che la moglie non rilasci mai firme di garanzia in favore del marito verso nessuno. La banca,secondo me, giustamente, esige la partecipazione all'accollo mutuo anche del marito perchè l'operazione viene effettuata nei confronti della "famiglia" che in questo caso è composta tra moglie e marito. La partecipazione del marito comporta però una sua responsabilità solo nei confronti di quella banca e di quella operazione di accollo,la quale non può a sua volta utilizzare l'ipoteca esistente sul bene per rifarsi su debiti diversi dal mutuo.Al contrario ,se il marito avesse altre esposizioni verso quella banca e dovessero sorgere problemi finanziari,la banca a sua volta può mettere in atto le procedure forzate per un suo eventuale recupero, muovendosi diversamente Conclusione: se non c'è fiducia tra i due componenti della famiglia ,la Banca quale fiducia deve avere?. Ciao [/QUOTE]
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