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Area Tecnica ed Edilizia
Catasto Fabbricati ed Edilizia Urbana
Difformità planimetria catastale
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<blockquote data-quote="simonetta1978" data-source="post: 37509" data-attributes="member: 17924"><p>Saluti a tutti in qualità di nuova iscritta. <img src="/styles/default/xenforo/smilies.emoji/people/slight_smile.emoji.svg" class="smilie" loading="lazy" alt=":)" title="Lieve sorriso :)" data-shortname=":)" /></p><p></p><p>Ho stipulato a novembre il compromesso per l'acquisto di un immobile e versato acconto 30.000 €. su 300.000 €. Entro maggio dovremo fare il rogito.</p><p>In tale sede ho fatto rilevare al notaio che sulla pianta sussistevano alcune difformità rispetto al reale (seconda finestra in locale soggiorno mai realizzata, diversa localizzazine dell'attuale cucina, alcuni piccoli tratti di muratura non segnalati); il notaio affermando che tali diversità, non sono tali da determinare variazione di rendita, nè costituiscono "difformità" rispetto all'attuale normativa ha osservato che avrei potuto ricomprenderle nella presentazione del mio progetto di ristrutturazione in comune e successivo aggiornamento catastale. Pertanto alcuna incombenza in merito</p><p>è stata accollata nel preliminare al venditore.</p><p></p><p>La successiva ricerca presso archivio comunale ha rivelato anche un secondo progetto dell'impresa costruttrice, ma ancora non corrispondente all'unica planimetria catastale. </p><p>Il tecnico da me incaricato ha anche verificato che l'immobile si trova in zona sggetta a vincolo paesaggistico. </p><p></p><p>Fortunatamente il defunto padre del venditore ha richiesto e ottenuto nel 1987 condono e sanatoria comunale, in cui tuttavia si fa riferimento ancora alla pianta errata. (io leggo: ti condono con riferimento a quanto risulta da una pianta che evidenzia una finestra mai realizzata, quindi deduci, come se esistesse). Ma il proprietario mi dice che all'epoca non era prescritta la presentazione della pianta corretta in catasto, anzi, l'ufficio tecnico erariale non accettava la presentazione di varianti relativa a diffrmità del ns. tipo.</p><p></p><p>Il mio quesito è questo:</p><p></p><p>- Se io presento il mio progetto in Comune, avvalendomi della sanatoria, </p><p>è possibile che il comune, avendo diretto accesso all'archivio del catasto riscontri la difformità e mi crei problemi o imponga oneri e/o sanzioni?</p><p></p><p>- Posso comunque pretendere dal proprietario per mia completa tranquillità (e ad evitare perdite di tempo future con gli uffici) che provveda a proprio nome, al limite a mie spese (il mio tecnico mi dice che il costo è di 50 € già considerato nei costi globali della pratica) la denuncia per variazione catastale per aggiornamento grafico in catasto prima che io presenti il progetto in comune e garantendomi di accollarsi eventuali eventuali esborsi o conguaglio che il catasto o l'Ufficio Tutela del Paesaggio dovessero richiedere limitatamente al pregresso (tanto più che tutti asseriscono che non può accadere in quanto contrario alla normativa)?</p><p></p><p>Attendo Vs. prezioso parere. Grazie.</p><p></p><p>Simonetta</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="simonetta1978, post: 37509, member: 17924"] Saluti a tutti in qualità di nuova iscritta. :-) Ho stipulato a novembre il compromesso per l'acquisto di un immobile e versato acconto 30.000 €. su 300.000 €. Entro maggio dovremo fare il rogito. In tale sede ho fatto rilevare al notaio che sulla pianta sussistevano alcune difformità rispetto al reale (seconda finestra in locale soggiorno mai realizzata, diversa localizzazine dell'attuale cucina, alcuni piccoli tratti di muratura non segnalati); il notaio affermando che tali diversità, non sono tali da determinare variazione di rendita, nè costituiscono "difformità" rispetto all'attuale normativa ha osservato che avrei potuto ricomprenderle nella presentazione del mio progetto di ristrutturazione in comune e successivo aggiornamento catastale. Pertanto alcuna incombenza in merito è stata accollata nel preliminare al venditore. La successiva ricerca presso archivio comunale ha rivelato anche un secondo progetto dell'impresa costruttrice, ma ancora non corrispondente all'unica planimetria catastale. Il tecnico da me incaricato ha anche verificato che l'immobile si trova in zona sggetta a vincolo paesaggistico. Fortunatamente il defunto padre del venditore ha richiesto e ottenuto nel 1987 condono e sanatoria comunale, in cui tuttavia si fa riferimento ancora alla pianta errata. (io leggo: ti condono con riferimento a quanto risulta da una pianta che evidenzia una finestra mai realizzata, quindi deduci, come se esistesse). Ma il proprietario mi dice che all'epoca non era prescritta la presentazione della pianta corretta in catasto, anzi, l'ufficio tecnico erariale non accettava la presentazione di varianti relativa a diffrmità del ns. tipo. Il mio quesito è questo: - Se io presento il mio progetto in Comune, avvalendomi della sanatoria, è possibile che il comune, avendo diretto accesso all'archivio del catasto riscontri la difformità e mi crei problemi o imponga oneri e/o sanzioni? - Posso comunque pretendere dal proprietario per mia completa tranquillità (e ad evitare perdite di tempo future con gli uffici) che provveda a proprio nome, al limite a mie spese (il mio tecnico mi dice che il costo è di 50 € già considerato nei costi globali della pratica) la denuncia per variazione catastale per aggiornamento grafico in catasto prima che io presenti il progetto in comune e garantendomi di accollarsi eventuali eventuali esborsi o conguaglio che il catasto o l'Ufficio Tutela del Paesaggio dovessero richiedere limitatamente al pregresso (tanto più che tutti asseriscono che non può accadere in quanto contrario alla normativa)? Attendo Vs. prezioso parere. Grazie. Simonetta [/QUOTE]
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