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Muffa sui muri e riscaldamento non adeguato
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<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 372099" data-attributes="member: 15764"><p>Ogni metro cubo d'aria, ad ogni temperatura del medesimo, può contenere solo un "tot" di grammi di vapore d'acqua . Più l'aria è fredda meno vapore può contenere prima raggiungere il suo "punto di saturazione" oltre il quale l'eccesso viene espulso sotto forma di goccioline. Quando ciò avviene all'aria aperta è la "rugiada" oppure "brina" (chi stende i panni all'aperto in inverno si trova i panni rigidi come il "baccalà" per la formazione di cristalli di ghiaccio nella trama del tessuto). Quando, il fenomeno si verifica all'interno di un locale si chiama "condensa". Quest'ultima si forma dove l'aria interna viene raffreddata dal venire a contatto con superfici fredde all'interno dell'edificio (per esempio in corrispondenza dei cosiddetti "ponti termici" o di intere pareti insufficientemente isolate rispetto all'esterno): questo raffreddamento può avvenire fra strati isolanti permeabili al vapore di pareti esterne a "cappotto" progettate od eseguite male</p><p>Con il 98% di umidità all'aria aperta o incomincia a palesarsi la nebbia o, dipende dalla temperatura, la foschia, ma il risultato è lo stesso: difficoltà di evaporazione.</p><p>Infatti quando l'umidità dell'aria è elevata (del tipo 75% in su) il fenomeno della evaporazione è molto lento: i panni stesi fanno fatica ad asciugarsi anche con temperature di 28 gradi e allo stesso modo, all'interno dei locali, gli intonaci dei muri non cedono l'umidità accumulata anzi la assorbono e raggiungendo la saturazione provocano la muffa. Quindi se apri le finestre di un ambiente non fai che far entrare aria carica di umidità che aumenta il problema della muffa.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 372099, member: 15764"] Ogni metro cubo d'aria, ad ogni temperatura del medesimo, può contenere solo un "tot" di grammi di vapore d'acqua . Più l'aria è fredda meno vapore può contenere prima raggiungere il suo "punto di saturazione" oltre il quale l'eccesso viene espulso sotto forma di goccioline. Quando ciò avviene all'aria aperta è la "rugiada" oppure "brina" (chi stende i panni all'aperto in inverno si trova i panni rigidi come il "baccalà" per la formazione di cristalli di ghiaccio nella trama del tessuto). Quando, il fenomeno si verifica all'interno di un locale si chiama "condensa". Quest'ultima si forma dove l'aria interna viene raffreddata dal venire a contatto con superfici fredde all'interno dell'edificio (per esempio in corrispondenza dei cosiddetti "ponti termici" o di intere pareti insufficientemente isolate rispetto all'esterno): questo raffreddamento può avvenire fra strati isolanti permeabili al vapore di pareti esterne a "cappotto" progettate od eseguite male Con il 98% di umidità all'aria aperta o incomincia a palesarsi la nebbia o, dipende dalla temperatura, la foschia, ma il risultato è lo stesso: difficoltà di evaporazione. Infatti quando l'umidità dell'aria è elevata (del tipo 75% in su) il fenomeno della evaporazione è molto lento: i panni stesi fanno fatica ad asciugarsi anche con temperature di 28 gradi e allo stesso modo, all'interno dei locali, gli intonaci dei muri non cedono l'umidità accumulata anzi la assorbono e raggiungendo la saturazione provocano la muffa. Quindi se apri le finestre di un ambiente non fai che far entrare aria carica di umidità che aumenta il problema della muffa. [/QUOTE]
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