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Cointestare casa al coniuge in regime di separazione dei beni
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<blockquote data-quote="vincejordano" data-source="post: 246639" data-attributes="member: 47875"><p>Gent. Sig. "Griz", la cosa non può essere così! E non possiamo abbassarci, semplicemente per difendere l'operato di un "collega" o della "categoria", ad un italianissimo colpo di spugna, volendo salvare capra e cavoli, con .... chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato.....</p><p>Qui ho voluto evidenziare quello che, a mio umile parere, sembra esser un "buco normativo" sulla specificità dell'argomento.</p><p>Una cosa si può fare o no? C'è una legge che vieta formalmente questa possibilità? Bisogna smetterla con la "libera interpretazione" (anche se altrimenti non esisterebbe la Cassazione ed i nostri 3 gradi di procedimento)....</p><p>L'unica cosa che mi è stata messa in evidenza, verbalmente, è che (anche se non mi risulta nello Statuto della Cooperativa):</p><p>"La Cooperativa cede l'appartamento in "esclusiva" al Socio - regolarmente iscritto nel Registro dei Soci della Cooperativa a seguito del riconoscimento dei "requisiti" di idoneità a tale iscrizione - il quale risulta (a loro dire) l'unico ad avere i "requisiti" per l'assegnazione dell'alloggio stesso.</p><p>Pertanto, al momento dell'assegnazione "definitiva" (che quindi non viene paragonata ad una vera e propria "vendita" tra cooperativa e singolo), se il socio risulta essere coniugato in comunione dei beni, giusta quanto previsto dal c.c. modificato con legge 151/75, il bene viene assunto "automaticamente" in parti uguali anche dal coniuge.</p><p>"<u>Automaticità" che non è applicata, nel caso di regime di separazione dei beni</u>!</p><p>Ed è proprio questo il punto! Cosa mi vieta, per legge, nel VOLERE cedere, in fase di acquisizione, per mia libera scelta e in accordo con la mia consorte, una parte della proprietà che mi viene definitivamente assegnata?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="vincejordano, post: 246639, member: 47875"] Gent. Sig. "Griz", la cosa non può essere così! E non possiamo abbassarci, semplicemente per difendere l'operato di un "collega" o della "categoria", ad un italianissimo colpo di spugna, volendo salvare capra e cavoli, con .... chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato..... Qui ho voluto evidenziare quello che, a mio umile parere, sembra esser un "buco normativo" sulla specificità dell'argomento. Una cosa si può fare o no? C'è una legge che vieta formalmente questa possibilità? Bisogna smetterla con la "libera interpretazione" (anche se altrimenti non esisterebbe la Cassazione ed i nostri 3 gradi di procedimento).... L'unica cosa che mi è stata messa in evidenza, verbalmente, è che (anche se non mi risulta nello Statuto della Cooperativa): "La Cooperativa cede l'appartamento in "esclusiva" al Socio - regolarmente iscritto nel Registro dei Soci della Cooperativa a seguito del riconoscimento dei "requisiti" di idoneità a tale iscrizione - il quale risulta (a loro dire) l'unico ad avere i "requisiti" per l'assegnazione dell'alloggio stesso. Pertanto, al momento dell'assegnazione "definitiva" (che quindi non viene paragonata ad una vera e propria "vendita" tra cooperativa e singolo), se il socio risulta essere coniugato in comunione dei beni, giusta quanto previsto dal c.c. modificato con legge 151/75, il bene viene assunto "automaticamente" in parti uguali anche dal coniuge. "[U]Automaticità" che non è applicata, nel caso di regime di separazione dei beni[/U]! Ed è proprio questo il punto! Cosa mi vieta, per legge, nel VOLERE cedere, in fase di acquisizione, per mia libera scelta e in accordo con la mia consorte, una parte della proprietà che mi viene definitivamente assegnata? [/QUOTE]
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