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<blockquote data-quote="alberto bianchi" data-source="post: 199109" data-attributes="member: 28028"><p>Vero ! L'ho studiato per l'esame di Storia Economica. I canali e le numerosissime dighe negli anni '50-'60 venivano costruite con attrezzatura rudimentale, la terra rimossa veniva trasportata a spalla con delle ceste di vimini e con l'impiego di donne e bambini.</p><p>Con metodi rudimentali venne poi <strong>dichiarata La Guerra ai Passeri.</strong></p><p>Nel 1958, in Cina, si tenne l’VIII congresso del partito comunista. In tale circostanza il leader indiscusso della Cina e del partito, il grande timoniere, Mao, dichiarò guerra ai cosiddetti ‘quattro flagelli’: ratti, mosche, zanzare e…passeri! L’intento era eliminare quegli animali ritenuti infestanti. Se è facile intuire perché ratti, zanzare e mosche possano generare ostilità, il caso dei passeri necessita di qualche spiegazione. Il 1958 fu l’anno del <strong>”grande balzo in avanti”</strong>, un piano per la crescita economica che, al contrario del modello sovietico basato sull’industria pesante, <strong>concentrava i propri sforzi su agricoltura e piccola industria rurale</strong>. Dal momento che le rese agricole erano scarse, e considerato che il partito non poteva naturalmente ammettere di aver sbagliato qualcosa, era evidente l’esistenza dell’ennesimo ‘nemico del popolo’, una creatura terribile e famelica che impediva la realizzazione del piano. Questo nemico fu identificato proprio nel passero, colpevole di sottrarre riso e grano all’agricoltura. E dunque gli fu dichiarata guerra. Come sempre, la cosa venne presa molto sul serio. Un giornale di Shanghai titolava, il 13 dicembre 1958: “Tutta la città è all’attacco dei passeri”. L’articolo precisava: “La mattina presto la battaglia cittadina per distruggere i passeri è iniziata. In strade grandi e strette sventolavano bandiere rosse. Spaventapasseri sono apparsi sui palazzi, nei cortili, in spazi aperti, su strade e nei campi. Sentinelle, studenti delle medie e delle elementari, impiegati del governo, operai delle fabbriche, contadini e soldati dell’esercito popolare gridavano i propri urli di guerra. Nella città e in periferia quasi metà della forza lavoro cittadina è stata mobilitata per l’esercito anti-passeri”. Alla fine della campagna contro i passeri, almeno otto milioni di uccelli furono sterminati. Le campagne erano finalmente silenziose. Mao avevano vinto un’altra guerra. Non contro i capitalisti, questa volta, ma contro i piccoli nemici svolazzanti. Purtroppo, però, la vittoria del partito si rivelò una catastrofe di dimensioni epiche: i passeri, certo, non avrebbero più rubato riso e grano, ma non avrebbero nemmeno fermato il proliferare di animali voraci come locuste e cavallette di cui, solitamente, è nemico naturale. Questi famelici insetti, molto più difficili da sterminare dei passeri, si moltiplicarono senza ostacoli e crearono, loro sì, dei serissimi problemi all’agricoltura. Nella carestia che seguì morirono probabilmente circa trenta milioni di cinesi!</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="alberto bianchi, post: 199109, member: 28028"] Vero ! L'ho studiato per l'esame di Storia Economica. I canali e le numerosissime dighe negli anni '50-'60 venivano costruite con attrezzatura rudimentale, la terra rimossa veniva trasportata a spalla con delle ceste di vimini e con l'impiego di donne e bambini. Con metodi rudimentali venne poi [B]dichiarata La Guerra ai Passeri.[/B] Nel 1958, in Cina, si tenne l’VIII congresso del partito comunista. In tale circostanza il leader indiscusso della Cina e del partito, il grande timoniere, Mao, dichiarò guerra ai cosiddetti ‘quattro flagelli’: ratti, mosche, zanzare e…passeri! L’intento era eliminare quegli animali ritenuti infestanti. Se è facile intuire perché ratti, zanzare e mosche possano generare ostilità, il caso dei passeri necessita di qualche spiegazione. Il 1958 fu l’anno del [B]”grande balzo in avanti”[/B], un piano per la crescita economica che, al contrario del modello sovietico basato sull’industria pesante, [B]concentrava i propri sforzi su agricoltura e piccola industria rurale[/B]. Dal momento che le rese agricole erano scarse, e considerato che il partito non poteva naturalmente ammettere di aver sbagliato qualcosa, era evidente l’esistenza dell’ennesimo ‘nemico del popolo’, una creatura terribile e famelica che impediva la realizzazione del piano. Questo nemico fu identificato proprio nel passero, colpevole di sottrarre riso e grano all’agricoltura. E dunque gli fu dichiarata guerra. Come sempre, la cosa venne presa molto sul serio. Un giornale di Shanghai titolava, il 13 dicembre 1958: “Tutta la città è all’attacco dei passeri”. L’articolo precisava: “La mattina presto la battaglia cittadina per distruggere i passeri è iniziata. In strade grandi e strette sventolavano bandiere rosse. Spaventapasseri sono apparsi sui palazzi, nei cortili, in spazi aperti, su strade e nei campi. Sentinelle, studenti delle medie e delle elementari, impiegati del governo, operai delle fabbriche, contadini e soldati dell’esercito popolare gridavano i propri urli di guerra. Nella città e in periferia quasi metà della forza lavoro cittadina è stata mobilitata per l’esercito anti-passeri”. Alla fine della campagna contro i passeri, almeno otto milioni di uccelli furono sterminati. Le campagne erano finalmente silenziose. Mao avevano vinto un’altra guerra. Non contro i capitalisti, questa volta, ma contro i piccoli nemici svolazzanti. Purtroppo, però, la vittoria del partito si rivelò una catastrofe di dimensioni epiche: i passeri, certo, non avrebbero più rubato riso e grano, ma non avrebbero nemmeno fermato il proliferare di animali voraci come locuste e cavallette di cui, solitamente, è nemico naturale. Questi famelici insetti, molto più difficili da sterminare dei passeri, si moltiplicarono senza ostacoli e crearono, loro sì, dei serissimi problemi all’agricoltura. Nella carestia che seguì morirono probabilmente circa trenta milioni di cinesi! [/QUOTE]
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