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<blockquote data-quote="meri56" data-source="post: 86032" data-attributes="member: 17547"><p>A quanto mi risulta è illegittima una richiesta relativa a costi di migrazione se questi costi non sono giustificati, perchè in tal caso assumono l'aspetto di una penale.</p><p>Io ho fatto il contrario di quello che hai fatto tu. Sono passata da Fastweb a Infostrada e mi è puntualmente</p><p>arrivata una fattura di Fastweb per i costi di dismissione. Io ho scritto una raccomandata dichiarandomi disposta a pagare a fronte dell'invio del dettaglio di tali costi. Dopo un pò mi è arrivata una lettera (non raccomandata) da un'agenzia recupero crediti.</p><p>Ho scritto un'altra raccomandata a Fastweb e ho mandato la stessa lettera a una associazione di consumatori di cui sono socia unitamente alla documentazione (fattura, lettere inviate e lettere ricevute). Mi risulta che i legali dell'associazione abbiano scritto a Fastweb</p><p>Sono passati mesi, da Fastweb o dal recupero crediti più nulla.</p><p>Credo e spero che sia finita qui. Certo se penso al tempo che ho perso, alle telefonate che ho fatto, alle raccomandate che ho spedito, non ho certo risparmiato, ma era una questione di principio. </p><p>Sul sito dell'AGICOM la risposta alla domanda se i costi di migrazione sono dovuti è quella che ti riporto:</p><p>" Le penali per recesso anticipato sono state abolite dalla Legge 40/2007. Tuttavia, la stessa legge prevede che, in caso di recesso anticipato, possa essere richiesto all’utente il pagamento di somme che siano giustificate da costi che l’operatore sopporta per le attività pertinenti al recesso. L’operatore deve quindi motivare e giustificare i costi addebitati per il recesso anticipato. </p><p>In base all’interpretazione della legge, seguita dall’Autorità nei propri provvedimenti e confermata dal giudice amministrativo, i costi che l’operatore può richiedere in sede di recesso anticipato sono soltanto quelli strettamente connessi alle attività necessarie alla lavorazione del recesso, secondo principi economici di causalità e pertinenza. </p><p>Ad oggi non esiste un elenco dei costi giustificati per il recesso, quindi, nel caso non ritenga congrua e motivata la somma richiesta dal proprio operatore, l’utente può presentare un reclamo scritto al gestore chiedendo di giustificare dettagliatamente gli importi addebitati. </p><p>Qualora il reclamo non vada a buon fine (per esempio perché l’operatore non risponde o, pur rispondendo, non fornisce una convincente giustificazione degli addebiti), l’utente per tutelare i suoi interessi può instaurare un contenzioso con l’operatore e/o può segnalare la vicenda all’Autorità con il modello D per l’avvio di un eventuale procedimento sanzionatorio nei confronti dell’operatore."</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="meri56, post: 86032, member: 17547"] A quanto mi risulta è illegittima una richiesta relativa a costi di migrazione se questi costi non sono giustificati, perchè in tal caso assumono l'aspetto di una penale. Io ho fatto il contrario di quello che hai fatto tu. Sono passata da Fastweb a Infostrada e mi è puntualmente arrivata una fattura di Fastweb per i costi di dismissione. Io ho scritto una raccomandata dichiarandomi disposta a pagare a fronte dell'invio del dettaglio di tali costi. Dopo un pò mi è arrivata una lettera (non raccomandata) da un'agenzia recupero crediti. Ho scritto un'altra raccomandata a Fastweb e ho mandato la stessa lettera a una associazione di consumatori di cui sono socia unitamente alla documentazione (fattura, lettere inviate e lettere ricevute). Mi risulta che i legali dell'associazione abbiano scritto a Fastweb Sono passati mesi, da Fastweb o dal recupero crediti più nulla. Credo e spero che sia finita qui. Certo se penso al tempo che ho perso, alle telefonate che ho fatto, alle raccomandate che ho spedito, non ho certo risparmiato, ma era una questione di principio. Sul sito dell'AGICOM la risposta alla domanda se i costi di migrazione sono dovuti è quella che ti riporto: " Le penali per recesso anticipato sono state abolite dalla Legge 40/2007. Tuttavia, la stessa legge prevede che, in caso di recesso anticipato, possa essere richiesto all’utente il pagamento di somme che siano giustificate da costi che l’operatore sopporta per le attività pertinenti al recesso. L’operatore deve quindi motivare e giustificare i costi addebitati per il recesso anticipato. In base all’interpretazione della legge, seguita dall’Autorità nei propri provvedimenti e confermata dal giudice amministrativo, i costi che l’operatore può richiedere in sede di recesso anticipato sono soltanto quelli strettamente connessi alle attività necessarie alla lavorazione del recesso, secondo principi economici di causalità e pertinenza. Ad oggi non esiste un elenco dei costi giustificati per il recesso, quindi, nel caso non ritenga congrua e motivata la somma richiesta dal proprio operatore, l’utente può presentare un reclamo scritto al gestore chiedendo di giustificare dettagliatamente gli importi addebitati. Qualora il reclamo non vada a buon fine (per esempio perché l’operatore non risponde o, pur rispondendo, non fornisce una convincente giustificazione degli addebiti), l’utente per tutelare i suoi interessi può instaurare un contenzioso con l’operatore e/o può segnalare la vicenda all’Autorità con il modello D per l’avvio di un eventuale procedimento sanzionatorio nei confronti dell’operatore." [/QUOTE]
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