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<blockquote data-quote="scarperosse" data-source="post: 193085" data-attributes="member: 45417"><p>il cervello, non voglio fare di tutta l'erba un fascio ma..... una logica uguale per tutti.</p><p>la logica stà nel seguire leggi oggettive che dovrebbero garantire dei principi e responsabilità in ogni parte d'italia.</p><p>ad ogni modo vorrei essere più chiara possibile.</p><p>lavoro presso il comune e tutti i giorni incontro oltre i colleghi anche tecnici. incontrando un architetto gli ho espresso il desiderio di ristrutturare casa,</p><p>da qui nasceva il progetto e l'incarico.</p><p>l'architetto, guardando gli ambienti interni ed esterni e prendendo consenso verbale dei parenti, procedeva con i lavori di ristrutturazione.</p><p>creava all'esterno la nuova pavimentazione, la finestra e un porticato in legno con un unico palo che poggia sulla corte comune, non si dava importanza alla porta interna, ne ad eventuali firme con cointestatari .</p><p>nulla sapevo di normative, comunicazioni ecc... se non che,</p><p>dopo 2 anni iniziavano liti con i parenti al piano superiore (dovute a infiltrazioni).</p><p>i primi contatti con le normative, le imparavo successivamente e notavo un vero caos tra responsabilità, servizi, e uffici.</p><p>in primis, richiedendo il progetto iniziale (del 1962) al comune, notavo delle difformità,</p><p>due sgabuzzini e un terrazzo non erano conformi alla planimetria catastale di cui si erano fatte le divisioni ereditarie.</p><p>successivamente su mia richiesta, venivano fatti controlli dal ufficio comunale che prendeva conoscenza del luogo, forse chiudendo un occhio sopra e uno sotto, il comune faceva sanare ai parenti, il terrazzo sopra il mio sgombero e a me faceva presentare, regolarizzare e sanare la porta su muro portante e l'ampliamento con il nuovo vano.</p><p>dalla sanatoria dei parenti (per il terrazzo) si evidenziava la maggior metratura e conseguentemente venivo denunciata dagli stessi.</p><p>i parenti non soddisfatti della (chiusura di un occhio) da parte del comune, ( sia per i loro abusi che per la mia maggior metratura ) lamentavano al prefetto e al comune la mia finestra non a norma, la pavimentazione, l'abuso per la metratura del vano come precedentemente scritto e altre ******ate.</p><p>ora, dopo 9 anni di problemi ( avvocati e tecnici pagati) sono ancora a lottare,</p><p>il comune dice che il catasto non è probatorio e ordina a tutti di demolire gli abusi. io sono ancora a dover capire le proprietà.</p><p>considerando il fatto che le opere a mio carico attualmente sono sanabili ( ma avevo già pagato l'urbanizzazione) e regolarizzabili, rimane il fatto che al parente (proprietario del terrazzo sopra il mio vano) è stato fatto sanare la metratura parziale come progetto iniziale, mentre a me si chiede di sanare l'eccedenza.</p><p>il nuovo tecnico non sa dirmi se la parte soprastante in copertura del vano che andrò a risanare è di mia proprietà, idem il comune.</p><p>per gli avvocati che leggono l'atto, dicono semplicemente: è espressa volontà di dividere come da atto catastale e quindi nulla è più impugnabile.</p><p>sorvolando il romanzo scritto sopra, rimane che,</p><p>ad ogni geometra, architetto, ingegnere da me consultato (e ne sono tanti) le risposte sono svariare e diverse, uno risponde che il mio abuso è stato pagato con ricevuta di diritti di urbanizzazione, un'altro dice che devo comunque pagare la sanzione e regolarizzare la finestra, ecc.. ecc.. il collega comunale mi spiega di non insistere su chi come e dove rompere la testa e propone di depositare dia epdia e pagare.</p><p>ultimo quesito,</p><p>visto che la corte e quindi il terreno è in comproprietà............</p><p>il terreno, il muro e parte della copertura del mio vano accessorio su cui andrò pagare sanzioni, per la legge, rimane di proprietà o in comproprietà?</p><p>potranno i parenti avere pretese su gli spazi a loro concessi (dove vi sono ancora loro abusi) divisi con accatastamento e mai condonato?</p><p>il romanzo continua.</p><p>saluti da scarperosse.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="scarperosse, post: 193085, member: 45417"] il cervello, non voglio fare di tutta l'erba un fascio ma..... una logica uguale per tutti. la logica stà nel seguire leggi oggettive che dovrebbero garantire dei principi e responsabilità in ogni parte d'italia. ad ogni modo vorrei essere più chiara possibile. lavoro presso il comune e tutti i giorni incontro oltre i colleghi anche tecnici. incontrando un architetto gli ho espresso il desiderio di ristrutturare casa, da qui nasceva il progetto e l'incarico. l'architetto, guardando gli ambienti interni ed esterni e prendendo consenso verbale dei parenti, procedeva con i lavori di ristrutturazione. creava all'esterno la nuova pavimentazione, la finestra e un porticato in legno con un unico palo che poggia sulla corte comune, non si dava importanza alla porta interna, ne ad eventuali firme con cointestatari . nulla sapevo di normative, comunicazioni ecc... se non che, dopo 2 anni iniziavano liti con i parenti al piano superiore (dovute a infiltrazioni). i primi contatti con le normative, le imparavo successivamente e notavo un vero caos tra responsabilità, servizi, e uffici. in primis, richiedendo il progetto iniziale (del 1962) al comune, notavo delle difformità, due sgabuzzini e un terrazzo non erano conformi alla planimetria catastale di cui si erano fatte le divisioni ereditarie. successivamente su mia richiesta, venivano fatti controlli dal ufficio comunale che prendeva conoscenza del luogo, forse chiudendo un occhio sopra e uno sotto, il comune faceva sanare ai parenti, il terrazzo sopra il mio sgombero e a me faceva presentare, regolarizzare e sanare la porta su muro portante e l'ampliamento con il nuovo vano. dalla sanatoria dei parenti (per il terrazzo) si evidenziava la maggior metratura e conseguentemente venivo denunciata dagli stessi. i parenti non soddisfatti della (chiusura di un occhio) da parte del comune, ( sia per i loro abusi che per la mia maggior metratura ) lamentavano al prefetto e al comune la mia finestra non a norma, la pavimentazione, l'abuso per la metratura del vano come precedentemente scritto e altre ******ate. ora, dopo 9 anni di problemi ( avvocati e tecnici pagati) sono ancora a lottare, il comune dice che il catasto non è probatorio e ordina a tutti di demolire gli abusi. io sono ancora a dover capire le proprietà. considerando il fatto che le opere a mio carico attualmente sono sanabili ( ma avevo già pagato l'urbanizzazione) e regolarizzabili, rimane il fatto che al parente (proprietario del terrazzo sopra il mio vano) è stato fatto sanare la metratura parziale come progetto iniziale, mentre a me si chiede di sanare l'eccedenza. il nuovo tecnico non sa dirmi se la parte soprastante in copertura del vano che andrò a risanare è di mia proprietà, idem il comune. per gli avvocati che leggono l'atto, dicono semplicemente: è espressa volontà di dividere come da atto catastale e quindi nulla è più impugnabile. sorvolando il romanzo scritto sopra, rimane che, ad ogni geometra, architetto, ingegnere da me consultato (e ne sono tanti) le risposte sono svariare e diverse, uno risponde che il mio abuso è stato pagato con ricevuta di diritti di urbanizzazione, un'altro dice che devo comunque pagare la sanzione e regolarizzare la finestra, ecc.. ecc.. il collega comunale mi spiega di non insistere su chi come e dove rompere la testa e propone di depositare dia epdia e pagare. ultimo quesito, visto che la corte e quindi il terreno è in comproprietà............ il terreno, il muro e parte della copertura del mio vano accessorio su cui andrò pagare sanzioni, per la legge, rimane di proprietà o in comproprietà? potranno i parenti avere pretese su gli spazi a loro concessi (dove vi sono ancora loro abusi) divisi con accatastamento e mai condonato? il romanzo continua. saluti da scarperosse. [/QUOTE]
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