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Testo
<blockquote data-quote="Ollj" data-source="post: 277870"><p>Gianco scusi se insisto; ma quello che lei dice non corrisponde alla legge.</p><p>Esempio:</p><p>Tizio muore e lascia tre figli: Sempronio, Caio e Petronio (dove pensionato = Sempronio ed il fratello che ipoteca la quota = Petronio)</p><p>Si apre la successione:</p><p>- Caio accetta e riceve 1/3</p><p>- Petronio accetta e riceve 1/3 su cui si costituisce ipoteca Equitalia.</p><p>- Sempronio accetta e riceve 1/3</p><p>Ergo, tutti hanno accettato ed il patrimonio di Tizio è stato diviso tra i suoi figli; <strong>nessun accrescimento si potrà mai verificare tra i coeredi</strong> Sempronio, Caio e Petronio perchè ognuno ha accettato la sua quota.</p><p></p><p>A distanza di tempo muore Petronio che fece ipotecare da Equitalia la sua quota e lascia in vita i propri figli; questi non accettano, nè lo fanno i figli dei figli; <strong>passano 10 anni</strong> senza che nessuno accetti (nemmeno i fratelli) <strong>la eredità di Petronio si devolve allo Stato</strong> perchè Petronio <strong>non ha un erede che voglia subentrargli</strong>: <u>qui l'accrescimento non ci azzecca per niente</u>. (per renderlo operativo è necessario che ci sia <strong>pluralità di coeredi </strong>potenziali e che almeno <strong>uno di essi accetti </strong>(che uno dei figli di Petronio accetti).</p><p></p><p>Il padre di [USER=51919]@pensionato[/USER], originale de cuius ha lasciato degli eredi e tutti hanno accettato: il c.d. accrescimento di quota non si realizzerà mai, perchè <strong>nessuno ha rinunciato alla quota</strong></p><p>Art.522 Cc "Nelle successioni legittime l<strong>a parte di colui che rinunzia</strong> <strong>si accresce</strong> a coloro che <strong>avrebbero concorso col rinunziante</strong>, salvo il diritto di rappresentazione e salvo il disposto dell'ultimo comma dell'art. 571. Se il rinunziante è solo, l'eredità si devolve a coloro ai quali spetterebbe nel caso che egli mancasse"</p><p>Saluti</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Ollj, post: 277870"] Gianco scusi se insisto; ma quello che lei dice non corrisponde alla legge. Esempio: Tizio muore e lascia tre figli: Sempronio, Caio e Petronio (dove pensionato = Sempronio ed il fratello che ipoteca la quota = Petronio) Si apre la successione: - Caio accetta e riceve 1/3 - Petronio accetta e riceve 1/3 su cui si costituisce ipoteca Equitalia. - Sempronio accetta e riceve 1/3 Ergo, tutti hanno accettato ed il patrimonio di Tizio è stato diviso tra i suoi figli; [B]nessun accrescimento si potrà mai verificare tra i coeredi[/B] Sempronio, Caio e Petronio perchè ognuno ha accettato la sua quota. A distanza di tempo muore Petronio che fece ipotecare da Equitalia la sua quota e lascia in vita i propri figli; questi non accettano, nè lo fanno i figli dei figli; [B]passano 10 anni[/B] senza che nessuno accetti (nemmeno i fratelli) [B]la eredità di Petronio si devolve allo Stato[/B] perchè Petronio [B]non ha un erede che voglia subentrargli[/B]: [U]qui l'accrescimento non ci azzecca per niente[/U]. (per renderlo operativo è necessario che ci sia [B]pluralità di coeredi [/B]potenziali e che almeno [B]uno di essi accetti [/B](che uno dei figli di Petronio accetti). Il padre di [USER=51919]@pensionato[/USER], originale de cuius ha lasciato degli eredi e tutti hanno accettato: il c.d. accrescimento di quota non si realizzerà mai, perchè [B]nessuno ha rinunciato alla quota[/B] Art.522 Cc "Nelle successioni legittime l[B]a parte di colui che rinunzia[/B] [B]si accresce[/B] a coloro che [B]avrebbero concorso col rinunziante[/B], salvo il diritto di rappresentazione e salvo il disposto dell'ultimo comma dell'art. 571. Se il rinunziante è solo, l'eredità si devolve a coloro ai quali spetterebbe nel caso che egli mancasse" Saluti [/QUOTE]
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