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<blockquote data-quote="quiproquo" data-source="post: 179612" data-attributes="member: 39257"><p>Jerri48 non credo sia possibile la doppia residenza perchè uno dei due dovrà denunciare di non essere più in quel nucleo familiare; nel caso da te esposto la Bianchi dovrà dichiarare all'anagrafe di vivere e dimorare solo a Milano ( e non anche a Torino)</p><p>Il marito solo a Torino e non anche a Milano...</p><p>Se in realtà uno dei due alloggi è concretamente un secondo alloggio a disposizione per usi vari</p><p>(ospitalità gratuita,comodato, villeggiatura...)</p><p>mentre l'altro, il primo, è concretamente abitato dai due coniugi, ebbene si tratta di una falsa dichiarazione che, se scoperta, porterebbe alla nullità della stessa. Col ripristino della residenza reale del "falsario/a".</p><p>Tutto questo non ci sarebbe se il m......legislatore non avesse per motivi demagogici o di superficiale impostazione imposto la suddivisone immobiliare così come la conosciamo e la subiamo. A parità di reddito il proprietario di prima e seconda casa vedrebbe diminuito il suo reddito NETTO SPENDIBILE e di fatto il tenore di vita a fronte dell'altro con solo la prima casa. L'esempio emblematico su cui impostare riflessioni e confronti dovrebbe essere questo: Tizio a 35 anni dopo dieci di lavoro dipendente ben remunerato compra</p><p>con 30% di mutuo la sua prima casa. contemporaneamente il collega Caio a parità di reddito compra un identico alloggio alle stesse condizioni. Dopo altri dieci anni, a mutuo estinto, sia Tizio che Caio hanno risparmiato</p><p>un bel gruzzoletto e Tizio lo investe per comprarsi sempre con un muto al 30% un alloggetto per la villeggiatura. Caio decide di non essere costretto alla villeggiatura nello stesso luogo sine die e investe il suo pari gruzzoletto in titoli non azionari. Tizio con l'acquisto della casa-vacanza ha contribuito notevolmente alle entrate dirette e indirette del fisco e lo farà anche per il futuro e per questo verso il suo reddito netto spendibile</p><p>risulterà inferiore a quello di Caio, come pure la sua disponibilità monetaria. Caio nel frattempo con una maggiore disponibilità reddituale (ha minori spese di Tizio) potrà permettersi consumi superiori e diversificati di Tizio. Uno di questi è l'acquisto di una seconda automobile (mentre Caio continua con una sola)...Con l'incongruenza che la seconda automobile non paga un bollo e assicurazione con una maggiorazione così come accade alla seconda casa. Ritornando alla seconda casa-vacanza di Tizio a me appare che il M.....o legislatore oltre a incrudelirsi su di lui, voglia recuperare in parte o del tutto le modeste (???) agevolazioni previste per la prima casa. A questo punto si può ben capire, comprendere e anche accettare che la moglie di Tizio apparentemente si distacchi dal nucleo</p><p>composto col marito e vada a vivere sola soletta nell'alloggio-vacanza, con la relativa registrazione ex-novo in quel luogo che spesso col tempo diventa meno ameno...Cosa ne dite??? QPQ.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="quiproquo, post: 179612, member: 39257"] Jerri48 non credo sia possibile la doppia residenza perchè uno dei due dovrà denunciare di non essere più in quel nucleo familiare; nel caso da te esposto la Bianchi dovrà dichiarare all'anagrafe di vivere e dimorare solo a Milano ( e non anche a Torino) Il marito solo a Torino e non anche a Milano... Se in realtà uno dei due alloggi è concretamente un secondo alloggio a disposizione per usi vari (ospitalità gratuita,comodato, villeggiatura...) mentre l'altro, il primo, è concretamente abitato dai due coniugi, ebbene si tratta di una falsa dichiarazione che, se scoperta, porterebbe alla nullità della stessa. Col ripristino della residenza reale del "falsario/a". Tutto questo non ci sarebbe se il m......legislatore non avesse per motivi demagogici o di superficiale impostazione imposto la suddivisone immobiliare così come la conosciamo e la subiamo. A parità di reddito il proprietario di prima e seconda casa vedrebbe diminuito il suo reddito NETTO SPENDIBILE e di fatto il tenore di vita a fronte dell'altro con solo la prima casa. L'esempio emblematico su cui impostare riflessioni e confronti dovrebbe essere questo: Tizio a 35 anni dopo dieci di lavoro dipendente ben remunerato compra con 30% di mutuo la sua prima casa. contemporaneamente il collega Caio a parità di reddito compra un identico alloggio alle stesse condizioni. Dopo altri dieci anni, a mutuo estinto, sia Tizio che Caio hanno risparmiato un bel gruzzoletto e Tizio lo investe per comprarsi sempre con un muto al 30% un alloggetto per la villeggiatura. Caio decide di non essere costretto alla villeggiatura nello stesso luogo sine die e investe il suo pari gruzzoletto in titoli non azionari. Tizio con l'acquisto della casa-vacanza ha contribuito notevolmente alle entrate dirette e indirette del fisco e lo farà anche per il futuro e per questo verso il suo reddito netto spendibile risulterà inferiore a quello di Caio, come pure la sua disponibilità monetaria. Caio nel frattempo con una maggiore disponibilità reddituale (ha minori spese di Tizio) potrà permettersi consumi superiori e diversificati di Tizio. Uno di questi è l'acquisto di una seconda automobile (mentre Caio continua con una sola)...Con l'incongruenza che la seconda automobile non paga un bollo e assicurazione con una maggiorazione così come accade alla seconda casa. Ritornando alla seconda casa-vacanza di Tizio a me appare che il M.....o legislatore oltre a incrudelirsi su di lui, voglia recuperare in parte o del tutto le modeste (???) agevolazioni previste per la prima casa. A questo punto si può ben capire, comprendere e anche accettare che la moglie di Tizio apparentemente si distacchi dal nucleo composto col marito e vada a vivere sola soletta nell'alloggio-vacanza, con la relativa registrazione ex-novo in quel luogo che spesso col tempo diventa meno ameno...Cosa ne dite??? QPQ. [/QUOTE]
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