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<blockquote data-quote="Antonio Abiuso" data-source="post: 340324" data-attributes="member: 54435"><p>D'accordissimo [USER=15253]@Nemesis[/USER] sulla puntualità di tale regola; ma la mia 'opinione' (circa una eventuale azione di rilascio impostata sulla premessa della qualità d'erede del procedente addotta in base all' 'autocertificazione') traeva spunto dalla giurisprudenza più accreditata in materia anche nel campo propriamente civile, secondo la quale (Cass. S.U. n.12065/14) il giudice non è tenuto ad applicare pedissequamente detta regola ma di fronte ad una eccepita invalidità dell'atto notorio è chiamato a indagare caso per caso se dal coacervo degli altri elementi accertativi della qualità d'erede poi forniti nel processo questa può così venirvi ritenuta <em>aliunde </em>assodata. In sostanza, a detta del S.C., il convenuto che la eccepisce ha pure l'onere di dimostrare la specificità della contestazione in contrapposto a quella di tale atto che potrebbe venir ritenuta più fondata nel convincimento del giudice. Da qui il mio ragionamento: posto che l'ipotizzata causa, in alternativa, d'usucapione ha tempi e costi analoghi (se non superiori) a quella di sloggio per illecita occupazione del terreno in oggetto, varrebbe la pena di tentare questa seconda iniziativa. Potrebbe anche darsi che di fronte al rischio di perdere una causa incentrata solo su tale contestazione (piuttosto che opporvi invece una sua acquisita proprietà per usucapione) l'occupante tralasci dal l'eccepire la carenza di legittimazione attiva della controparte nell'azione di sloggio.</p><p>Ma, mi ripeto, questa mia resta una semplice opinione, nel rispetto sempre delle.... contrarie.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Antonio Abiuso, post: 340324, member: 54435"] D'accordissimo [USER=15253]@Nemesis[/USER] sulla puntualità di tale regola; ma la mia 'opinione' (circa una eventuale azione di rilascio impostata sulla premessa della qualità d'erede del procedente addotta in base all' 'autocertificazione') traeva spunto dalla giurisprudenza più accreditata in materia anche nel campo propriamente civile, secondo la quale (Cass. S.U. n.12065/14) il giudice non è tenuto ad applicare pedissequamente detta regola ma di fronte ad una eccepita invalidità dell'atto notorio è chiamato a indagare caso per caso se dal coacervo degli altri elementi accertativi della qualità d'erede poi forniti nel processo questa può così venirvi ritenuta [I]aliunde [/I]assodata. In sostanza, a detta del S.C., il convenuto che la eccepisce ha pure l'onere di dimostrare la specificità della contestazione in contrapposto a quella di tale atto che potrebbe venir ritenuta più fondata nel convincimento del giudice. Da qui il mio ragionamento: posto che l'ipotizzata causa, in alternativa, d'usucapione ha tempi e costi analoghi (se non superiori) a quella di sloggio per illecita occupazione del terreno in oggetto, varrebbe la pena di tentare questa seconda iniziativa. Potrebbe anche darsi che di fronte al rischio di perdere una causa incentrata solo su tale contestazione (piuttosto che opporvi invece una sua acquisita proprietà per usucapione) l'occupante tralasci dal l'eccepire la carenza di legittimazione attiva della controparte nell'azione di sloggio. Ma, mi ripeto, questa mia resta una semplice opinione, nel rispetto sempre delle.... contrarie. [/QUOTE]
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