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<blockquote data-quote="Gianco" data-source="post: 273616" data-attributes="member: 43421"><p>Da noi non è permesso avere delle galline in casa, anche se al mattino, a volte ancora notte, sento i canti dei galli.</p><p>Nei paesi dell'interno era consuetudine e forse lo è ancora, allevare il maiale in casa che per natale veniva macellato e forniva le provviste per diversi mesi fra salumi, lardo, e carne trattata nei modi più impensabili. Talvolta per conservarla veniva messa sotto vino. Ovviamente la potevi mangiare anche dopo diversi mesi.</p><p>La tradizione ormai sta scomparendo, vuoi perché il maiale, anche se curato puzza e d'estate attira le mosche e poi è una fatica immane lavorare le carni quando si arriva a bestie di oltre 150 kg. Tutta la famiglia ed il vicinato intervengono e si aiutano a vicenda. E' un'esperienza che ho vissuto con piacere, nel senso che andavo a trovare i parenti della mia ex moglie che è di Ghilarza nell'oristanese. Probabilmente la tradizione continua ancora. Bei piacevoli ricordi con grosse libagioni con vino molto generoso. E per concludere, ottimo fil'e ferru fatto in casa. Per chi non lo sapesse è la grappa, dal profumo inconfondibile, ricavata dalla distillazione delle vinacce fatte fermentare dopo la torchiatura. Se qualcuno no conosce il motivo del nome particolare del distillato, lo spiego in un secondo momento. Ora vado a cenare. Buon appetito e brinderò con il fil'e ferru.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Gianco, post: 273616, member: 43421"] Da noi non è permesso avere delle galline in casa, anche se al mattino, a volte ancora notte, sento i canti dei galli. Nei paesi dell'interno era consuetudine e forse lo è ancora, allevare il maiale in casa che per natale veniva macellato e forniva le provviste per diversi mesi fra salumi, lardo, e carne trattata nei modi più impensabili. Talvolta per conservarla veniva messa sotto vino. Ovviamente la potevi mangiare anche dopo diversi mesi. La tradizione ormai sta scomparendo, vuoi perché il maiale, anche se curato puzza e d'estate attira le mosche e poi è una fatica immane lavorare le carni quando si arriva a bestie di oltre 150 kg. Tutta la famiglia ed il vicinato intervengono e si aiutano a vicenda. E' un'esperienza che ho vissuto con piacere, nel senso che andavo a trovare i parenti della mia ex moglie che è di Ghilarza nell'oristanese. Probabilmente la tradizione continua ancora. Bei piacevoli ricordi con grosse libagioni con vino molto generoso. E per concludere, ottimo fil'e ferru fatto in casa. Per chi non lo sapesse è la grappa, dal profumo inconfondibile, ricavata dalla distillazione delle vinacce fatte fermentare dopo la torchiatura. Se qualcuno no conosce il motivo del nome particolare del distillato, lo spiego in un secondo momento. Ora vado a cenare. Buon appetito e brinderò con il fil'e ferru. [/QUOTE]
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