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Vendere fabbricato donato, con minori spese notarili possibili...
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<blockquote data-quote="Antonio961" data-source="post: 261802"><p>Grazie delle risposte, la soluzione non e' ancora chiara. Espongo di seguito il quesito, esistono tre modi per vendere un fabbricato donato:</p><p>1)la più semplice é quella di annullare l'atto di donazione, facendo così tornare la proprietà al soggetto principale, il quale procederà poi in un regolare atto di compravendita nei confronti del nuovo acquirente. Naturalmente, questo é possibile unicamente nei casi in cui donante è ancora vivente. Chiaramente poi va trovato il modo per restituire i soldi ( e quindi non più l'immobile) al figlio che aveva ricevuto l'immobile originariamente in donazione. Con tale metodo non vi sono effettivamente più rischi per l'acquirente finale. Ricordiamo però che, dal 2007, a seguito della legge Bersani, non sono più possibili le famose "finte vendite": quindi il passaggio di proprietà tra soggetti deve avere sempre una reale pagamento del prezzo dell'immobile, completamente tracciato. </p><p>2)Un ulteriore metodo é quello - anche se non a garanzia totale - di far sottoscrivere l'atto di vendita di un immobile proveniente da donazione anche a tutti gli altri figli del donante, i quali rinunciano espressamente ad ogni qualsivoglia pretesa e revisione delle donazioni avute dal donante stesso. In sostanza, gli altri figli garantiscono di non avanzare pretese future in merito all'immobile che è stato donato ad uno dei fratelli e poi compravenduto.</p><p>3)Infine, una terza possibilità è quella del rilascio di una fideiussione bancaria a garanzia: in sintesi, si tratta della garanzia, offerta dal donante o dai suoi eredi, in sede di atto notarile di mutuo sull'immobile donato, finalizzata ad assicurare la banca che, ad esempio, in caso di vittorioso esercizio dell'azione di riduzione da parte degli eredi del donante, costoro si fanno carico del pagamento del creditore ipotecario neutralizzando il danno provocato dal fatto che il bene donato viene evitto, e cioè restituito ai legittimari del donante per soddisfare le loro ragioni ereditarie. Quest soluzione, purtroppo, é però alquanto costosa e duratura nel tempo, quindi raramente utilizzata.</p><p>CHIEDO AGLI ESPERTI DEL FORUM - QUALE SIA LA SOLUZIONE DELLE TRE PIU' CONVENIENTE ED ECONOMICA - GRAZIE</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Antonio961, post: 261802"] Grazie delle risposte, la soluzione non e' ancora chiara. Espongo di seguito il quesito, esistono tre modi per vendere un fabbricato donato: 1)la più semplice é quella di annullare l'atto di donazione, facendo così tornare la proprietà al soggetto principale, il quale procederà poi in un regolare atto di compravendita nei confronti del nuovo acquirente. Naturalmente, questo é possibile unicamente nei casi in cui donante è ancora vivente. Chiaramente poi va trovato il modo per restituire i soldi ( e quindi non più l'immobile) al figlio che aveva ricevuto l'immobile originariamente in donazione. Con tale metodo non vi sono effettivamente più rischi per l'acquirente finale. Ricordiamo però che, dal 2007, a seguito della legge Bersani, non sono più possibili le famose "finte vendite": quindi il passaggio di proprietà tra soggetti deve avere sempre una reale pagamento del prezzo dell'immobile, completamente tracciato. 2)Un ulteriore metodo é quello - anche se non a garanzia totale - di far sottoscrivere l'atto di vendita di un immobile proveniente da donazione anche a tutti gli altri figli del donante, i quali rinunciano espressamente ad ogni qualsivoglia pretesa e revisione delle donazioni avute dal donante stesso. In sostanza, gli altri figli garantiscono di non avanzare pretese future in merito all'immobile che è stato donato ad uno dei fratelli e poi compravenduto. 3)Infine, una terza possibilità è quella del rilascio di una fideiussione bancaria a garanzia: in sintesi, si tratta della garanzia, offerta dal donante o dai suoi eredi, in sede di atto notarile di mutuo sull'immobile donato, finalizzata ad assicurare la banca che, ad esempio, in caso di vittorioso esercizio dell'azione di riduzione da parte degli eredi del donante, costoro si fanno carico del pagamento del creditore ipotecario neutralizzando il danno provocato dal fatto che il bene donato viene evitto, e cioè restituito ai legittimari del donante per soddisfare le loro ragioni ereditarie. Quest soluzione, purtroppo, é però alquanto costosa e duratura nel tempo, quindi raramente utilizzata. CHIEDO AGLI ESPERTI DEL FORUM - QUALE SIA LA SOLUZIONE DELLE TRE PIU' CONVENIENTE ED ECONOMICA - GRAZIE [/QUOTE]
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