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<blockquote data-quote="uva" data-source="post: 371625" data-attributes="member: 42040"><p>Copio e incollo alcune risposte di [USER=15253]@Nemesis[/USER] sull'argomento.</p><p></p><p><em>La residenza è il luogo di dimora abituale. Conta pertanto solo l'effettiva situazione di fatto. L'ufficiale di anagrafe registra pertanto tale situazione (di fatto) e NON deve acquisire consensi da parte di terzi (proprietario dell'immobile se questo sia in locazione, o eventuali comproprietari, o qualunque altro soggetto che possa vantare diritti sull'immobile). In ogni caso, il mero fatto di avere la residenza (cioè l'iscrizione anagrafica corrispondente) in un dato luogo non fa sorgere - solo per questo - particolari diritti nei confronti di soggetti terzi titolari di diritti reali sull'immobile in cui si dimora abitualmente.</em></p><p>tratta da questa discussione:</p><p>[URL unfurl="true"]https://www.propit.it/threads/padre-e-nipote-vivono-nella-casa-ereditata-in-successione-legittima-escludendo-i-coeredi.12380/[/URL]</p><p></p><p></p><p><em>La residenza è il luogo di dimora abituale. Dal semplice "fatto" di dimorare abitualmente in una data abitazione (cioè avervi la residenza), discende l'obbligo giuridico di dichiarare tale situazione all'Ufficiale di anagrafe del comune interessato. Ciò al fine di ottenervi l'iscrizione anagrafica. Non si presenta una richiesta per stabilire la residenza. La residenza <u>è già</u> stabilita dal mero fatto di dimorare abitualmente in quel luogo.</em></p><p><em>L'Ufficiale di anagrafe deve solo accertare la verità della dichiarazione (se cioè il dichiarante effettivamente dimora abitualmente nell'abitazione). A prescindere dal titolo con cui il dichiarante occupa l'abitazione. Il dichiarante potrebbe essere anche un occupante abusivo. Ai (soli) fini anagrafici ciò è totalmente ininfluente.</em></p><p>tratta da questa discussione:</p><p>[URL unfurl="true"]https://www.propit.it/threads/contratto-di-affitto-e-residenza.23527/#post-116224[/URL]</p><p></p><p>Ritengo che quanto affermato da [USER=15253]@Nemesis[/USER] abbia validità in tutti i casi in cui un cittadino (italiano o straniero) chiede e ottiene l'iscrizione anagrafica nell'abitazione dove dimora abitualmente.</p><p>Potendo inoltre dimostrare che l'occupazione dell'immobile è regolare secondo quanto previsto dal regolamento comunale.</p><p>Ad esempio: in quanto quell'immobile è detenuto regolarmente , in forza di un contratto di locazione registrato all'Agenzia delle Entrate, dal soggetto ospitante.</p><p><em> </em></p><p> <em></em></p></blockquote><p></p>
[QUOTE="uva, post: 371625, member: 42040"] Copio e incollo alcune risposte di [USER=15253]@Nemesis[/USER] sull'argomento. [I]La residenza è il luogo di dimora abituale. Conta pertanto solo l'effettiva situazione di fatto. L'ufficiale di anagrafe registra pertanto tale situazione (di fatto) e NON deve acquisire consensi da parte di terzi (proprietario dell'immobile se questo sia in locazione, o eventuali comproprietari, o qualunque altro soggetto che possa vantare diritti sull'immobile). In ogni caso, il mero fatto di avere la residenza (cioè l'iscrizione anagrafica corrispondente) in un dato luogo non fa sorgere - solo per questo - particolari diritti nei confronti di soggetti terzi titolari di diritti reali sull'immobile in cui si dimora abitualmente.[/I] tratta da questa discussione: [URL unfurl="true"]https://www.propit.it/threads/padre-e-nipote-vivono-nella-casa-ereditata-in-successione-legittima-escludendo-i-coeredi.12380/[/URL] [I]La residenza è il luogo di dimora abituale. Dal semplice "fatto" di dimorare abitualmente in una data abitazione (cioè avervi la residenza), discende l'obbligo giuridico di dichiarare tale situazione all'Ufficiale di anagrafe del comune interessato. Ciò al fine di ottenervi l'iscrizione anagrafica. Non si presenta una richiesta per stabilire la residenza. La residenza [U]è già[/U] stabilita dal mero fatto di dimorare abitualmente in quel luogo. L'Ufficiale di anagrafe deve solo accertare la verità della dichiarazione (se cioè il dichiarante effettivamente dimora abitualmente nell'abitazione). A prescindere dal titolo con cui il dichiarante occupa l'abitazione. Il dichiarante potrebbe essere anche un occupante abusivo. Ai (soli) fini anagrafici ciò è totalmente ininfluente.[/I] tratta da questa discussione: [URL unfurl="true"]https://www.propit.it/threads/contratto-di-affitto-e-residenza.23527/#post-116224[/URL] Ritengo che quanto affermato da [USER=15253]@Nemesis[/USER] abbia validità in tutti i casi in cui un cittadino (italiano o straniero) chiede e ottiene l'iscrizione anagrafica nell'abitazione dove dimora abitualmente. Potendo inoltre dimostrare che l'occupazione dell'immobile è regolare secondo quanto previsto dal regolamento comunale. Ad esempio: in quanto quell'immobile è detenuto regolarmente , in forza di un contratto di locazione registrato all'Agenzia delle Entrate, dal soggetto ospitante. [I] [/I] [/QUOTE]
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