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Diritto di ospitalita e doveri.
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<blockquote data-quote="quiproquo" data-source="post: 234292" data-attributes="member: 39257"><p>Al di là delle argomentazioni più o meno condivisibili e che non discuto, aggiungo un elemento di riflessione sul come e sul modo</p><p>si debba concedere ospitalità. Quando ero in Germania (Tubingen, città Universitaria) fui costretto a dormire la prima notte in macchina con moglie e figlia di appena un anno..ancora in fasce...</p><p>e poi a comprare una piccola tenda con verandina (il commesso spagnolo la chiamava: la Caseta...) con la quale ho affrontato i tre mesi di contratto in un locale notturno di tale città. In seguito, ad ULM, il proprietario del locale sistemò i colleghi del trio in una pensioncina e a me con moglie e figlia in una specie di piccola dipendenza in legno appena fuori dal locale...Una specie di piccolo deposito...o legnaia... In seguito, in altre città, quando vi erano difficoltà anche per una sola camera e cucina e col bagno in comune</p><p>si ricorreva alLa " caseta"...in campeggio...!!! Con questa premessa io ritengo che non ci sia niente di male allestire nelle città i cosiddetti campi o tendopoli come dir si voglia. E tutta la prosopopea di alcuni politici sulla improbabile integrazione che sbandierano ad ogni piè sospinto andrebbe annullata con la matita rossa. E sulla base di</p><p>quest'altro mio vissuto. In Germania compravo tutti i giorni tre</p><p>quotidiani italiani e il settimanale L'Espresso o altri...e mi recavo quasi tutti i giorni alla stazione aspettando il treno che arrivava</p><p>dall'Italia (Milano) ...Vi erano anche altri connazionali. Perchè???</p><p>Studiavo di malavoglia il tedesco e sia la lettura dei giornali, sia l'andare alla stazione non significava altro che consolidare</p><p>l'attaccamento alla madre patria...il desiderio inconscio di ritornare</p><p>in Italia e non necessariamente in Campania...perchè al di là dei campanili e dei dialetti è la nostra Lingua che ci fa sentire Italiani</p><p>e chi la vuol calpestare con la sopravalutazione dei dialetti nelle scuole andrebbe rimandato a scuola ad approfondire meglio il Risorgimento e tutte le vite umane sacrificate per l'Unità d'Italia...</p><p>Un conto è l'integrazione individuale che va riconosciuta e agevolata,</p><p>un conto è quella di massa...una massa scomposta e disordinata come quando si fugge da una calamità...E anche il paragone con la</p><p>nostra emigrazione in America e in Argentina non tiene mai conto in bocca ai politici che vi ricorrono di grandi differenze come le immense pianure e la bassa percentuale di densità...al contrario con la nostra Italia dove il terreno montuoso è predominante...E poi</p><p>la differenza fra i grandi bastimenti o i piroscafi che solcavano l'oceano con i nostri avi e non anonimamente e le barchette fatiscenti che solcano il Mediterraneo con tanti individui senza uno</p><p>straccio di documento d'identità dove la mettiamo??? I siriani in primis nutrono di ritornare in patria il prima possibile e secondo me</p><p>loro e tutte le altre etnie non possono accampare diritti di sorta...siamo noi che abbiamo il dovere di accoglierli e di ospitarli</p><p>garantendo per un minimo decente di sopravvivenza (vitto e sanità</p><p>innanzitutto) in una buona tendopoli per il riparo diurno e notturno. Con la mia lunga frequentazione nei campeggi della Germania non</p><p>sono morto e sono vispo e allegro a dialogare con i propisti su tutto e il suo contrario come una volta mi apostrofò l'immancabile</p><p>FradJACOno...( dove sei???) qpq. P.S. In seguito potremo toccare anche la problematica sul "ius sanguinis e ius soli" che è correlata alla integrazione.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="quiproquo, post: 234292, member: 39257"] Al di là delle argomentazioni più o meno condivisibili e che non discuto, aggiungo un elemento di riflessione sul come e sul modo si debba concedere ospitalità. Quando ero in Germania (Tubingen, città Universitaria) fui costretto a dormire la prima notte in macchina con moglie e figlia di appena un anno..ancora in fasce... e poi a comprare una piccola tenda con verandina (il commesso spagnolo la chiamava: la Caseta...) con la quale ho affrontato i tre mesi di contratto in un locale notturno di tale città. In seguito, ad ULM, il proprietario del locale sistemò i colleghi del trio in una pensioncina e a me con moglie e figlia in una specie di piccola dipendenza in legno appena fuori dal locale...Una specie di piccolo deposito...o legnaia... In seguito, in altre città, quando vi erano difficoltà anche per una sola camera e cucina e col bagno in comune si ricorreva alLa " caseta"...in campeggio...!!! Con questa premessa io ritengo che non ci sia niente di male allestire nelle città i cosiddetti campi o tendopoli come dir si voglia. E tutta la prosopopea di alcuni politici sulla improbabile integrazione che sbandierano ad ogni piè sospinto andrebbe annullata con la matita rossa. E sulla base di quest'altro mio vissuto. In Germania compravo tutti i giorni tre quotidiani italiani e il settimanale L'Espresso o altri...e mi recavo quasi tutti i giorni alla stazione aspettando il treno che arrivava dall'Italia (Milano) ...Vi erano anche altri connazionali. Perchè??? Studiavo di malavoglia il tedesco e sia la lettura dei giornali, sia l'andare alla stazione non significava altro che consolidare l'attaccamento alla madre patria...il desiderio inconscio di ritornare in Italia e non necessariamente in Campania...perchè al di là dei campanili e dei dialetti è la nostra Lingua che ci fa sentire Italiani e chi la vuol calpestare con la sopravalutazione dei dialetti nelle scuole andrebbe rimandato a scuola ad approfondire meglio il Risorgimento e tutte le vite umane sacrificate per l'Unità d'Italia... Un conto è l'integrazione individuale che va riconosciuta e agevolata, un conto è quella di massa...una massa scomposta e disordinata come quando si fugge da una calamità...E anche il paragone con la nostra emigrazione in America e in Argentina non tiene mai conto in bocca ai politici che vi ricorrono di grandi differenze come le immense pianure e la bassa percentuale di densità...al contrario con la nostra Italia dove il terreno montuoso è predominante...E poi la differenza fra i grandi bastimenti o i piroscafi che solcavano l'oceano con i nostri avi e non anonimamente e le barchette fatiscenti che solcano il Mediterraneo con tanti individui senza uno straccio di documento d'identità dove la mettiamo??? I siriani in primis nutrono di ritornare in patria il prima possibile e secondo me loro e tutte le altre etnie non possono accampare diritti di sorta...siamo noi che abbiamo il dovere di accoglierli e di ospitarli garantendo per un minimo decente di sopravvivenza (vitto e sanità innanzitutto) in una buona tendopoli per il riparo diurno e notturno. Con la mia lunga frequentazione nei campeggi della Germania non sono morto e sono vispo e allegro a dialogare con i propisti su tutto e il suo contrario come una volta mi apostrofò l'immancabile FradJACOno...( dove sei???) qpq. P.S. In seguito potremo toccare anche la problematica sul "ius sanguinis e ius soli" che è correlata alla integrazione. [/QUOTE]
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