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<blockquote data-quote="basty" data-source="post: 82084" data-attributes="member: 35382"><p>Ho scoperto oggi questo forum "cugino" di immobilio: approfitto per fare un commento ai vari interventi.</p><p></p><p>Fuor di luogo che la procedura <em>legalmente</em> prescritta implica la richiesta di un permesso (dia, scia, PdC ecc... o cosa volete voi), e che in conclusione siamo in presenza di una <em>fusione</em>.</p><p>Però il caso è talmente singolare, che alla prova dei fatti anche la <em>norma</em> verrebbe messa a dura prova. :-o. Provo a spiegare:</p><p></p><p></p><p></p><p>Questo non è forse completamente vero: dal punto di vista catastale non si possono <em>fondere</em> due unità appartenenti a titolari diversi in una unica ditta; per cui la procedura catastale, come lasciava tra le righe supporre salves, è più complicata, e ne segue una u.i. con due identificativi catastali, con due rendite catastali distinte per ciascuna porzione di proprietà, con grandissimo maldipancia delle procedure informatizzate del catasto. Data la <em>anomalia</em> procedurale, sia gli uffici che i tecnici spesso evitano o abbozzano una soluzione. </p><p></p><p></p><p>Anche qui sarebeb interessante un approfondimento: se parlassimo di ICI, sarebbe chiarito e consolidato che a nulla rileva che si abiti in due u.i. accatastate distintamente. C'è circolare e sentenza in merito.</p><p></p><p>2) Servitù: questo è un concetto diverso: ad esempio è vietato mettere in comunicazione due locali appartenenti a due condomini diversi, proprio per l'insorgenza di una servitù. Lo sarebbe anche tra due proprietari diversi, ma qui subentrano gli accordi tra i medesimi.</p><p></p><p>3) Poi viene il lato pratico (... fuori legge): un conto è un'apertura fatta per godere dell'immobile in modo più ampio, cosa appunto rilevante dal punto di vista catastale fiscale, un conto un'apertura fatta per avere un passaggio <em>provvisorio</em> che verrà probabilmente ri-eliminato nel momento in cui venissero a cadere i presupposti. Oltre a dire che i comuni solitamente applicano la sanzione minima, potremmo allora lasciarci scappare che se non sopravvengono altre ragioni, non sono <em>giustamente</em> molto solerti nell'ordinare ispezioni per rilevare questo genere di piccoli abusi?</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="basty, post: 82084, member: 35382"] Ho scoperto oggi questo forum "cugino" di immobilio: approfitto per fare un commento ai vari interventi. Fuor di luogo che la procedura [I]legalmente[/I] prescritta implica la richiesta di un permesso (dia, scia, PdC ecc... o cosa volete voi), e che in conclusione siamo in presenza di una [I]fusione[/I]. Però il caso è talmente singolare, che alla prova dei fatti anche la [I]norma[/I] verrebbe messa a dura prova. :-o. Provo a spiegare: Questo non è forse completamente vero: dal punto di vista catastale non si possono [I]fondere[/I] due unità appartenenti a titolari diversi in una unica ditta; per cui la procedura catastale, come lasciava tra le righe supporre salves, è più complicata, e ne segue una u.i. con due identificativi catastali, con due rendite catastali distinte per ciascuna porzione di proprietà, con grandissimo maldipancia delle procedure informatizzate del catasto. Data la [I]anomalia[/I] procedurale, sia gli uffici che i tecnici spesso evitano o abbozzano una soluzione. Anche qui sarebeb interessante un approfondimento: se parlassimo di ICI, sarebbe chiarito e consolidato che a nulla rileva che si abiti in due u.i. accatastate distintamente. C'è circolare e sentenza in merito. 2) Servitù: questo è un concetto diverso: ad esempio è vietato mettere in comunicazione due locali appartenenti a due condomini diversi, proprio per l'insorgenza di una servitù. Lo sarebbe anche tra due proprietari diversi, ma qui subentrano gli accordi tra i medesimi. 3) Poi viene il lato pratico (... fuori legge): un conto è un'apertura fatta per godere dell'immobile in modo più ampio, cosa appunto rilevante dal punto di vista catastale fiscale, un conto un'apertura fatta per avere un passaggio [I]provvisorio[/I] che verrà probabilmente ri-eliminato nel momento in cui venissero a cadere i presupposti. Oltre a dire che i comuni solitamente applicano la sanzione minima, potremmo allora lasciarci scappare che se non sopravvengono altre ragioni, non sono [I]giustamente[/I] molto solerti nell'ordinare ispezioni per rilevare questo genere di piccoli abusi? [/QUOTE]
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