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Estromissione di un erede
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Testo
<blockquote data-quote="1giggi1" data-source="post: 164026" data-attributes="member: 17089"><p>Rispondo a tovrm,</p><p>Nessuno dei quattro ha messo in vendita la sua quota, né singolarmente e né insieme agli altri, quindi se non c'è la manifestazione espressa di vendere ad una cifra non ci può essere il diritto di prelazione. Chi vuole acquistare non lo fa perché vuole acquistare, chi vuole vendere non lo fa perché darebbe la possibilità di acquistare all'altro erede.</p><p>In tale situazione è difficile (leggi impossibile) trovare un accordo anche per la semplice gestione spese condominiali dell'immobile, se lo trovassero per la gestione ordinaria non sarebbe poi così strano se lo trovassero anche per dismettere.</p><p>Il discorso della vendita giudiziale è semplice, è l'unico modo di uscire dalla comunione nel caso non ci fosse accordo tra i coeredi. Tutti vi possono ricorrere se hanno intenzione di sciogliere la comunione.</p><p>Certo è che l'interesse maggiore ce l'ha chi vuole acquisire, aspetta l'evolversi della causa, valuta la perizia sul valore, vede come va la prima asta e si regola di conseguenza sulla probabile seconda (con uno sconto generalmente del 20%). Questo 20% risparmiato dovrebbe coprire ampiamente i costi della causa (certo che dipende dall'immobile, dall'ubicazione, dai partecipanti all'asta).</p><p>Al contrario chi vuole vendere ma non vuole farlo al quarto erede può solo che rimetterci come minimo il 20% e le spese legali.</p><p>Quindi se i tre non hanno interesse all'acquisto si mettano l'animo in pace e cerchino di trarre il massimo ricavo possibile.</p><p>Saluti.</p><p>Luigi</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="1giggi1, post: 164026, member: 17089"] Rispondo a tovrm, Nessuno dei quattro ha messo in vendita la sua quota, né singolarmente e né insieme agli altri, quindi se non c'è la manifestazione espressa di vendere ad una cifra non ci può essere il diritto di prelazione. Chi vuole acquistare non lo fa perché vuole acquistare, chi vuole vendere non lo fa perché darebbe la possibilità di acquistare all'altro erede. In tale situazione è difficile (leggi impossibile) trovare un accordo anche per la semplice gestione spese condominiali dell'immobile, se lo trovassero per la gestione ordinaria non sarebbe poi così strano se lo trovassero anche per dismettere. Il discorso della vendita giudiziale è semplice, è l'unico modo di uscire dalla comunione nel caso non ci fosse accordo tra i coeredi. Tutti vi possono ricorrere se hanno intenzione di sciogliere la comunione. Certo è che l'interesse maggiore ce l'ha chi vuole acquisire, aspetta l'evolversi della causa, valuta la perizia sul valore, vede come va la prima asta e si regola di conseguenza sulla probabile seconda (con uno sconto generalmente del 20%). Questo 20% risparmiato dovrebbe coprire ampiamente i costi della causa (certo che dipende dall'immobile, dall'ubicazione, dai partecipanti all'asta). Al contrario chi vuole vendere ma non vuole farlo al quarto erede può solo che rimetterci come minimo il 20% e le spese legali. Quindi se i tre non hanno interesse all'acquisto si mettano l'animo in pace e cerchino di trarre il massimo ricavo possibile. Saluti. Luigi [/QUOTE]
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