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<blockquote data-quote="ada1" data-source="post: 65625" data-attributes="member: 11146"><p>Non vorrei intromettermi in questo nuovo dibattito sul divenire dell'Europa ma tenevo a dire questo : </p><p>Se qualcuno mi facesse la stessa domanda, io risponderei quasi lo stesso nel senso che anche io auspico e credo che l'Europa possa un giorno unirsi e diventare una grande entità politica ed economica perché il futuro della nostra Europa non è rimanere chiusi nella propria area nazionale ma essere capaci di unirsi, come hanno saputo farlo, in altri tempi e per altri motivi, ad esempio, gli Stati Uniti.</p><p>Ma i tempi attualmente non sono maturi perché ogni paese, pur appartenendo alla stessa area geografica (Europa) sono ancora divisi dalla loro storia, dalle proprie tradizioni e, soprattutto, dal proprio desiderio di imporsi come potenza dominante nell'area presa in considerazione.</p><p>E questa crisi ha avuto il merito di mettere in evidenza che gli egoismi nazionali, malgrado le parole, esistono ancora e non è ancora domani che tutto cio' cesserà per incanto.</p><p>E coloro che si illudono di poter contare qualcosa in seno ad una ipotetica "Mitteleuropa" (so' di cosa si tratta) o comunque la si vorrà chiamare dovrà fare i conti con diverse difficoltà che (a mio parere) non scompariranno domani ma perdureranno ancora per anni,tra le quali -per nominare solo queste- : </p><p>-le differenze linguistiche (parlo naturalmente delle sole lingue nazionali) : già quando i ceppi linguistici sono identici le incomprensioni sono molteplici, figuriamoci quando si deve conciliare il ceppo latino o germanico o o est europeo (ex Germania dell'Est) o slavo (i quali ultimi non hanno ancora recepito lo spirito europeo dei fondatori dell'Unione Europea, come anche l'atteggiamento della Merkel, di educazione est europeo, dimostra chiaramente) o tutti questi insieme.</p><p>-le differenze di concezione della sovranità e di potenza nazionale e di grandezza nazionale forticatosi nei secoli: io vedo male nei prossimi anni la Germania o la Francia o l'Inghilterra -per non parlare che di queste ex potenze imperiali/coloniali- rinunciare alla propria sovranità se non a condizione di esercitarla loro.</p><p>-credere poi, come predica la Lega, che un nord indipendente sarebbe il sommo dei sommi per le regioni del Nord è credere alle favole : chiunque puo' rendersi conto che un nord indipendente dall'Italia non conterebbe assolutamente più nulla per qualunque tipo di decisioni e finirebbe col diventare un semplice feudo dipendente dalla potenza del territorio al quale si aggregherà</p><p></p><p>L'unione europea è una grandissima opportunità per l'insieme del nostro continente, ma cio' non vuol dire che i paesi devono dividersi per fondare nuove entità che essendo basate sul nulla si annulleranno da sole poco tempo dopo (Yougoslavia, Tchecoslovacchia, Unione sovietica ce lo insegnano abbastanza) : le realtà nazionali sono per il momento le sole in grado nel presente e nel futuro di assicurare lo sviluppo comune. E nessun paese o entità territoriale vorrà accoglire zone che non hanno esitato a separarsi dalla radice comune per puri egoismi di parte</p><p>Ma quando i popoli europei si comprenderanno meglio, cioé avranno perso i loro pregiudizi verso le altre nazioni europee, si comprenderanno meglio anche linguisticamente (magari adottando una nuova lingua comune liberamente scelta o creata), allora si', tutto sarà possibile : ma perché lo avremo voluto tutti e non perché degli stregoni largamente minoritari del momento lo avranno deciso al posto nostro. E questo avverrà soltanto quando saremo capaci di creare un vero stato europeo di tipo federale o confederale. Fino ad allora "allievi stregoni astenersi"</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="ada1, post: 65625, member: 11146"] Non vorrei intromettermi in questo nuovo dibattito sul divenire dell'Europa ma tenevo a dire questo : Se qualcuno mi facesse la stessa domanda, io risponderei quasi lo stesso nel senso che anche io auspico e credo che l'Europa possa un giorno unirsi e diventare una grande entità politica ed economica perché il futuro della nostra Europa non è rimanere chiusi nella propria area nazionale ma essere capaci di unirsi, come hanno saputo farlo, in altri tempi e per altri motivi, ad esempio, gli Stati Uniti. Ma i tempi attualmente non sono maturi perché ogni paese, pur appartenendo alla stessa area geografica (Europa) sono ancora divisi dalla loro storia, dalle proprie tradizioni e, soprattutto, dal proprio desiderio di imporsi come potenza dominante nell'area presa in considerazione. E questa crisi ha avuto il merito di mettere in evidenza che gli egoismi nazionali, malgrado le parole, esistono ancora e non è ancora domani che tutto cio' cesserà per incanto. E coloro che si illudono di poter contare qualcosa in seno ad una ipotetica "Mitteleuropa" (so' di cosa si tratta) o comunque la si vorrà chiamare dovrà fare i conti con diverse difficoltà che (a mio parere) non scompariranno domani ma perdureranno ancora per anni,tra le quali -per nominare solo queste- : -le differenze linguistiche (parlo naturalmente delle sole lingue nazionali) : già quando i ceppi linguistici sono identici le incomprensioni sono molteplici, figuriamoci quando si deve conciliare il ceppo latino o germanico o o est europeo (ex Germania dell'Est) o slavo (i quali ultimi non hanno ancora recepito lo spirito europeo dei fondatori dell'Unione Europea, come anche l'atteggiamento della Merkel, di educazione est europeo, dimostra chiaramente) o tutti questi insieme. -le differenze di concezione della sovranità e di potenza nazionale e di grandezza nazionale forticatosi nei secoli: io vedo male nei prossimi anni la Germania o la Francia o l'Inghilterra -per non parlare che di queste ex potenze imperiali/coloniali- rinunciare alla propria sovranità se non a condizione di esercitarla loro. -credere poi, come predica la Lega, che un nord indipendente sarebbe il sommo dei sommi per le regioni del Nord è credere alle favole : chiunque puo' rendersi conto che un nord indipendente dall'Italia non conterebbe assolutamente più nulla per qualunque tipo di decisioni e finirebbe col diventare un semplice feudo dipendente dalla potenza del territorio al quale si aggregherà L'unione europea è una grandissima opportunità per l'insieme del nostro continente, ma cio' non vuol dire che i paesi devono dividersi per fondare nuove entità che essendo basate sul nulla si annulleranno da sole poco tempo dopo (Yougoslavia, Tchecoslovacchia, Unione sovietica ce lo insegnano abbastanza) : le realtà nazionali sono per il momento le sole in grado nel presente e nel futuro di assicurare lo sviluppo comune. E nessun paese o entità territoriale vorrà accoglire zone che non hanno esitato a separarsi dalla radice comune per puri egoismi di parte Ma quando i popoli europei si comprenderanno meglio, cioé avranno perso i loro pregiudizi verso le altre nazioni europee, si comprenderanno meglio anche linguisticamente (magari adottando una nuova lingua comune liberamente scelta o creata), allora si', tutto sarà possibile : ma perché lo avremo voluto tutti e non perché degli stregoni largamente minoritari del momento lo avranno deciso al posto nostro. E questo avverrà soltanto quando saremo capaci di creare un vero stato europeo di tipo federale o confederale. Fino ad allora "allievi stregoni astenersi" [/QUOTE]
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