Gagarin

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Possiedo una seconda casa (R.C. base 805 euro; R.C. rival. 135.352) in un Comune diverso da quello di residenza. In essa, da gennaio prossimo, andrà ad abitare mio figlio, che si sposa e stabilirà colà la sua residenza. Ho cercato di capire come potrei fare per dare meno soldi alle nostre voraci Istituzioni e sono arrivato a questa alternativa:
1 - Cedo in comodato gratuito a mio figlio l'immobile (con contratto di comodato registrato): in questo modo, a parte i circa 216,00 euro una tantum per la registrazione, non pagherei l'incremento di 1/3 di IRPEF e avrei una riduzione del 50% dell'IMU (circa 700,00 euro/anno finchè dura…tenendo conto della voracità insaziabile cui accennavo). Peraltro non sono neanche sicuro di poterlo fare, in quanto la legge (e anche la Circolare N.1/DF/2016 dell'Agenzia delle Entrate) recita così:
per le unità immobiliari…(omissis).. concesse in comodato dal soggetto passivo ai parenti in linea retta entro il primo grado che le utilizzano come abitazione principale, a condizione che il contratto sia registrato e che il comodante possieda un solo immobile in Italia e risieda anagraficamente nonché dimori abitualmente nello stesso comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato; il beneficio si applica anche nel caso in cui il comodante oltre all’immobile concesso in comodato possieda nello stesso comune un altro immobile adibito a propria abitazione principale……
Quindi, dato che non solo i due immobili si trovano in Comuni diversi ma io risiedo anche in un Comune diverso, non credo che possa beneficiare della riduzione IMU e, pertanto, l'alternativa si ridurrebbe solo alla seconda possibilità.
2 - Cedo in locazione a mio figlio l'immobile ad un canone irrisorio (per esempio 300,00 euro/anno), con contratto a canone concordato (che vuole stabilire il canone massimo, non quello minimo) e cedolare secca. In questo modo pagherei di IRPEF il 10% sul canone (sempre finchè dura...) e l'IMU per intero (per fortuna la TASI non è stata ancora messa dal Comune). Inoltre, in base alla Finanziaria del 2005, per i contratti 3+2 a canone concordato (con regolare bollinatura di un'associazione proprietari o inquilini), dovrebbe essere anche inibito l'accertamento sulla "congruità" del canone (che, negli altri casi, non dovrebbe essere inferiore al 10% del reddito catastale rivalutato dell'immobile) [Art.1, c.341-343, L.30/12/2004 n.311: il comma 341 inserisce nel D.P.R.131/1986 un nuovo articolo (52-bis); il c.342 inserisce il nuovo art.41-ter nel D.P.R.600/73; il c.343 limita la portata dei due nuovi articoli escludendone l’applicazione alle locazioni di cui agli artt.2, c.3 (c.d. contratti convenzionati), e 4, c.2 e 3 (rinnovo e definizione “convenzione nazionale”)]; d'altra parte, "accertamento" (anche se ci dovesse essere) non significa automaticamente "maggiore tassazione", in quanto, dimostrata la regolarità del contratto, posso affittare alla cifra che voglio.
I miei dubbi, che, spero, vengano in tutto o in parte dissipati dalla discussione (di cui ringrazio anticipatamente i partecipanti), sono i seguenti:
a - La prima alternativa è praticabile o, come penso, non è praticabile?
b - Il ragionamento fatto riguardo alla seconda alternativa è esatto o c'è qualche "pecca"?
c - C'è qualche altra possibilità praticabile e/o più conveniente, a cui non ho pensato, ai fini del risparmio economico?
 
Cedo in comodato gratuito a mio figlio l'immobile (con contratto di comodato registrato): in questo modo, a parte i circa 216,00 euro una tantum per la registrazione
232,00 euro.
non pagherei l'incremento di 1/3 di IRPEF
L'IRPEF non è dovuta (finora l'avresti pagata?), dato che l’IMU sostituisce l’IRPEF e le relative addizionali dovute con riferimento ai redditi dei fabbricati non locati, compresi quelli concessi in comodato.
non credo che possa beneficiare della riduzione IMU
Infatti n0n avresti la riduzione della base imponibile IMU.
Cedo in locazione a mio figlio l'immobile ad un canone irrisorio (per esempio 300,00 euro/anno), con contratto a canone concordato (che vuole stabilire il canone massimo, non quello minimo) e cedolare secca. In questo modo pagherei di IRPEF il 10% sul canone
Con la cedolare secca si paga l'imposta sostitutiva (dell'IRPEF). Ma quale sarebbe il vantaggio di stipulare una locazione e dover pagare, oltre all'IMU, anche l'imposta sostitutiva?
C'è qualche altra possibilità praticabile e/o più conveniente, a cui non ho pensato, ai fini del risparmio economico?
Concedere, con atto notarile, un diritto reale minore al figlio (p. es: abitazione o uso), trasferendogli così la soggettività passiva sia dell'IRPEF sia dell'IMU/TASI.
 
L'IRPEF non è dovuta (finora l'avresti pagata?), dato che l’IMU sostituisce l’IRPEF e le relative addizionali dovute con riferimento ai redditi dei fabbricati non locati, compresi quelli concessi in comodato.
Quindi ho sprecato l'IRPEF in questi anni? E sul 730 con quali codici bisognava indicare questo immobile non locato in modo che si capisse che non doveva soggiacere a IRPEF?

Concedere, con atto notarile, un diritto reale minore al figlio (p. es: abitazione o uso), trasferendogli così la soggettività passiva sia dell'IRPEF sia dell'IMU/TASI.
Ma qui c'è la spesa (non credo indifferente: hai un'idea di quanto possa essere?) del notaio e, in un futuro (per esempio se il figlio andrà a lavorare in un'altra città), la stessa spesa per togliere il diritto reale.
Con la cedolare secca si paga l'imposta sostitutiva (dell'IRPEF). Ma quale sarebbe il vantaggio di stipulare una locazione e dover pagare, oltre all'IMU, anche l'imposta sostitutiva?
Se effettivamente l'IRPEF non si paga, mi converrebbe lasciare tutto come adesso, cioè come immobile libero non locato: pagherei solo l'IMU. Ci sarebbe il problema delle utenze (mio figlio non avrebbe "titolo abitativo"), ma potrei lasciarle intestate a me.
 
Quindi ho sprecato l'IRPEF in questi anni?
Probabilmente no. Se quell'immobile è finito tra i redditi imponibili o, correttamente, tra quelli non imponibili, lo puoi verificare controllando le dichiarazioni di questi ultimi anni.
Ci sarebbe il problema delle utenze (mio figlio non avrebbe "titolo abitativo")
Nessun problema. Avrebbe un titolo abitativo (comodato verbale).
 
Probabilmente no. Se quell'immobile è finito tra i redditi imponibili o, correttamente, tra quelli non imponibili, lo puoi verificare controllando le dichiarazioni di questi ultimi anni.
Probabilmente hai ragione, perchè, avendo messo il codice "2" nella colonna 2 (immobile non locato disposizione), ritengo che il sistema l'abbia escluso dall'IRPEF. Appena avrò tempo controllerò meglio.
Grazie delle risposte e anche del "comodato verbale", che non sapevo fosse valido ai fini delle utenze.
 

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