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<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 179329" data-attributes="member: 15764"><p>@[USER=15253]Nemesis[/USER] con questa distinzione tra residenza ed iscrizione anagrafica mi hai creato una curiosità. Già si era discusso in un altro post su questo argomento.</p><p>Un giovane cittadino italiano originariamente residente a Palermo assieme ai propri genitori trova un lavoro a Roma. Vi si trasferisce ed ovviamente, non potendo fare avanti/indietro tutti i giorni, prende in affitto un appartamento. Il giovane supera il periodo di prova, diventa un lavoratore a tempo indeterminato in una azienda pubblica per cui è abbastanza sicuro di non perdere il lavoro: è destinato a diventare uno di quei soggetti con 40 anni di anzianità nella stessa azienda. La situazione diventa stabile; dopo più di un anno questo giovane, che una volta al mese se ne torna nella casa genitoriale per un fine settimana, per i ponti legati alle festività, ha ancora la carta di identità rilasciata dal comune di Palermo nella quale è scritto che lui risiede a Palermo all'indirizzo della casa genitoriale.</p><p>Secondo te questo soggetto ha l'obbligo di recarsi all'ufficio anagrafe del comune di Roma per far prendere atto all' ufficiale di stato civile che lui è residente a Roma. Che senso ha allora mantenere l'iscrizione anagrafica a Palermo? Cosa comporta mantenere l'iscrizione anagrafica in una città differente da quella di residenza?</p><p>Quello che tu chiami iscrizione anagrafica è per caso quello che gli altri chiamano domicilio?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 179329, member: 15764"] @[USER=15253]Nemesis[/USER] con questa distinzione tra residenza ed iscrizione anagrafica mi hai creato una curiosità. Già si era discusso in un altro post su questo argomento. Un giovane cittadino italiano originariamente residente a Palermo assieme ai propri genitori trova un lavoro a Roma. Vi si trasferisce ed ovviamente, non potendo fare avanti/indietro tutti i giorni, prende in affitto un appartamento. Il giovane supera il periodo di prova, diventa un lavoratore a tempo indeterminato in una azienda pubblica per cui è abbastanza sicuro di non perdere il lavoro: è destinato a diventare uno di quei soggetti con 40 anni di anzianità nella stessa azienda. La situazione diventa stabile; dopo più di un anno questo giovane, che una volta al mese se ne torna nella casa genitoriale per un fine settimana, per i ponti legati alle festività, ha ancora la carta di identità rilasciata dal comune di Palermo nella quale è scritto che lui risiede a Palermo all'indirizzo della casa genitoriale. Secondo te questo soggetto ha l'obbligo di recarsi all'ufficio anagrafe del comune di Roma per far prendere atto all' ufficiale di stato civile che lui è residente a Roma. Che senso ha allora mantenere l'iscrizione anagrafica a Palermo? Cosa comporta mantenere l'iscrizione anagrafica in una città differente da quella di residenza? Quello che tu chiami iscrizione anagrafica è per caso quello che gli altri chiamano domicilio? [/QUOTE]
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