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<blockquote data-quote="Luigi Criscuolo" data-source="post: 246411" data-attributes="member: 15764"><p>scusa tu non sei mai stata a scuola come allieva? Che professori hai avuto? Che scuola hai frequentato? Penso che quello che proponi valga solo per i professori di lettere, di storia e filosofia, di religione. La vedo difficile per un insegnante di matematica, di ragioneria, topografia, diritto ecc.... ecc... .</p><p>TRa le mie molteplici attività lavorative ho fatto, nel 1973 e per qualche anno, il supplente a tempo indeterminato di matematica ed osservazioni scientifiche in una scuola media di neoformazione, insediata in un contesto periferico di Cinisello Balsamo (MI). Eravamo ancora nel periodo della contestazione studentesca e gli insegnanti erano suddivisi tra conservatori e progressisti, con grande gaudio degli studenti. I progressisti erano caratterizzati dal fatto che, basandosi sul diritto dell'insegnante di impostare le lezioni come meglio credevono opportuno, facevano lezioni alternative: parlavano di politica, di manifestazioni, di diritti. Per questo motivo non mettevano voti insufficienti che avrebbero comportato per gli alunni o la bocciatura o l'esame di riparazione a settembre. Erano contrari alla selezione, sostenevano che il diritto allo studio automaticamente escludeva la bocciatura e comportava il frequentare ogni anno una classe diversa, stando sempre assieme agli stessi compagni, perché l'importante era "socializzare". Una volta è successo che il professore di lettere di una classe, 2H, diede l'ennesimo tema sullo sfruttamento della classe operaia: alla fine delle 2 ore tutti gli alunni consegnarono il foglio in bianco. Il fatto è che il professore, intento a fare i cavoli suoi, non si era neanche accorto che nelle due ore gli studenti non stessero lavorando, per cui quando suonò la campanella della fine dell'ora di lezione, e tutti consegnarono il foglio in bianco, non ebbe neanche il tempo di reagire adeguatamente dovendo lasciare la cattedra all'insegnate successivo. Si sentì dire dalla capo classe (una ragazza inteligentissima, eletta leader dai compagni) che erano stufi di fare temi su questi argomenti che erano di portata troppo elevata per le loro cpacità. Diversi alunni dissero a casa dell'eccaduto ed ovviamente, il giorno dopo, alcuni genitori si precipitaro a scuola per parlare con la Preside e fare le loro rimostranze. Fu indetto il Consiglio di Istituto dove per la divisione tra "veramente democratici" e "fascisti" non fu presa alcuna decisione: anche se il fatto fu segnalato in Provveditorato non mi risulta che il professore ebbe alcuna censura.</p><p>Termino questo episodio portando a vostra conoscenza che, circa un anno dopo, la fotografia di questo insegnante fu pubblicata dai giornali tra gli arrestati in quanto ritenuti fiancheggiatori delle Brigate Rosse.</p><p></p><p>Allora mia cara@nennanè non sottovalutare gli adolescenti è vero che sono ancora delle spugne che assorbono tutto, ma nonostante la loro giovane età sanno giudicare quello che gli adulti vogliono trasmettere, sanno capire quali sono i punti deboli degli insegnanti per farsi dare la sufficienza facendo la minore fatica possibile.</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="Luigi Criscuolo, post: 246411, member: 15764"] scusa tu non sei mai stata a scuola come allieva? Che professori hai avuto? Che scuola hai frequentato? Penso che quello che proponi valga solo per i professori di lettere, di storia e filosofia, di religione. La vedo difficile per un insegnante di matematica, di ragioneria, topografia, diritto ecc.... ecc... . TRa le mie molteplici attività lavorative ho fatto, nel 1973 e per qualche anno, il supplente a tempo indeterminato di matematica ed osservazioni scientifiche in una scuola media di neoformazione, insediata in un contesto periferico di Cinisello Balsamo (MI). Eravamo ancora nel periodo della contestazione studentesca e gli insegnanti erano suddivisi tra conservatori e progressisti, con grande gaudio degli studenti. I progressisti erano caratterizzati dal fatto che, basandosi sul diritto dell'insegnante di impostare le lezioni come meglio credevono opportuno, facevano lezioni alternative: parlavano di politica, di manifestazioni, di diritti. Per questo motivo non mettevano voti insufficienti che avrebbero comportato per gli alunni o la bocciatura o l'esame di riparazione a settembre. Erano contrari alla selezione, sostenevano che il diritto allo studio automaticamente escludeva la bocciatura e comportava il frequentare ogni anno una classe diversa, stando sempre assieme agli stessi compagni, perché l'importante era "socializzare". Una volta è successo che il professore di lettere di una classe, 2H, diede l'ennesimo tema sullo sfruttamento della classe operaia: alla fine delle 2 ore tutti gli alunni consegnarono il foglio in bianco. Il fatto è che il professore, intento a fare i cavoli suoi, non si era neanche accorto che nelle due ore gli studenti non stessero lavorando, per cui quando suonò la campanella della fine dell'ora di lezione, e tutti consegnarono il foglio in bianco, non ebbe neanche il tempo di reagire adeguatamente dovendo lasciare la cattedra all'insegnate successivo. Si sentì dire dalla capo classe (una ragazza inteligentissima, eletta leader dai compagni) che erano stufi di fare temi su questi argomenti che erano di portata troppo elevata per le loro cpacità. Diversi alunni dissero a casa dell'eccaduto ed ovviamente, il giorno dopo, alcuni genitori si precipitaro a scuola per parlare con la Preside e fare le loro rimostranze. Fu indetto il Consiglio di Istituto dove per la divisione tra "veramente democratici" e "fascisti" non fu presa alcuna decisione: anche se il fatto fu segnalato in Provveditorato non mi risulta che il professore ebbe alcuna censura. Termino questo episodio portando a vostra conoscenza che, circa un anno dopo, la fotografia di questo insegnante fu pubblicata dai giornali tra gli arrestati in quanto ritenuti fiancheggiatori delle Brigate Rosse. Allora mia cara@nennanè non sottovalutare gli adolescenti è vero che sono ancora delle spugne che assorbono tutto, ma nonostante la loro giovane età sanno giudicare quello che gli adulti vogliono trasmettere, sanno capire quali sono i punti deboli degli insegnanti per farsi dare la sufficienza facendo la minore fatica possibile. [/QUOTE]
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