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<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 241688" data-attributes="member: 15764"><p>vieni a farti un giro a Roma.</p><p>Vedi tu sei quello che sostiene che la gente deve spostare la residenza nel luogo dove dimora abitualmente: peccato che ovunque uno vada trova gente che ha lasciato la residenza nell'abitazione della famiglia originaria. Io stesso ho mantenuto la residenza a Milano fino al 1996 pur essendo venuto a Roma nel 1981. Quando andavo a votare partivo alla domenica mattina da Fiumicino e guarda casa l'aereo era colmo di gente che, come me, andava a Milano a votare. Nelle mie relazioni lavorative ho trovato un Torinese che abitava a Napoli da 35 anni, e colà si era sposato, ma aveva ancora la residenza nella casa dei genitori, che erano già morti, ma siccome nella casa ci abitava ancora la sorella, lui aveva lasciato la residenza.</p><p>Per quanto concerne l'argomento di questa discussione: è una prassi consolidata, non solo a Roma, basta leggere le discussioni su propit, con la scusa di assistere il nonno o la nonna supestite over 80, oppure con la scusa di avere un domicilio nella città dove si sono iscritti all'Università, le nipoti o i nipoti spostano la residenza nella casa dell' Aler (ma anche degli altri enti proprietari di appartamenti; tanto per citarne un altro: la Cassa del Notariato, che probabilmente conosci bene). Questi baldi giovani, ma anche i generi o le nuore, quando si presentano in comune per spostare la residenza allegano il benestare dell' assegnatario a far fissare la residenza nel medesimo alloggio. Che poi come scrivi tu</p><p></p><p>questo è un altro discorso; io non ho mai sentito che il Comune abbia negato la residenza ad un parente od affine di un assegnatario di casa popolare perché l'ente non ha dato l'assenso alla residenza del nuovo soggetto. Se l'ente fosse a conoscenza di questo nuovo occupante nel giro di una settimana dalla consapevolezza dovrebbe intimare all'intruso di lasciare l'appartamento. Invece così non è. Tutti zitti. Anche chi ha iniziato questa discussione ha scritto che a seguito di un tentativo di subentro nell'affitto gli hanno risposto negativamente, tuttavia continuano ad inviare i bollettini a nome del defunto (sono trascorsi più di 10 anni dalla morte) che il subentrante continua a pagare regolarmente.</p><p>Posso reiterare</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 241688, member: 15764"] vieni a farti un giro a Roma. Vedi tu sei quello che sostiene che la gente deve spostare la residenza nel luogo dove dimora abitualmente: peccato che ovunque uno vada trova gente che ha lasciato la residenza nell'abitazione della famiglia originaria. Io stesso ho mantenuto la residenza a Milano fino al 1996 pur essendo venuto a Roma nel 1981. Quando andavo a votare partivo alla domenica mattina da Fiumicino e guarda casa l'aereo era colmo di gente che, come me, andava a Milano a votare. Nelle mie relazioni lavorative ho trovato un Torinese che abitava a Napoli da 35 anni, e colà si era sposato, ma aveva ancora la residenza nella casa dei genitori, che erano già morti, ma siccome nella casa ci abitava ancora la sorella, lui aveva lasciato la residenza. Per quanto concerne l'argomento di questa discussione: è una prassi consolidata, non solo a Roma, basta leggere le discussioni su propit, con la scusa di assistere il nonno o la nonna supestite over 80, oppure con la scusa di avere un domicilio nella città dove si sono iscritti all'Università, le nipoti o i nipoti spostano la residenza nella casa dell' Aler (ma anche degli altri enti proprietari di appartamenti; tanto per citarne un altro: la Cassa del Notariato, che probabilmente conosci bene). Questi baldi giovani, ma anche i generi o le nuore, quando si presentano in comune per spostare la residenza allegano il benestare dell' assegnatario a far fissare la residenza nel medesimo alloggio. Che poi come scrivi tu questo è un altro discorso; io non ho mai sentito che il Comune abbia negato la residenza ad un parente od affine di un assegnatario di casa popolare perché l'ente non ha dato l'assenso alla residenza del nuovo soggetto. Se l'ente fosse a conoscenza di questo nuovo occupante nel giro di una settimana dalla consapevolezza dovrebbe intimare all'intruso di lasciare l'appartamento. Invece così non è. Tutti zitti. Anche chi ha iniziato questa discussione ha scritto che a seguito di un tentativo di subentro nell'affitto gli hanno risposto negativamente, tuttavia continuano ad inviare i bollettini a nome del defunto (sono trascorsi più di 10 anni dalla morte) che il subentrante continua a pagare regolarmente. Posso reiterare [/QUOTE]
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