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Divisione giudiziale di un monolocale gravato da mutuo
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<blockquote data-quote="Elisabetta48" data-source="post: 177231" data-attributes="member: 35395"><p>Non mi intendo della materia, faccio solo un paio di osservazioni sperando che qualcuno le possa migliorare. Invece di puntare alla divisione giudiziale, non si può puntare solo alla rimozione della amministratrice da parte dell'autorità giudiziaria? </p><p>Cerco di spiegarmi: l'amico ha usato la quota del 55% per imporre un amministratore terzo anche se un caso semplice come la gestione di un monolocale non lo richiederebbe. La differenza di quote fa sì che la sorella di Enzo debba sempre soccombere in qualunque decisione.</p><p>Se la sorella di Enzo ha le fatture per tutti i soldi dati all'amministratrice, forse un magistrato può valutare la congruità delle somme versate rispetto alle prestazioni fornite e decidere se sia il caso di mantenere un amministratore esterno se le spese sono così superiori alle entrate.</p><p>Se poi il magistrato può chiedere all'amministratrice di produrre tutta la documentazione della gestione (compresa la sua denuncia dei redditi) ed emergesse che dall'amico non ha mai percepito nulla, credo che sarebbe evidente che ci si trova davanti a una truffa bella e buona. (A maggior ragione se fosse dimostrabile che l'amministratrice è la compagna dell'amico).</p><p>Non so se ho dato spunti utili o se sono passi impraticabili, ma se almeno ci si libera dell'amministratrice...</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Elisabetta48, post: 177231, member: 35395"] Non mi intendo della materia, faccio solo un paio di osservazioni sperando che qualcuno le possa migliorare. Invece di puntare alla divisione giudiziale, non si può puntare solo alla rimozione della amministratrice da parte dell'autorità giudiziaria? Cerco di spiegarmi: l'amico ha usato la quota del 55% per imporre un amministratore terzo anche se un caso semplice come la gestione di un monolocale non lo richiederebbe. La differenza di quote fa sì che la sorella di Enzo debba sempre soccombere in qualunque decisione. Se la sorella di Enzo ha le fatture per tutti i soldi dati all'amministratrice, forse un magistrato può valutare la congruità delle somme versate rispetto alle prestazioni fornite e decidere se sia il caso di mantenere un amministratore esterno se le spese sono così superiori alle entrate. Se poi il magistrato può chiedere all'amministratrice di produrre tutta la documentazione della gestione (compresa la sua denuncia dei redditi) ed emergesse che dall'amico non ha mai percepito nulla, credo che sarebbe evidente che ci si trova davanti a una truffa bella e buona. (A maggior ragione se fosse dimostrabile che l'amministratrice è la compagna dell'amico). Non so se ho dato spunti utili o se sono passi impraticabili, ma se almeno ci si libera dell'amministratrice... [/QUOTE]
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