Mariellina

Membro Attivo
Proprietario Casa
Sono proprietaria di una quota, per l'esattezza un ventesimo (1/20), di un appartamento, che non ho neanche mai visto!
Gli altri comproprietari sono irreperibili e quelli reperibili si disinteressano totalmente del bene.
....e chissà perchè tutte le comunicazioni di pagamenti e simili incombenze vengono tutte indirizzate a me.
Due volte mi sono anche dovuta far carico di pagare in toto delle spese per paura che mi facessero qualche fermo amministrativo o altre simili cose.
Io mi voglio LIBERARE di questo maledetto ventesimo.
Non voglio nulla in cambio.
Soprattutto voglio farlo con un atto unilaterale, perchè qualunque altra cosa che tiri in ballo gli altri comproprietari è improponibile.
Ho letto dell'abbandono liberatorio (art.1104 Cod.Civ.), nel mio caso si tratterebbe appunto di un atto di rinuncia unilaterale con la quale perdo la proprietà del bene senza averne nessun corrispettivo. ma come si fa a metterla in atto? Bisogna per forza andare da un notaio o esiste qualche modulo da depositare presso la cancelleria del tribunale? e quanto costerebbe questo iter?
Se qualcuno lo sa, è gradita la risposta.
vi ringrazio in ogni caso
vostra
disperata ventesimale
 
A

akillea

Ospite
sono nella tua stessa situazione,sono cose che fanno ammalare,ho mal di stomaco tutti i giorni,a pensare ai soldi buttati,ho avuto persino un decreto ingiuntivo coi dati delle quote sbagliati,ho dovuto rivolgermi ad un legale,fare opposizione,pagare il legale,e alle mie domande uguali alle tue,ti rispondono VEDA LEI !MA COME ,VAI DA UN LEGALE CHE TRATTA SOLO CAUSE IMMOBILIARI E TI SENTI RISPONDERE COSì, NO, IO VADO Là PER AVERE DIRETTIVE, se non te le danno loro,comunque neanche a regalarle le quote,perchè ci sono lo stesso atti da fare con spese,e poi chi compra una quota di un immobile per farne che?anch'io sono proprietaria dal 2003,non ho le chiavi conosco solo l'ubicazione dell'appartamento,le spese condominiali sono assurde,+ le straordinarie che ne fanno tutti gli anni,è persino venuto un condomino a rimproverarmi perchè non pagavo ,ma in che cacchio di mondo siamo?????ciao e tanti auguri non so che dirti
 

Mariellina

Membro Attivo
Proprietario Casa
sono nella tua stessa situazione,sono cose che fanno ammalare,ho mal di stomaco tutti i giorni,a pensare ai soldi buttati,ho avuto persino un decreto ingiuntivo coi dati delle quote sbagliati,ho dovuto rivolgermi ad un legale,fare opposizione,pagare il legale,e alle mie domande uguali alle tue,ti rispondono VEDA LEI !MA COME ,VAI DA UN LEGALE CHE TRATTA SOLO CAUSE IMMOBILIARI E TI SENTI RISPONDERE COSì, NO, IO VADO Là PER AVERE DIRETTIVE, se non te le danno loro,comunque neanche a regalarle le quote,perchè ci sono lo stesso atti da fare con spese,e poi chi compra una quota di un immobile per farne che?anch'io sono proprietaria dal 2003,non ho le chiavi conosco solo l'ubicazione dell'appartamento,le spese condominiali sono assurde,+ le straordinarie che ne fanno tutti gli anni,è persino venuto un condomino a rimproverarmi perchè non pagavo ,ma in che cacchio di mondo siamo?????ciao e tanti auguri non so che dirti


Io voglio andare in fondo a questa cosa dell' "abbandono liberatorio". Se ho capito bene: faccio (io da sola, senza nulla dover chiedere nè avvisare gli altri comproprietari) un atto di rinuncia presso un notaio, il notaio lo farà registrare presso la cancelleria del tribunale e in automatico la mia quota viene "spalmata" su tutti i restanti comproprietari.
Nel mese di luglio penso che andrò dal notaio, magari scrivo l'esito sul forum.
Non dovrebbere essere una cosa costosa perchè la mia rinuncia è a titolo gratuito e non fa riferimento a nessuno specifico beneficiario.
sembra troppo facile, vero?
Beh, io sono un'inguaribile ottimista!
sebbene in questo in questo momento anche disperata..... ventesimale.
 
A

akillea

Ospite
la rinuncia se la fai direttamente in tribunale risparmi i soldi del notaio,però mi è stato detto che una volta che sei proprietario,cioè hai accettato il bene non puoi rinunciare ma solo vendere,non so se tu hai accettato a suo tempo la quota,solo la rinuncia è revocabile
 

moni66

Membro Attivo
Nel mese di luglio penso che andrò dal notaio, magari scrivo l'esito sul forum.
Ho anch'io un problema simile al tuo, minuscola quota di appartamento occupato da uno zio, ereditata alla morte di mio padre e alla quale non ho potuto rinunciare per non perdere il resto dell'eredità. Purtroppo mi risulta come seconda casa quindi ci pago l'IRPEF, mi fa salire l'ISEE (e quindi la retta scolastica di mia figlia) e ci devo pure pagare l'ICI perchè il comune in cui è situato l'immobile, non prevede "la concessione in comodato d'uso gratuito ai parenti".
Per favore, ricordati di postare la risposta che ti da il notaio.
Grazie!
 

viviana verrengia

Nuovo Iscritto
ciao, sono un legale (pentito, ma pur sempre un legale!) e vedrò di aiutarti senza dirti "veda lei". come ti è pervenuta e quando questa quota di proprietà? da quallo che dici, penso ormai da diverso tempo e deve essere stata da te ereditata! se ciò è vero, sei in un bel gran pasticcio ... ormai hai accettato l'eredità poichè hai mostrato (anche se contro la tua effettiva volontà) con atti inequivocabili di essere proprietario di quel bene, pur se per quota indivisa e "piccola". l'accettazione di eredità è un atto irrevocabile e può essere effettuato anche tacitamente, cioè senza dichiarazioni in merito. per la legge sei coobligato in solido con gli altri proprietari per tutte le spese relative a quel bene, ovvero chi vanta crediti può rivolgersi a chiunque risulti essere comproprietario per l'intera somma dovuta. a te è data facoltà di rivalerti sugli altri comproprietari. come uscirne: puoi come estremo rimedio ricorrere al giudice e soddisfare i tuoi crediti con il prezzo ricavato dalla vendita del bene. so benissimo che sarà costoso e lungo, ma se non riesci a trovare una soluzione bonaria con gli altri ( non so se hai contatti con loro o se li hai già contattati, anche a mezzo di un legale), non hai altri mezzi per vedere risolta la situazione.
 
A

akillea

Ospite
rispondo x quanto mi riguarda,la vicenda è complessa,comunque tra coeredi,mettersi d'accordo sul prezzo di vendita.è un'utopia,poi ci sono di mezzo 2 eredità conseguenti,una con beneficio inventario perchè al tempo ora non più c'era un minore,l'altra ai miei figli dello stesso immobile per morte della nonna,sempre in quote,abbiamo preso la decisione di rinunciare alla parte che spetta ai figli per non incorrere nella questione debiti presunti data la non conoscenza,e di vendere la ns quota o al coerede in questo caso il cognato o altri,sarà improbabile,oppure optiamo per la vendita forzata ma a fronte di un terzo nostra quota,mi sa che non recuperiamo neanche le spese sostenute sinora,di condominio, legali ecc,mah,ovunque si veda la cosa sono solo cifre da sborsare,io non calcolo nessun guadagno anzi ci rimetto pure la salute,e poi passa tanto di quel tempo che chissà se si è ancora a questo mondo........
 

Mariellina

Membro Attivo
Proprietario Casa
ciao, sono un legale (pentito, ma pur sempre un legale!) e vedrò di aiutarti senza dirti "veda lei". come ti è pervenuta e quando questa quota di proprietà? da quallo che dici, penso ormai da diverso tempo e deve essere stata da te ereditata! se ciò è vero, sei in un bel gran pasticcio ... ormai hai accettato l'eredità poichè hai mostrato (anche se contro la tua effettiva volontà) con atti inequivocabili di essere proprietario di quel bene, pur se per quota indivisa e "piccola". l'accettazione di eredità è un atto irrevocabile e può essere effettuato anche tacitamente, cioè senza dichiarazioni in merito. per la legge sei coobligato in solido con gli altri proprietari per tutte le spese relative a quel bene, ovvero chi vanta crediti può rivolgersi a chiunque risulti essere comproprietario per l'intera somma dovuta. a te è data facoltà di rivalerti sugli altri comproprietari. come uscirne: puoi come estremo rimedio ricorrere al giudice e soddisfare i tuoi crediti con il prezzo ricavato dalla vendita del bene. so benissimo che sarà costoso e lungo, ma se non riesci a trovare una soluzione bonaria con gli altri ( non so se hai contatti con loro o se li hai già contattati, anche a mezzo di un legale), non hai altri mezzi per vedere risolta la situazione.

Caro legale pentito
grazie mille per la consulenza, chi scrive è colei sul cui capo incombe la maledizione del ventesimo: eredità accettata una vita fa; quindi ormai proprietaria (mio malgrado); "rivalermi sugli altri" :risata: semplicemente impossibile! vendere il bene :risata: anche questo sarà impossibile! mi aggrappo con tutte le mie forze all'art.1104 del Cod. Civ. (abbandono liberatorio) perchè secondo te nel mio caso non è fattibile?
 
A

akillea

Ospite
se hai accettato come me, l'unica cosa è tentare di vendere la quota agli altri proprietari oppure la vendita forzata,non c'è altro,qualcuno mi smentisca........
 

viviana verrengia

Nuovo Iscritto
ciao a tutti, ogni tanto vado in "vacanza" e non leggo i messaggi .... ora vi rispondo, riportandovi lo stralcio di una sentanza della Cassazione riguardante la rinuncia abdicativa ex art. 1104 c.c.
"Il negozio di rinuncia di cui all'art. 1104 c.c. è un atto unilaterale recettizio, con il quale si opera la dismissione del diritto reale, consentendo al partecipante ad una comunione di liberarsi delle obbligazioni (propter rem) a quel diritto collegate che vanno a carico dei rimanenti comunisti. Nonostante il silenzio del legislatore, si ritiene che l'effetto della rinuncia di cui all'art. 1104 c.c. sia l'accrescimento della quota a favore degli altri compartecipi e ciò in proporzione alle rispettive quote di proprietà: infatti senza un effetto positivo per gli altri comunisti, l'efficacia liberatoria della rinuncia non sarebbe giustificata. Si tratta, in sostanza, di una figura di accrescimento non riconosciuta espressamente da una specifica disposizione normativa, ma pienamente connaturale al sistema e si fonda sulla circostanza che, se gli altri partecipanti non conseguissero alcun vantaggio nella rispettiva quota, non potrebbero essere onerati dall'obbligo su di essi derivante da un fatto indipendente dalla loro volontà e non altrimenti evitabile."
Ti devo dire che: 1) questa sentenza è stata frutto di un tentativo della Suprema Corte di adeguare il trattamento dei conviventi more uxorio ai coniugi, in mancanza di leggi in materia; 2) la Cassazione anche nello stesso ambito di applicazione spesso cambia idea, sai come si dice tot capita tot sententiae; 3) tu non ti trovi in questa fattispecie - convivenza more uxorio - e dovevi rinunciare all'eredità a suo tempo. Fatte queste premesse puoi provarci ...
Necessariamente per produrre effetti la rinuncia, che è atto unilaterale recettizio, deve essere portata a conoscenza degli altri comproprietari. Probabilmente la via più consona sarebbe di effettuare la dichiarazione di rinuncia alla proprietà da un notaio, che provvederebbe anche a trascrivere l'atto nei pubblici registri e successivamente notificare l'atto agli altri comproprietari e a tutti i creditori. Solo da questo momento la rinuncia avrebbe effetto, e per effetto della pubblicazione anche contro terzi (che poi è quello che ti interessa di più!). Perchè non provi a chiedere ad un notaio di tua fiducia? Ti preannuncio che non è una strada certa, il notaio potrebbe anche rifiutarsi di stipulare e se ne trovi uno pronto a redigere, l'atto potrebbe comunque essere impugnato. In alternativa potresti fare una scrittura privata (che non può essere pubblicata nei pubblici registri e chiaramente ha una valenza diversa da un atto notarile), che dovrai sempre necessariamente, perchè abbia efficacia, notificare all'agenzia delle entrate, al catasto, all'ufficio ICI e quanti altri ti chiedono soldi per quel bene, nonchè agli altri comproprietari, ovviamente anche questo tipo di atto potrebbe essere impugnato dinanzi il giudice. Spero di essere stata abbastanza esuastiva, anche se devo dirti che la scelta della via da intraprendere deve essere tua.
 

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