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Vivere la Casa, dalla Famiglia ai Vicini
Nella casa (vuota) del genitore, vivente in altro luogo, va ad abitare il figlio: problemi con la re
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<blockquote data-quote="Antonio Abiuso" data-source="post: 338545" data-attributes="member: 54435"><p>Più che esatto il rilievo di [USER=15253]@Nemesis[/USER]. Per conferma aggiungo un'esperienza personale.</p><p>Tre anni or sono decedeva (purtroppo) mia moglie avente residenza nella casa già abitata da 'fantina', mentre io l'avevo mantenuta in quella da 'scapolo' adibita anche come studio professionale; ciò per maggiori comodità (corrispondenza di lavoro, notifiche, ecc.).</p><p>Alla morte della consorte decido di trasferirmi nella sua casa essendo ormai prossimo alla pensione. Vado in Comune a dichiarare il cambio di residenza e mi sento richiedere 'a che titolo'. All'uopo esibisco la dichiarazione di successione attestante il mio assoluto diritto d'abitazione ex lege nella casa del coniuge defunto. L'impiegata mi ride metaforicamente in faccia. Vedo che dalla discussione non se n'esce sicché me ne vado per non giocarmi la pressione. Ci torno la stessa mattinata con un'autocertificazione, debitamente compilata, della mia nuova residenza in via XY n°Z. Altra impiegata, ma il responso è il medesimo: il documento non è idoneo. Le ricambio la metaforica risata e, senza stavolta rischiarmi le arterie le dico: attenta che la sua mancata accettazione di questa mia autodichiarazione al riguardo costituisce violazione dei doveri d'ufficio ai sensi art.74 del DPR n°445/2000 e mi riservo di farne denuncia in sede competente. Miracolo! Dopo breve assenza per qualche conciliabolo dietro le quinte ritorna per dirmi: va bene, dopo le verifiche positive di quanto dichiarato potrà richiedere tra circa 20 giorni il suo certificato di residenza. Detto e fatto. "Bell'Italia, amate sponde...."</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Antonio Abiuso, post: 338545, member: 54435"] Più che esatto il rilievo di [USER=15253]@Nemesis[/USER]. Per conferma aggiungo un'esperienza personale. Tre anni or sono decedeva (purtroppo) mia moglie avente residenza nella casa già abitata da 'fantina', mentre io l'avevo mantenuta in quella da 'scapolo' adibita anche come studio professionale; ciò per maggiori comodità (corrispondenza di lavoro, notifiche, ecc.). Alla morte della consorte decido di trasferirmi nella sua casa essendo ormai prossimo alla pensione. Vado in Comune a dichiarare il cambio di residenza e mi sento richiedere 'a che titolo'. All'uopo esibisco la dichiarazione di successione attestante il mio assoluto diritto d'abitazione ex lege nella casa del coniuge defunto. L'impiegata mi ride metaforicamente in faccia. Vedo che dalla discussione non se n'esce sicché me ne vado per non giocarmi la pressione. Ci torno la stessa mattinata con un'autocertificazione, debitamente compilata, della mia nuova residenza in via XY n°Z. Altra impiegata, ma il responso è il medesimo: il documento non è idoneo. Le ricambio la metaforica risata e, senza stavolta rischiarmi le arterie le dico: attenta che la sua mancata accettazione di questa mia autodichiarazione al riguardo costituisce violazione dei doveri d'ufficio ai sensi art.74 del DPR n°445/2000 e mi riservo di farne denuncia in sede competente. Miracolo! Dopo breve assenza per qualche conciliabolo dietro le quinte ritorna per dirmi: va bene, dopo le verifiche positive di quanto dichiarato potrà richiedere tra circa 20 giorni il suo certificato di residenza. Detto e fatto. "Bell'Italia, amate sponde...." [/QUOTE]
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