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<blockquote data-quote="JERRY48" data-source="post: 199118"><p>Tornando ai russi ricordi un certo Stachanov, il minatore russo che negli anni dello stalinismo riuscì a moltiplicare per dieci quella che oggi si definisce "produttività", diventando il simbolo di regime del lavoratore modello, quello da prendere ad esempio, per poi finirla come l'inventore del peggior metodo di sfruttamento della classe operaia. E Charlie Chaplin, nelle vesti di Charlot, nel memorabile film "Tempi moderni" la disumanità del capitalismo introdotta con la rivoluzione industriale attraverso lo sfruttamento intensivo della "forza lavoro".</p><p>Oggi non si parla più di "forza lavoro" preferendo utilizzare la più ambigua quanto ipocrita definizione di "risorse umane". Rende molto meglio quali siano le sensibilità del capitalismo contemporaneo nei confronti dei lavoratori: macchine in carne e ossa e, a volte, computer senzienti. La catena di montaggio non esiste più, almeno nella configurazione classica rimandata dalla storia, ma altre catene di montaggio ancor più pericolose si sono fatte strada nella società globalizzata nella quale il capitalismo finanziario e quello industriale vanno alla conquista del mondo intero nella oramai prossima unificazione del capitalismo privato occidentale col capitalismo di stato comunista.</p><p>Tale contesto trova conferma nel silenzio assoluto della <strong>Cina</strong> sulla pulizia etnica operata da <strong>Israele</strong> nei confronti dei palestinesi, come anche di ciò che accade in Ucraina, in Libia, in Siria. Se qualcuno vuole trovare oggi un senso al concetto di affarismo globalizzato, non ha che da guardare alla Cina, non a caso detentrice di gran parte del debito pubblico degli USA.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="JERRY48, post: 199118"] Tornando ai russi ricordi un certo Stachanov, il minatore russo che negli anni dello stalinismo riuscì a moltiplicare per dieci quella che oggi si definisce "produttività", diventando il simbolo di regime del lavoratore modello, quello da prendere ad esempio, per poi finirla come l'inventore del peggior metodo di sfruttamento della classe operaia. E Charlie Chaplin, nelle vesti di Charlot, nel memorabile film "Tempi moderni" la disumanità del capitalismo introdotta con la rivoluzione industriale attraverso lo sfruttamento intensivo della "forza lavoro". Oggi non si parla più di "forza lavoro" preferendo utilizzare la più ambigua quanto ipocrita definizione di "risorse umane". Rende molto meglio quali siano le sensibilità del capitalismo contemporaneo nei confronti dei lavoratori: macchine in carne e ossa e, a volte, computer senzienti. La catena di montaggio non esiste più, almeno nella configurazione classica rimandata dalla storia, ma altre catene di montaggio ancor più pericolose si sono fatte strada nella società globalizzata nella quale il capitalismo finanziario e quello industriale vanno alla conquista del mondo intero nella oramai prossima unificazione del capitalismo privato occidentale col capitalismo di stato comunista. Tale contesto trova conferma nel silenzio assoluto della [B]Cina[/B] sulla pulizia etnica operata da [B]Israele[/B] nei confronti dei palestinesi, come anche di ciò che accade in Ucraina, in Libia, in Siria. Se qualcuno vuole trovare oggi un senso al concetto di affarismo globalizzato, non ha che da guardare alla Cina, non a caso detentrice di gran parte del debito pubblico degli USA. [/QUOTE]
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