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User_29045

Ospite

Pensionati, disoccupati e cassintegrati costretti dall'Inps a rifare la dichiarazione dei redditi. L'istituto, infatti, sta inviando una nuova «Certificazione Unica 2020» che, precisa la lettera che l'accompagna, «annulla e sostituisce quella precedente» (…), perché «le somme certificate non corrispondono a quelle effettivamente erogate o trattenute nel 2019». Il cittadino che riceve la nuova CU/2020 non può fare altro che ripresentare la dichiarazione dei redditi, peraltro con il «ravvedimento» poiché i termini sono scaduti, per evitare il rischio di trovarsi tra qualche anno in accertamento fiscale. Anche di questo avverte la lettera di accompagnamento: «Ci scusiamo per l'eventuale» (eventuale?) «disagio arrecato, ma ciò le permetterà di presentare la dichiarazione dei redditi sulla base di una Certificazione Unica corretta». Altri rimedi non ci sono. E non sono esentati quanti, affidandosi alle rassicuranti avance del Fisco, si sono avvalsi della dichiarazione dei redditi precompilata: pure questa è sbagliata. Lo spiega ancora la lettera d'accompagnamento: «qualora intenda avvalersi della dichiarazione precompilata fornita dall'Agenzia delle Entrate, dovrà, ove necessario, modificarne il contenuto sulla base della Certificazione Unica rettificata».

Pochi o tanti? Non è noto a quanti è stata spedita la lettera dell'Inps o lo sarà nei prossimi giorni. Certo è che l'allerta suscitata nei primi destinatari ha procurato altrettanto allarme nei professionisti, nei consulenti, patronati e Caf, i primi a dover fronteggiare le perplessità dei cittadini e a trovare il rimedio per metterli al riparo dalle contestazioni del Fisco e da altre conseguenza (si pensi, ad esempio, all'Isee aggiornato). Il bacino di potenziali destinatari è di circa 19 milioni di italiani, tra pensionati (15,5 mln) e percettori di altri prestazioni, quali cassa integrazione o indennità di disoccupazione (3,5 mln). L'Inps è altamente specializzato, specie sulla telematica, e questo fa temere che si sia trattato di errore di programma (cioè non compiuto direttamente da mani d'uomo), con la preoccupante ipotesi che possa essere alto il numero di cittadini coinvolti.

Che tipo di errore? Anche il tipo di errore non è noto, né precisato nella lettera di accompagnamento e può essere capito solo dal confronto tra le due CU/2020 (nuova e vecchia). L'Inps si limita a informare che la «rettifica si è resa necessaria per integrare, sostituire o correggere i dati della precedente Certificazione Unica, nella quale le somme certificate non corrispondevano a quelle effettivamente erogate o trattenute dall'Inps nel 2019». Pertanto, può trattarsi di variazioni che riguardano o il reddito o le ritenute: in ogni caso, il cittadino deve rivedere ed eventualmente rifare la dichiarazione dei redditi per scongiurare conseguenze peggiori (accertamenti fiscali).

Costa rimediare. I termini ordinari per presentare la dichiarazione dei redditi sono scaduti (fino a ieri [l'articolo è datato 11 Dicembre 2020, n.d.r.] si poteva presentare il modello Redditi); pertanto, resta la possibilità della «dichiarazione tardiva» o di quella «omessa», a seconda che la presentazione avvenga, rispettivamente, entro o oltre 90 giorni dalla scadenza ordinaria (entro oppure oltre il 10 marzo 2021). Nel primo caso, si tratta del ravvedimento operoso, che prevede il pagamento della sanzione ridotta pari a 25 euro (in assenza di debito d'imposta). Se oltre alla tardività c'è anche un carente o tardivo versamento delle tasse, va versata anche la sanzione per omesso versamento. Insomma ha sbagliato l'Inps, ma a pagarla saranno i cittadini.

Ho evidenziato la parte in viola perché è davvero comica. Chi li fa, i programmi? Chi li testa prima di metterli in esercizio?
La parte in rosso invece è da scandalo, da rivolta popolare. Neanche della precompilata ci si può più fidare.
 
Ultima modifica di un moderatore:

davideboschi

Membro Attivo
Proprietario Casa
errore di programma (cioè non compiuto direttamente da mani d'uomo)
Tutti gli errori sono umani (Le leggi di Murphy, non ricordo quale)
Neanche della precompilata ci si può più fidare.
Immagino che la precompilata si basi sui dati trasmessi dall'INPS, che sono gli stessi che compaiono sulla CU. Se questa è sbagliata, anche la precompilata è sbagliata, ma non per colpa di chi l'ha precompilata, ma di chi ha fornito i dati sbagliati.

Comunque non capisco: gli erogatori di emolumenti non dovrebbero fornire la certificazione entro un certo tempo? E se quella fornita in tempo è errata, e quella giusta è fornita dopo il termine, possibile che non esistano sanzioni?
 
U

User_29045

Ospite
L'unica cosa che è ben chiara, è che gli utenti dovranno andare al CAF e pagare 25 Euro più il resto, per colpa dell'INPS.
 
U

User_29045

Ospite
Mia madre ha già detto che non andrà al CAF, perché si rischia di fare errore su errore.

Ha sbagliato l'INPS che è la causa di tutto.

Andando al CAF, siccome NOTORIAMENTE (confermato anche da me che ogni anno trovo gente diversa al CAF, e ogni anno puntualmente sono io che spiego a loro tante cose) il CAF è popolato al 95% da gente NON SUFFICIENTEMENTE PREPARATA A GESTIRE TUTTE LE CASISTICHE, si rischia di pagare il CAF per la pratica aggiuntiva, e poi pagare comunque la sanzione per dichiarazione errata.

A questo punto mia madre ha scelto di non andare da nessuna parte, visto che siamo in tempi di COVID, e attendere la sanzione direttamente tra 5 anni.

Certo che ci vuole una bella faccia tosta, per l'AGENZIA DELLE ENTRATE, a sanzionare i pensionati che hanno semplicemente CONFERMATO I DATI DELLA PRECOMPILATA A.D.E. che provengono DIRETTAMENTE dall'INPS, senza intermediari.
 

Nemesis

Membro Storico
Proprietario Casa
Mia madre ha già detto che non andrà al CAF
Prima di pensare a rimediare a un errore, sarebbe opportuno verificare se vi sia stato effettivamente un errore. Basta entrare nel sito INPS e verificare che la CU 2020 attualmente disponibile contenga gli stessi dati che sono stati inseriti nella dichiarazione dei redditi.
 

davideboschi

Membro Attivo
Proprietario Casa
Giusto sfogo, cui è difficile fare seguire azioni volte ad ottenere giustizia.

Ma puoi provarci.
Devi solo trovare uno o due milioni di persone per querelare l'INPS con una class action.

Auguri dal pirata.
 
U

User_29045

Ospite
Prima di pensare a rimediare a un errore, sarebbe opportuno verificare se vi sia stato effettivamente un errore. Basta entrare nel sito INPS e verificare che la CU 2020 attualmente disponibile contenga gli stessi dati che sono stati inseriti nella dichiarazione dei redditi.

Inutile farlo ora. Hanno scritto che arriverà un nuovo CU sull'area riservata INPS, quindi una volta a settimana bisogna accedere all'area riservata INPS e verificare MANUALMENTE se ci sono discrepanze coi numeri. Non è che ti dicono dove hanno sbagliato, no! Lo dobbiamo capire noi. Attualmente è chiaro che la precompilata contiene gli stessi dati INPS, cioè quelli sbagliati.

La cosa ancora più ridicola è che nell'area riservata INPS, ogni volta che si chiede il CU, lo rigenera con una data di emissione differente, come se fosse cambiato, anche se i dati numerici sono gli stessi. Le versioni sono N, tante quante volte io chiedo di visualizzare il CU. Roba da matti. Poi sta a me capire se la N+1 è diversa dalla N, a parte la data di download impressa nel PDF a pagina 1.
 
U

User_29045

Ospite
Devi solo trovare uno o due milioni di persone per querelare l'INPS con una class action.

Due milioni di persone.... o 5 anni di attesa per pagare 200 Euro di multa tutto incluso?
Meglio 5 anni di attesa! ;)
Perché si sa, aspettano 5 anni così le sanzioni e gli interessi sono massimi ;)
 

stemav

Membro Attivo
Non vale più che chi sbaglia paga? 😡
E se l'errore l'avessero commesso anche nella CU di una persona deceduta i cui eredi hanno fatto la dichiarazione in qualità di erede e non hanno modo di accedere all'area riservata del deceduto?
 

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