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Testo
<blockquote data-quote="mapeit" data-source="post: 82221" data-attributes="member: 17237"><p>Elisabetta in teoria tu hai perfettamente ragione, però capisci che ricorrere in Commissione Tributaria con argomenti del genere è un'azione dall'esito molto incerto. </p><p>Intanto tieni presente che con i recenti provvedimenti (D.L. 98/2011, cosiddetta "manovra estiva") la composizione delle Commissioni Tributarie è stata profondamente mutata, decretando l'incompatibilità all'incarico dei collegi giudicanti per tutti i professionisti iscritti agli Albi, i loro coniugi, conviventi, parenti e affini. Questo per evitare che fossero "troppo favorevoli al contribuente" !!!</p><p>Ora i collegi giudicanti sono presieduti da un magistrato, molto spesso ignorante in materie fiscali, e composti da pensionati o dipendenti dello Stato (leggi ex dell'Agenzia delle Entrate) o da ex militari della Guardia di Finanza (stessa famiglia allargata) o da insegnanti di materie economiche o giuridiche.</p><p>Tale composizione rende di fatto i giudizi molto più sensibili ai riferimenti normativi ed interpretativi prodotti dagli organi di Governo e dalle istituzioni di controllo che ai criteri giurisprudenziali di carattere generale.</p><p>Pertanto, a meno che qualcuno non compia un iter (a sue spese) che porti una fonte normativa accreditata e "super partes" a prendere una decisione contraria, che costituisca fonte di giurisprudenza "di merito", credo che la prassi (raccomandata postale o clausola contrattuale) definita come unica consentita dalla circolare 26/E dell'Agenzia delle Entrate abbia poca possibilità di essere contraddetta anche da parte di una Commissione Tributaria.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="mapeit, post: 82221, member: 17237"] Elisabetta in teoria tu hai perfettamente ragione, però capisci che ricorrere in Commissione Tributaria con argomenti del genere è un'azione dall'esito molto incerto. Intanto tieni presente che con i recenti provvedimenti (D.L. 98/2011, cosiddetta "manovra estiva") la composizione delle Commissioni Tributarie è stata profondamente mutata, decretando l'incompatibilità all'incarico dei collegi giudicanti per tutti i professionisti iscritti agli Albi, i loro coniugi, conviventi, parenti e affini. Questo per evitare che fossero "troppo favorevoli al contribuente" !!! Ora i collegi giudicanti sono presieduti da un magistrato, molto spesso ignorante in materie fiscali, e composti da pensionati o dipendenti dello Stato (leggi ex dell'Agenzia delle Entrate) o da ex militari della Guardia di Finanza (stessa famiglia allargata) o da insegnanti di materie economiche o giuridiche. Tale composizione rende di fatto i giudizi molto più sensibili ai riferimenti normativi ed interpretativi prodotti dagli organi di Governo e dalle istituzioni di controllo che ai criteri giurisprudenziali di carattere generale. Pertanto, a meno che qualcuno non compia un iter (a sue spese) che porti una fonte normativa accreditata e "super partes" a prendere una decisione contraria, che costituisca fonte di giurisprudenza "di merito", credo che la prassi (raccomandata postale o clausola contrattuale) definita come unica consentita dalla circolare 26/E dell'Agenzia delle Entrate abbia poca possibilità di essere contraddetta anche da parte di una Commissione Tributaria. [/QUOTE]
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