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Nuda Proprietà, Usufrutto e Comodato
Usufrutto: aggiornamento e proposta
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Testo
<blockquote data-quote="quiproquo" data-source="post: 234384" data-attributes="member: 39257"><p>Mi rivolgo a tutti i propisti che hanno o avranno il problema della RINUNCIA. E a tutti gli altri con i quali abbiamo già dibattuto il problema. Ho percorso tutti i "sentieri" possibili...ma alla fine, omettendo,</p><p>tutti i particolari che già conoscete, l'unica possibilità vessatoria e pericolosa per danni futuri (collazione),che mi rifiuto di accettare, è la seguente. Trascrivo il preventivo di un grande studio notarile,</p><p>più o meno conforme ad altri due:</p><p> </p><p>Atto pubblico di rinuncia a favore della nuda proprietaria sig.ra ....(mia figlia),</p><p>Usufruttuario (io) anni 82; ometto i riferimenti identificativi dell'immobile e passo alla "pecunia":</p><p>Valore usufrutto euro: 20.000,00. Imposta ipotecaria euro 400+imposta catastale 200+imposta di bollo</p><p>230+ tassa per voltura catastale 90+ tassa archivio notarile 27,50= totale 947,50</p><p>Parcella 1200+IVA 20% 264= 1.464,50</p><p> </p><p> Totale generale 2.411,50</p><p> </p><p>La tesi dei notai è la seguente: Per il fisco la rinuncia Us. a favore del nudo Pr. è di fatto un trasferimento di diritti reali come è l'usufrutto. Come tale non può non essere tassata...come??? Siccome il trasferimento è gratuito, viene assimilato alla Donazione, pur non avendo l'animus donandi, e di questa ne segue le modalità consolidate con gli scaglioni e relative aliquote impositive. Per cui, essendo trattata come donazione, non possiamo far passare la pratica con una semplice autenticazione della firma e del contenuto stilato o meno dal titolare rinunciatario come ha indicato la Cassazione...e dobbiamo ricorrere</p><p>alla forma dell'atto pubblico con quel che ne consegue...</p><p> </p><p>La mia tesi controbattuta a ciascun notaio interpellato è la seguente:</p><p> </p><p>Il codice civile indica tre casi di estinzione: Morte dell'usufruttuario, Rinuncia dello stesso, Riunione</p><p>dei due diritti in capo allo stesso nudo proprietario. Quindi, ho detto, vi è un solo verbo che li accumuna: "ESTINGUERE"...Se ne deduce che per tutti e tre i casi l'effetto è identico: da una parte</p><p>"sparisce o muore o finisce" e dall'altra vi è sempre la riunione col nudo proprietario che, certamente,</p><p>ne trarrà vantaggio (massimamente...); la rinuncia non fa che anticipare il primo evento (morte) e non si vede per esempio se il futuro "de cuius" un giorno prima di morire (magari per un incidente...) fa stilare la rinuncia pagando come sopra, e il giorno della morte non paga nulla...La rinuncia con la semplice autenticazione, come auspicato, la paga il rinunciatario...La rinuncia impostata dai notai come</p><p>donazione la dovrà pagare il nudo proprietario come beneficiario ( ...è la legge che lo dice...) e con il</p><p>terribile risvolto COLLATTIVO....Questo confermato dalle banche che si rifuteranno di erogare la quasi</p><p>certa richiesta di mutuo nel caso (molto probabile fra 10-15 anni) di vendita dell'immobile.</p><p> </p><p>Il mio Notaio, nonostante il rapporto clientelare, mi ha così risposto:</p><p>"Lasci perdere il codice civile su cui lei sempre si arrampica che qui non conta niente...Sono un pubblico ufficiale è applico la legge tributaria...E' così, punto e basta.... Le invio il preventivo.... Che costa molto".</p><p> </p><p>Lascio a voi ulteriore riflessione sul groviglio dei vari poteri che non lasciano spiragli al cittadino.</p><p>Passo ora alla "PROPOSTA".</p><p> </p><p>Chiedere l'assistenza ad un avvocato possibilmente patrocinante in Cassazione affinchè possa coinvolgere in primis il fisco (Agenzia delle Entrate) per il suo arbitrario sconvolgimento del dettato legislativo e</p><p>contemporaneamente ( insieme o separati) accusare il Collegio Notarile Generale Nazionale (con sede a Roma) di non volere avallare o fare l'autentica pur avendone l'esclusiva. Traendone un ingiusto</p><p>profitto da una parte e provocando (ed è molto più grave) il futuro effetto collattizio dall'altra.</p><p>Tutto questo è possibile solo con una class action che qui ipotizzo agli amici di Propit che vivono tale disagio, rispondendo alla seguente domanda: Volete partecipare ad una "eventuale"azione giudiziaria</p><p>collettiva una volta raggiunto un numero ultra sufficiente ai fini della ripartizione della spesa???</p><p>Basterebbe un Sì o un No. Una volta raggiunto tale numero potremo affidare l'incarico ad un legale,</p><p>che potrebbe essere scelto fra quelli presenti sul forum...Primo e non Primo lo studio De Valeri che qui</p><p>saluto con deferenza. Resto in attesa delle vostre risposte che articolerete come vi viene, compreso</p><p>i "NO". Ringrazio per l'attenzione e porgo i migliori saluti specie a chi vorrà degnarmi di leggere e rispondere. Devotamente da Quiproquo.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="quiproquo, post: 234384, member: 39257"] Mi rivolgo a tutti i propisti che hanno o avranno il problema della RINUNCIA. E a tutti gli altri con i quali abbiamo già dibattuto il problema. Ho percorso tutti i "sentieri" possibili...ma alla fine, omettendo, tutti i particolari che già conoscete, l'unica possibilità vessatoria e pericolosa per danni futuri (collazione),che mi rifiuto di accettare, è la seguente. Trascrivo il preventivo di un grande studio notarile, più o meno conforme ad altri due: Atto pubblico di rinuncia a favore della nuda proprietaria sig.ra ....(mia figlia), Usufruttuario (io) anni 82; ometto i riferimenti identificativi dell'immobile e passo alla "pecunia": Valore usufrutto euro: 20.000,00. Imposta ipotecaria euro 400+imposta catastale 200+imposta di bollo 230+ tassa per voltura catastale 90+ tassa archivio notarile 27,50= totale 947,50 Parcella 1200+IVA 20% 264= 1.464,50 Totale generale 2.411,50 La tesi dei notai è la seguente: Per il fisco la rinuncia Us. a favore del nudo Pr. è di fatto un trasferimento di diritti reali come è l'usufrutto. Come tale non può non essere tassata...come??? Siccome il trasferimento è gratuito, viene assimilato alla Donazione, pur non avendo l'animus donandi, e di questa ne segue le modalità consolidate con gli scaglioni e relative aliquote impositive. Per cui, essendo trattata come donazione, non possiamo far passare la pratica con una semplice autenticazione della firma e del contenuto stilato o meno dal titolare rinunciatario come ha indicato la Cassazione...e dobbiamo ricorrere alla forma dell'atto pubblico con quel che ne consegue... La mia tesi controbattuta a ciascun notaio interpellato è la seguente: Il codice civile indica tre casi di estinzione: Morte dell'usufruttuario, Rinuncia dello stesso, Riunione dei due diritti in capo allo stesso nudo proprietario. Quindi, ho detto, vi è un solo verbo che li accumuna: "ESTINGUERE"...Se ne deduce che per tutti e tre i casi l'effetto è identico: da una parte "sparisce o muore o finisce" e dall'altra vi è sempre la riunione col nudo proprietario che, certamente, ne trarrà vantaggio (massimamente...); la rinuncia non fa che anticipare il primo evento (morte) e non si vede per esempio se il futuro "de cuius" un giorno prima di morire (magari per un incidente...) fa stilare la rinuncia pagando come sopra, e il giorno della morte non paga nulla...La rinuncia con la semplice autenticazione, come auspicato, la paga il rinunciatario...La rinuncia impostata dai notai come donazione la dovrà pagare il nudo proprietario come beneficiario ( ...è la legge che lo dice...) e con il terribile risvolto COLLATTIVO....Questo confermato dalle banche che si rifuteranno di erogare la quasi certa richiesta di mutuo nel caso (molto probabile fra 10-15 anni) di vendita dell'immobile. Il mio Notaio, nonostante il rapporto clientelare, mi ha così risposto: "Lasci perdere il codice civile su cui lei sempre si arrampica che qui non conta niente...Sono un pubblico ufficiale è applico la legge tributaria...E' così, punto e basta.... Le invio il preventivo.... Che costa molto". Lascio a voi ulteriore riflessione sul groviglio dei vari poteri che non lasciano spiragli al cittadino. Passo ora alla "PROPOSTA". Chiedere l'assistenza ad un avvocato possibilmente patrocinante in Cassazione affinchè possa coinvolgere in primis il fisco (Agenzia delle Entrate) per il suo arbitrario sconvolgimento del dettato legislativo e contemporaneamente ( insieme o separati) accusare il Collegio Notarile Generale Nazionale (con sede a Roma) di non volere avallare o fare l'autentica pur avendone l'esclusiva. Traendone un ingiusto profitto da una parte e provocando (ed è molto più grave) il futuro effetto collattizio dall'altra. Tutto questo è possibile solo con una class action che qui ipotizzo agli amici di Propit che vivono tale disagio, rispondendo alla seguente domanda: Volete partecipare ad una "eventuale"azione giudiziaria collettiva una volta raggiunto un numero ultra sufficiente ai fini della ripartizione della spesa??? Basterebbe un Sì o un No. Una volta raggiunto tale numero potremo affidare l'incarico ad un legale, che potrebbe essere scelto fra quelli presenti sul forum...Primo e non Primo lo studio De Valeri che qui saluto con deferenza. Resto in attesa delle vostre risposte che articolerete come vi viene, compreso i "NO". Ringrazio per l'attenzione e porgo i migliori saluti specie a chi vorrà degnarmi di leggere e rispondere. Devotamente da Quiproquo. [/QUOTE]
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