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Area Amministrativa Fiscale e Tributaria
Fisco, Detrazioni e Tasse
Detrazioni moglie incapiente e diversa residenza
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<blockquote data-quote="pongoblu" data-source="post: 291425" data-attributes="member: 52804"><p>Vi ringrazio per la richiesta di chiarimento e della messa in guardia. Spero che con questa risposta chiarisca le idee ..... anche al sottoscritto.</p><p>Questa è quanto si legge su "affari-italiani" di ottobre 2013.</p><p><strong>DOMANDA </strong></p><p>Buonasera, ho una domanda per lei. Sono sposata da alcuni anni ma io e mio marito abbiamo residenze diverse. É lecito? La ringrazio infinitamente</p><p><strong>RISPOSTA </strong></p><p>Il matrimonio si fonda sul principio di eguaglianza morale e giuridica dei coniugi: oggi infatti, marito e moglie, a differenza che in passato, hanno gli stessi diritti ed assumono i medesimi doveri quali l'obbligo di fedeltà, di assistenza morale e materiale, di collaborazione e di coabitazione. Quest' ultimo impone ai coniugi di concordare “l'indirizzo della vita familiare”, cioè di accordarsi sul luogo dove esso debba avere attuazione. In particolare l' art. 144 del codice civile implica il contemperamento tra la necessità di una residenza familiare e gli interessi individuali di ciascun coniuge che possono richiedere di limitare la convivenza sotto lo stesso tetto. La residenza familiare va pertanto intesa come il luogo dove si svolge la vita in comune, ben potendo i coniugi di comune accordo determinare l'obbligo di coabitazione nell'ottica di diverse dimore. In conclusione, quindi, la normativa attualmente in vigore non impone alla coppia sposata di avere una sola residenza anagrafica, senza alcuna distinzione tra chi abbia scelto il regime di comunione o separazione legale dei beni . Conseguenza di tali considerazioni è che Lei potrà legittimamente avere una residenza diversa da quella di Suo marito, in quanto ben si può parlare di residenza familiare anche qualora i coniugi abbiano residenze diverse.</p><p></p><p>(Sent. 24574/2008)</p><p>"assume rilievo il principio fissato dall'art. 144 c.c., secondo cui la scelta della residenza familiare è rimessa alla volontà concordata di entrambi i coniugi, con la conseguenza che tale scelta non deve soddisfare soltanto le esigenze economiche e professionali del marito, ma deve soprattutto salvaguardare le esigenze di entrambi i coniugi e quelle preminenti della serenità della famiglia"</p><p></p><p>Fonte: <a href="http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_6084.asp#ixzz4htVLMr91" target="_blank">Cassazione: marito guadagna di più della moglie? La residenza familiare va sempre concordata decisa insieme</a> </p><p>(<a href="http://www.StudioCataldi.it" target="_blank">www.StudioCataldi.it</a>) </p><p></p><p><a href="https://www.laleggepertutti.it/142573_due-persone-sposate-possono-avere-residenze-diverse" target="_blank">Due persone sposate possono avere residenze diverse?</a></p><p></p><p><em><strong>I coniugi devono per forza avere la stessa residenza per non violare l’obbligo di coabitazione? E quali sono gli effetti sul pagamento delle tasse?</strong></em></p><p>In ogni famiglia può succedere che il lavoro costringa i coniugi a non vivere nella stessa casa: <strong>ma due persone sposate possono avere residenze diverse? </strong>Secondo la legge, sì: la presenza di due <strong>residenze</strong>anagrafiche non implica automaticamente la violazione dell’obbligo di coabitazione.</p><p><span style="font-size: 18px"><strong><strong>I coniugi con residenze diverse</strong></strong></span></p><p>Accade spesso nella realtà familiare che due <strong>persone sposate</strong> siano costrette a vivere in città diverse, ad esempio per esigenze lavorative. Che succede in questo caso secondo la legge? Il nostro codice civile impone ai <strong>coniugi</strong> l’obbligo della coabitazione <strong>[1]</strong>. Tuttavia, bisogna distinguere tale dovere dalla possibilità di avere una residenza anagrafica diversa. La coabitazione, infatti, è un obbligo reciproco che discende direttamente dal diritto di famiglia. Esso è volto (unitamente ai doveri di fedeltà, di assistenza morale e materiale e di collaborazione) a valorizzare l’unità familiare intesa come progetto comune di vita. Di conseguenza, se uno dei <strong>coniugi</strong> viola l’obbligo di coabitazione, ciò potrà essere ad esempio causa di addebito della separazione, con tutto quello che ne deriva in tema di alimenti e affidamento dei figli.</p><p>....</p><p>Il fatto di avere due r<strong>esidenze diverse</strong> è fatto totalmente diverso, in quanto non implica necessariamente l’assenza di unità familiare. Anzi, questa soluzione potrà essere necessaria e inevitabile per motivi di lavoro e, quindi, proprio per assolvere i doveri di collaborazione e contribuzione alla vita familiare che la legge richiede alle <strong>persone sposate</strong>. Dunque, alla domanda va data risposta affermativa: i <strong>coniugi possono avere residenze diverse</strong>.</p><p>Se uno di essi chiede all’anagrafe di spostare la propria residenza, l’ufficiale preposto non può rifiutare la richiesta per il solo fatto che si tratta di una persona sposata. Al massimo, compete all’anagrafe la verifica dello stato di fatto (ossia accertare che il soggetto dimori effettivamente nella nuova casa). Il funzionario dell’anagrafe non potrà mai entrare nel merito della scelta di abitare in case differenti, valutando se ciò configuri o meno violazione dei doveri matrimoniali. Egli accerterà solamente la situazione di fatto e registrerà i coniugi in due <strong>residenze diverse</strong>.</p><ul> <li data-xf-list-type="ul">se i coniugi hanno due residenze nello stesso comune, verrà considerata abitazione principale solo uno dei due immobili, mentre sull’altro andranno pagate regolarmente IMU e Tasi. Lo scopo è quello di evitare elusioni della legge fiscale: in pratica, i coniugi potrebbero iscrivere due <strong>residenze diverse</strong> nello stesso comune per pagare meno tasse (se si considerassero entrambe abitazioni principali, su tutte e due le case ci applicherebbero le agevolazioni fiscali);</li> <li data-xf-list-type="ul">se invece i <strong>coniugi</strong> hanno due residenze in comuni diversi, è possibile che entrambe le case vengano riconosciute come abitazioni principali: in questo caso non c’è rischio di elusione della legge, in quanto si presume che uno dei coniugi si sia trasferito in un’altra città per motivi <strong>lavorativi</strong>.</li> </ul><p>e tanto altro.</p><p></p><p>Per non andare troppo OT</p><p>ripropongo la mia richiesta che comunque non ha a che fare con la situazione residenza o meno . Chiedo : </p><p><em><strong>....la fine del comodato "precario" va registrato ripagando i 200 euro (o letto anche dei 67 euro) alla Agenzia delle Entrate o no? </strong></em></p><p><em><strong>C'è chi dice si e chi dice no.</strong></em></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="pongoblu, post: 291425, member: 52804"] Vi ringrazio per la richiesta di chiarimento e della messa in guardia. Spero che con questa risposta chiarisca le idee ..... anche al sottoscritto. Questa è quanto si legge su "affari-italiani" di ottobre 2013. [B]DOMANDA [/B] Buonasera, ho una domanda per lei. Sono sposata da alcuni anni ma io e mio marito abbiamo residenze diverse. É lecito? La ringrazio infinitamente [B]RISPOSTA [/B] Il matrimonio si fonda sul principio di eguaglianza morale e giuridica dei coniugi: oggi infatti, marito e moglie, a differenza che in passato, hanno gli stessi diritti ed assumono i medesimi doveri quali l'obbligo di fedeltà, di assistenza morale e materiale, di collaborazione e di coabitazione. Quest' ultimo impone ai coniugi di concordare “l'indirizzo della vita familiare”, cioè di accordarsi sul luogo dove esso debba avere attuazione. In particolare l' art. 144 del codice civile implica il contemperamento tra la necessità di una residenza familiare e gli interessi individuali di ciascun coniuge che possono richiedere di limitare la convivenza sotto lo stesso tetto. La residenza familiare va pertanto intesa come il luogo dove si svolge la vita in comune, ben potendo i coniugi di comune accordo determinare l'obbligo di coabitazione nell'ottica di diverse dimore. In conclusione, quindi, la normativa attualmente in vigore non impone alla coppia sposata di avere una sola residenza anagrafica, senza alcuna distinzione tra chi abbia scelto il regime di comunione o separazione legale dei beni . Conseguenza di tali considerazioni è che Lei potrà legittimamente avere una residenza diversa da quella di Suo marito, in quanto ben si può parlare di residenza familiare anche qualora i coniugi abbiano residenze diverse. (Sent. 24574/2008) "assume rilievo il principio fissato dall'art. 144 c.c., secondo cui la scelta della residenza familiare è rimessa alla volontà concordata di entrambi i coniugi, con la conseguenza che tale scelta non deve soddisfare soltanto le esigenze economiche e professionali del marito, ma deve soprattutto salvaguardare le esigenze di entrambi i coniugi e quelle preminenti della serenità della famiglia" Fonte: [URL='http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_6084.asp#ixzz4htVLMr91']Cassazione: marito guadagna di più della moglie? La residenza familiare va sempre concordata decisa insieme[/URL] ([URL="http://www.StudioCataldi.it"]www.StudioCataldi.it[/URL]) [URL="https://www.laleggepertutti.it/142573_due-persone-sposate-possono-avere-residenze-diverse"]Due persone sposate possono avere residenze diverse?[/URL] [I][B]I coniugi devono per forza avere la stessa residenza per non violare l’obbligo di coabitazione? E quali sono gli effetti sul pagamento delle tasse?[/B][/I] In ogni famiglia può succedere che il lavoro costringa i coniugi a non vivere nella stessa casa: [B]ma due persone sposate possono avere residenze diverse? [/B]Secondo la legge, sì: la presenza di due [B]residenze[/B]anagrafiche non implica automaticamente la violazione dell’obbligo di coabitazione. [SIZE=5][B][B]I coniugi con residenze diverse[/B][/B][/SIZE] Accade spesso nella realtà familiare che due [B]persone sposate[/B] siano costrette a vivere in città diverse, ad esempio per esigenze lavorative. Che succede in questo caso secondo la legge? Il nostro codice civile impone ai [B]coniugi[/B] l’obbligo della coabitazione [B][1][/B]. Tuttavia, bisogna distinguere tale dovere dalla possibilità di avere una residenza anagrafica diversa. La coabitazione, infatti, è un obbligo reciproco che discende direttamente dal diritto di famiglia. Esso è volto (unitamente ai doveri di fedeltà, di assistenza morale e materiale e di collaborazione) a valorizzare l’unità familiare intesa come progetto comune di vita. Di conseguenza, se uno dei [B]coniugi[/B] viola l’obbligo di coabitazione, ciò potrà essere ad esempio causa di addebito della separazione, con tutto quello che ne deriva in tema di alimenti e affidamento dei figli. .... Il fatto di avere due r[B]esidenze diverse[/B] è fatto totalmente diverso, in quanto non implica necessariamente l’assenza di unità familiare. Anzi, questa soluzione potrà essere necessaria e inevitabile per motivi di lavoro e, quindi, proprio per assolvere i doveri di collaborazione e contribuzione alla vita familiare che la legge richiede alle [B]persone sposate[/B]. Dunque, alla domanda va data risposta affermativa: i [B]coniugi possono avere residenze diverse[/B]. Se uno di essi chiede all’anagrafe di spostare la propria residenza, l’ufficiale preposto non può rifiutare la richiesta per il solo fatto che si tratta di una persona sposata. Al massimo, compete all’anagrafe la verifica dello stato di fatto (ossia accertare che il soggetto dimori effettivamente nella nuova casa). Il funzionario dell’anagrafe non potrà mai entrare nel merito della scelta di abitare in case differenti, valutando se ciò configuri o meno violazione dei doveri matrimoniali. Egli accerterà solamente la situazione di fatto e registrerà i coniugi in due [B]residenze diverse[/B]. [LIST] [*]se i coniugi hanno due residenze nello stesso comune, verrà considerata abitazione principale solo uno dei due immobili, mentre sull’altro andranno pagate regolarmente IMU e Tasi. Lo scopo è quello di evitare elusioni della legge fiscale: in pratica, i coniugi potrebbero iscrivere due [B]residenze diverse[/B] nello stesso comune per pagare meno tasse (se si considerassero entrambe abitazioni principali, su tutte e due le case ci applicherebbero le agevolazioni fiscali); [*]se invece i [B]coniugi[/B] hanno due residenze in comuni diversi, è possibile che entrambe le case vengano riconosciute come abitazioni principali: in questo caso non c’è rischio di elusione della legge, in quanto si presume che uno dei coniugi si sia trasferito in un’altra città per motivi [B]lavorativi[/B]. [/LIST] e tanto altro. Per non andare troppo OT ripropongo la mia richiesta che comunque non ha a che fare con la situazione residenza o meno . Chiedo : [I][B]....la fine del comodato "precario" va registrato ripagando i 200 euro (o letto anche dei 67 euro) alla Agenzia delle Entrate o no? [/B][/I] [I][B]C'è chi dice si e chi dice no.[/B][/I] [/QUOTE]
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