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Contratto scaduto e morosità in corso.
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<blockquote data-quote="basty" data-source="post: 271233" data-attributes="member: 35382"><p>Sono alle prese con una situazione abbastanza singolare.</p><p>Un inquilino con contratto stipulato in ottobre 2004, da circa 4 anni ha accumulato ritardi nel pagamento del canone.</p><p>Avevamo concordato un piano di rientro, ma in pratica il credito è rimasto pressoché invariato da due anni, ed è pari ad una intera annualità: ammetto che possa sembrare ingiustificato tollerare questa morosità: ma era sempre stato corretto ed ho cercato di venire loro incontro in un momento di difficoltà che pensavo transitorio.</p><p>Lui ha avviato una attività artigianale in proprio, Lei è impiegata.</p><p></p><p>In febbraio 2016 ho inviato RR di formale disdetta, per la fine di settembre 2016, dichiarandomi disponibile al rinnovo a nuove condizioni: il contratto oggi è scaduto. Le nuove condizioni non erano altro che pervenire ad una soluzione ragionevole sul debito pregresso</p><p></p><p>Speravo, di far leva sui conduttori in occasione della scadenza e proroga; ma a quanto pare fanno orecchi da mercante, dimostrando poca educazione e intelligenza: dopo un paio di promesse su una possibile risposta, la sensazione è che stiano tergiversando.</p><p></p><p>Ritengo che economicamente potrebbero sistemare le pendenze (eventualmente con l'aiuto di familiari), e non sono nullatenenti. </p><p></p><p>Domande:</p><p>1) La azione di recupero crediti (decreto ingiuntivo) è indipendente dalla procedura di sfratto o è necessariamente conseguente?</p><p>2) Quale che sia la prossima inevitabile azione legale, meglio attivarla con contratto scaduto o con contratto prorogato?</p><p></p><p>Cito il punto 2 perchè mi sembra di ricordare che qui qualcuno aveva affermato essere più problematica la richiesta di rilascio, in presenza di contratto risolto (che mi sembra abbastanza paradossale).</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="basty, post: 271233, member: 35382"] Sono alle prese con una situazione abbastanza singolare. Un inquilino con contratto stipulato in ottobre 2004, da circa 4 anni ha accumulato ritardi nel pagamento del canone. Avevamo concordato un piano di rientro, ma in pratica il credito è rimasto pressoché invariato da due anni, ed è pari ad una intera annualità: ammetto che possa sembrare ingiustificato tollerare questa morosità: ma era sempre stato corretto ed ho cercato di venire loro incontro in un momento di difficoltà che pensavo transitorio. Lui ha avviato una attività artigianale in proprio, Lei è impiegata. In febbraio 2016 ho inviato RR di formale disdetta, per la fine di settembre 2016, dichiarandomi disponibile al rinnovo a nuove condizioni: il contratto oggi è scaduto. Le nuove condizioni non erano altro che pervenire ad una soluzione ragionevole sul debito pregresso Speravo, di far leva sui conduttori in occasione della scadenza e proroga; ma a quanto pare fanno orecchi da mercante, dimostrando poca educazione e intelligenza: dopo un paio di promesse su una possibile risposta, la sensazione è che stiano tergiversando. Ritengo che economicamente potrebbero sistemare le pendenze (eventualmente con l'aiuto di familiari), e non sono nullatenenti. Domande: 1) La azione di recupero crediti (decreto ingiuntivo) è indipendente dalla procedura di sfratto o è necessariamente conseguente? 2) Quale che sia la prossima inevitabile azione legale, meglio attivarla con contratto scaduto o con contratto prorogato? Cito il punto 2 perchè mi sembra di ricordare che qui qualcuno aveva affermato essere più problematica la richiesta di rilascio, in presenza di contratto risolto (che mi sembra abbastanza paradossale). [/QUOTE]
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