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<blockquote data-quote="quiproquo" data-source="post: 270047" data-attributes="member: 39257"><p>Grazie mille. Per Lei che ci spiega sempre esaurientemente la "LEGGE" e per altri propisti appassionati di musica. In sintesi la mia riflessione: Quando G.Verdi compose la sua prima opera (I lombardi alla prima crociata) la fece stampare</p><p>dall'amico editore G.Ricordi e armato di tutti gli spartiti per orchestrali e cantanti</p><p>ne organizzò l'esecuzione e relativa direzione dal podio nel grande teatro "la Fenice" di Venezia. Incassando tutti i proventi di competenza del compositore.</p><p>Quando, successivamente, si limitò solo a comporre e a far stampare migliaia</p><p>di riduzione (pianoforte e canto, solo pianoforte, piano e violino e altri strumenti</p><p>da canto ecc...) invadendo tutte le librerie dell'Europa colta, inclusa l'America,</p><p>da quel momento il tris autore-editore-esecutore libero o dipendente, venne sciolto</p><p>d'imperio dalla potenza associativa del numero uno+uno= due contro il meno potente uno dell'esecutore già in partenza più debole. Realizzando con la protezione della SIAE la prima legge nel 1865 e definitivamente confermata</p><p>dalla 633/1941. Tutto il 1800 e buona parte del 1900 vedeva l'Europa pullulare</p><p>di caffè concerti con solisti o gruppi di tre,quattro, cinque elementi...Piano, piano</p><p>sono spariti quasi tutti... Solo un'associazione con migliaia di aderenti in grado di</p><p>pagarsi un avvocato e un perito in caso di plagio ( per me da proteggere in toto)</p><p>potrebbe ottenere l'attenzione parlamentare modificando la legge per un minimo di equità...) Ma ve lo vedete voi un trombettista o clarenettista da Palermo dialogare</p><p>con un mandolinista di Napoli o con un pianista di Roma...o con un soprano di Milano...o con fisarmonicista di Udine...??? E' più facile che il Cammello...</p><p>Qual è il punto di contrasto con la legge??? E' il dare agli editore l'ordine di stampare e commercializzare gli spartiti. I difensori del diritto fra cui un collaboratore del suo studio che a Milano non fu in grado di abbattere la ratio</p><p>della mia tesi si inventarono un corposo "slogan" : Proprietà intellettuale.</p><p>Che mi viene a fagiolo. Si può pensare per comodità alla proprietà immobiliare</p><p>la quale come tutti i beni materiali o immateriali che siano hanno un loro</p><p>uso intrinseco. Bene, l'uso intrinseco di un alloggio è quello di essere abitato</p><p>indipendentemente dalla forma contrattuale (locazione onerosa o gratuita,</p><p>donazione o cessione onerosa ecc...). Bene, non vi è differenza fra un alloggio</p><p>comprato e uno spartito comprato da Curci. Entrambi hanno trasferito in capo</p><p>al compratore tutto l'uso intrinseco del bene con la sola eccezione per la progettualità (plagio) che deve essere garantita anche con leggi imperative.</p><p>Nel 1901 un notissimo pianista agli albori della musica ritmata già anticipatrice del</p><p>Jazz compose e stampò un milione di spartiti per pianoforte di un notissimo brano</p><p>Rag eseguito non solo da un milione di pianisti, ma in tantissime versioni discografiche, cinematografiche, radiofoniche, teatrali e chiaramente nei pub e in tanti altri aloni pubblici che di pubblico hanno solo le sembianze...manca la specifica di cosa si suonerà, come e CHI suonerà per far cadere che la vera esecuzione pubblica è quella preannunziata con locandine al teatro di città</p><p>e a tutto ciò che la parola teatro si estende per analogia ai programmi radiofonici</p><p>televisivi e quant'altro. Ora che questo pianista munito o meno di spartito debba sopportare una mancata esibizione perchè il trattore, la pizzeria, il circolo non si</p><p>possono permettere la gabella SIAE oltre all'insopportabile compilazione dei brani</p><p>eseguiti con tanto di titoli e compositori e con pesantissime sanzioni per un'omissione o una falsa inclusione, mi sembra una vigliaccata degna di altre</p><p>parolacce. Vi è in effetti una concessione di un privilegio enorme che ben poteva</p><p>autonomamente ridurre per dare un pò di spazio agli esecutori meno protetti che,fra l'altro realizzano una maggiore eco del brano. Il compositore può stampare</p><p>una stanza di brani, ma senza l'esecutore che li "sonorizza" restano carta straccia.</p><p>E che dire un trio jazz dove il pianista solista Errol Garner ( il più imitato al mondo )...apriva lo strumento e senza nessuna comunicazione dei brani che avrebbe eseguito inziava a suonare senza mai fermarsi una decina di brani colorendoli con variazioni melodiche, armoniche e ritmiche di indicibile bellezza</p><p>tali da farlo passare alla storia come fra i migliori al mondo. dovremmo noi pagarlo extra e invece???Concedesse a lui e ai suoi più umili colleghi la tessera</p><p>da 1o euro per la cosiddetta libera esecuzione dal vivo. Chiudo. Non vi è bisogno</p><p>di una competenza da musicista. E' puro ambito legale. Grazie dell'attenzione.qpq</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="quiproquo, post: 270047, member: 39257"] Grazie mille. Per Lei che ci spiega sempre esaurientemente la "LEGGE" e per altri propisti appassionati di musica. In sintesi la mia riflessione: Quando G.Verdi compose la sua prima opera (I lombardi alla prima crociata) la fece stampare dall'amico editore G.Ricordi e armato di tutti gli spartiti per orchestrali e cantanti ne organizzò l'esecuzione e relativa direzione dal podio nel grande teatro "la Fenice" di Venezia. Incassando tutti i proventi di competenza del compositore. Quando, successivamente, si limitò solo a comporre e a far stampare migliaia di riduzione (pianoforte e canto, solo pianoforte, piano e violino e altri strumenti da canto ecc...) invadendo tutte le librerie dell'Europa colta, inclusa l'America, da quel momento il tris autore-editore-esecutore libero o dipendente, venne sciolto d'imperio dalla potenza associativa del numero uno+uno= due contro il meno potente uno dell'esecutore già in partenza più debole. Realizzando con la protezione della SIAE la prima legge nel 1865 e definitivamente confermata dalla 633/1941. Tutto il 1800 e buona parte del 1900 vedeva l'Europa pullulare di caffè concerti con solisti o gruppi di tre,quattro, cinque elementi...Piano, piano sono spariti quasi tutti... Solo un'associazione con migliaia di aderenti in grado di pagarsi un avvocato e un perito in caso di plagio ( per me da proteggere in toto) potrebbe ottenere l'attenzione parlamentare modificando la legge per un minimo di equità...) Ma ve lo vedete voi un trombettista o clarenettista da Palermo dialogare con un mandolinista di Napoli o con un pianista di Roma...o con un soprano di Milano...o con fisarmonicista di Udine...??? E' più facile che il Cammello... Qual è il punto di contrasto con la legge??? E' il dare agli editore l'ordine di stampare e commercializzare gli spartiti. I difensori del diritto fra cui un collaboratore del suo studio che a Milano non fu in grado di abbattere la ratio della mia tesi si inventarono un corposo "slogan" : Proprietà intellettuale. Che mi viene a fagiolo. Si può pensare per comodità alla proprietà immobiliare la quale come tutti i beni materiali o immateriali che siano hanno un loro uso intrinseco. Bene, l'uso intrinseco di un alloggio è quello di essere abitato indipendentemente dalla forma contrattuale (locazione onerosa o gratuita, donazione o cessione onerosa ecc...). Bene, non vi è differenza fra un alloggio comprato e uno spartito comprato da Curci. Entrambi hanno trasferito in capo al compratore tutto l'uso intrinseco del bene con la sola eccezione per la progettualità (plagio) che deve essere garantita anche con leggi imperative. Nel 1901 un notissimo pianista agli albori della musica ritmata già anticipatrice del Jazz compose e stampò un milione di spartiti per pianoforte di un notissimo brano Rag eseguito non solo da un milione di pianisti, ma in tantissime versioni discografiche, cinematografiche, radiofoniche, teatrali e chiaramente nei pub e in tanti altri aloni pubblici che di pubblico hanno solo le sembianze...manca la specifica di cosa si suonerà, come e CHI suonerà per far cadere che la vera esecuzione pubblica è quella preannunziata con locandine al teatro di città e a tutto ciò che la parola teatro si estende per analogia ai programmi radiofonici televisivi e quant'altro. Ora che questo pianista munito o meno di spartito debba sopportare una mancata esibizione perchè il trattore, la pizzeria, il circolo non si possono permettere la gabella SIAE oltre all'insopportabile compilazione dei brani eseguiti con tanto di titoli e compositori e con pesantissime sanzioni per un'omissione o una falsa inclusione, mi sembra una vigliaccata degna di altre parolacce. Vi è in effetti una concessione di un privilegio enorme che ben poteva autonomamente ridurre per dare un pò di spazio agli esecutori meno protetti che,fra l'altro realizzano una maggiore eco del brano. Il compositore può stampare una stanza di brani, ma senza l'esecutore che li "sonorizza" restano carta straccia. E che dire un trio jazz dove il pianista solista Errol Garner ( il più imitato al mondo )...apriva lo strumento e senza nessuna comunicazione dei brani che avrebbe eseguito inziava a suonare senza mai fermarsi una decina di brani colorendoli con variazioni melodiche, armoniche e ritmiche di indicibile bellezza tali da farlo passare alla storia come fra i migliori al mondo. dovremmo noi pagarlo extra e invece???Concedesse a lui e ai suoi più umili colleghi la tessera da 1o euro per la cosiddetta libera esecuzione dal vivo. Chiudo. Non vi è bisogno di una competenza da musicista. E' puro ambito legale. Grazie dell'attenzione.qpq [/QUOTE]
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