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JERRY48

Ospite
meri, ho pensato subito ai burattini.
I quali sono manovrati dall'alto.
Da chi?
Dalla casta della Magistratura.
Dalla casta della politica.
Dalla casta giornalistica.
Esiste forse, in Italia, la libertà di stampa, la libertà di pensiero?
Sono i poteri, che dominano tutto.

Sallusti: accolto da una standing ovation.
Sallusti: ma quale martire!
Sallusti: è vittima di una giustizia che utilizza due pesi e due misure.

Stiamo o no assistendo a una bella "sceneggiata"??

saluti
jerry48
 

Legionauro

Membro Ordinario
Proprietario Casa
:disappunto: ...E ora, a distanza di due mesi, la pensate ancora alla stessa maniera ? oppure vedere l'intervento alla sede del Giornale (che poteva essere qualunque giornale) vi ha fatto riflettere un po' di più ??? :rabbia:
 
J

JERRY48

Ospite
La Telenovela Sallusti!!!.

La "vicenda Sallusti" è diventata un vero tormentone, una telenovela senza fine che si vuol far passare come un attacco alla libertà di stampa, ma che in realtà così non è. Da mesi tiene banco su tutti i giornali, non solo quelli direttamente interessati, francamente non se ne può davvero più se si pensa ai problemi, di gran lunga più importanti e seri, che il nostro Paese deve affrontare e risolvere. Un tira e molla, carcere sì, carcere no, poi gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali, rifiutati dal diretto interessato, come un privilegio inaccettabile agli occhi di tutti gli altri condannati e via di seguito. Il Governo ha addirittura varato un decreto ad hoc, "salva direttori", per evitare il carcere al direttore de "Il Giornale" e addossando l’intera responsabilità degli articoli scritti ai giornalisti, punibili con il carcere in caso di articoli diffamanti, e tutelando i direttori con una semplice ammenda da 50mila euro. Un provvedimento che ha scatenato, giustamente, l’indignazione e la protesta dei giornalisti, su cui si vorrebbe far ricadere tutte le responsabilità di è pagato, i direttori di giornale appunto, per controllare quello che i cronisti e i giornalisti scrivono. In realtà l’intera vicenda Sallusti, peraltro ancora non del tutto conclusa con il tira e molla degli arresti domiciliari al posto del ‘soggiorno in cella’, rischia di diventare ridicola. Non si tratta di un attacco alla libertà di stampa, ma di una condanna per aver omesso, Sallusti, nella sua veste di direttore di giornale, i controlli su un articolo scritto e firmato, peraltro, con uno pseudonimo da un collaboratore. In realtà, infatti, non è pensabile che il direttore di un giornale non conosca l’identità del giornalista che scrive un articolo, anche se sotto pseudonimo, e, soprattutto, non verifichi se il contenuto dello scritto se possa rappresentare una diffamazione o meno verso un’altra persona. Quello che indigna, in tutta questa storia, è il voler evitare il carcere ad un direttore di giornale, con un decreto ad hoc per fortuna modificato, e addossare la colpa di quanto accaduto solo ai giornalisti. È come dire che se in un cantiere un operaio si infortuna, sia per cause accidentali o per sua negligenza, debba andare in carcere l’operaio e non il responsabile della sicurezza in quel cantiere che non ha vigilato adeguatamente. Una soluzione assurda, come è assurdo tutto il clamore mediatico sviluppato su questa vicenda, quasi a far diventare l’autore di un’omissione un martire di una Giustizia, troppo repressiva. Forse sarebbe il caso di far capire che il vero principio, cui probabilmente si sono ispirati i giudici che hanno emesso la sentenza di condanna per Sallusti, sia quello secondo cui "chi sbaglia paga" , se si fosse adottato questo principio anche in molti altri casi, ben più seri, in questo nostro Paese non avremmo avuto situazioni come l’Ilva o gli altri disastri ambientali e forse anche meno casi di corruzione. Quindi, per favore, smettiamola con la telenovela Sallusti…!
saluti
jerry48
 

beppebre

Membro Attivo
Oh saggi, vero tutto ciò che dite, ma io non ho parlato di libertà di stampa, ma di pensiero!!!
Sallusti viene miserrimamente condannato non per responsabilità diretta ma per responsabilità oggettiva, il che è ben diverso...

Il lavoro di Sallusti era (forse lo è ancora) quello di direttore responsabile e per questo era pagato. Non riesco a capire perché quando c'erano da prendere i soldi essere direttore responsabile andava bene quando è venuta l'ora di assumersi le responsabilità sembra siano iniziate le difficoltà a comprendere la portata del proprio ruolo: gli onori, che mi sembra non siano mancati, e gli oneri ad esso connessi.
La libertà di pensiero non ha nulla a che vedere con la diffamazione a mezzo stampa.
 

GianfrancoElly

Membro Attivo
Proprietario Casa
Per Legionario La sentenza su Sallusti non è solo sull'articolo diffamatorio ma sul suo diniego a fare una rettifica al suddetto articolo e a scusarsi con il diffamato. Inoltre è passato i 3 gradi di giudizio continuando nel suo atteggiamento. Quindi non c'entra nulla nè la libertà di pensiero nè quella di stampa
 

Legionauro

Membro Ordinario
Proprietario Casa
Non è proprio così, Gianfranco; ti rimando a quanto scritto da un testimone della vicenda, Vittorio Feltri, in un suo recente articolo che puoi tranquillamente reperire in edizione integrale sul sito del Giornale.

Quando al direttore comunicano che di lì a una settimana il processo sarebbe stato celebrato in Cassazione, egli cade dalle nuvole. A questo punto Alessandro aveva una carta da giocare per chiudere l'incidente senza danni: far sì che il magistrato torinese (il querelante) ritirasse la querela. Il quale magistrato era ben disposto. Ma, al momento di concludere la trattativa, Sallusti si tira indietro: non ci sto, affronto il giudizio.
*********, gli domando: a che scopo? E lui: dobbiamo costringere il Parlamento a modificare questa legge assurda, e dimostrare che coloro i quali la interpretano lo fanno non con senso di giustizia, ma, talvolta, con spirito acrimonioso e per colpire qualcuno che magari li ha criticati aspramente.

Ed in effetti, altre volte, per altri direttori, si era sempre e solo applicata l'ammenda di 5.000 eurini, con buona pace di tutti. Ma questa volta, come pur correttamente ricorda il sagace Jerry, c'era aria di elezioni e allora il tutto ha preso una piega diversa.
Vale poi ricordare che, a fronte di non apparire favorito rispetto ad altri, è proprio Sallusti che ha chiesto di andare in carcere, anzichè di essere messo ai domiciliari!
D'altronde è lo stesso PM Ingroia, più volte attaccato dalle colonne di Libero e del Giornale, che in un'intervista proprio a quest'ultimo, afferma (riferito a Sallusti):

..qui c'è in ballo una questione più grande». Una questione che attiene alla libertà di stampa e ai reati d'opinione, ma non solo. «Io dico che la detenzione non è una pena per nulla adeguata a questi reati che, in fondo, sono commessi con la penna... E percepisco con rammarico la distonia esistente tra l'eventuale offesa e la pena comminata».


Quindi è proprio perchè ha accettato caparbiamente i suoi Oneri che la vicenda è terminata senza Onori !
 

GianfrancoElly

Membro Attivo
Proprietario Casa
Legionauro, mi vuoi far credere, con la testimonianza di Feltri, che Sallusti è arrivato fino in Cassazione ... a sua insaputa? E' comunque un fatto che Sallusti non ha MAI pubblicato una rettifica all'articolo diffamatorio. Tutto il resto sono opinioni, come quelle di Ingroia. Difendendo caparbiamente il suo comportamento illecito Sallusti probabilmente si è guadagnato un posto in Parlamento grazie al tuo voto e di altri ... anticomunisti.
 
J

JERRY48

Ospite
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Il detto è tra i più famosi in Italia, ed in fin dei conti sappiamo anche il perché.
Capita infatti, spesso, che chi commette un reato, sia portato poco dopo a commettere lo stesso reato. Lo vediamo tutti i giorni, o quasi, ci abbiamo fatto l’abitudine. Che bel paese l’Italia! Talmente bello e libero, che un giornalista, condannato per diffamazione a 14 mesi di reclusione, può tranquillamente continuare a svolgere il suo lavoro, anche diffamando.
Nel suo editoriale di ieri, pubblicato su ilgiornale.it, critica apertamente Antonio Ingroia, candidato leader del “Quarto polo”, accusandolo di essere una persona triste ed arrogante , oltre ad essere il padrone di Travaglio e Santoro.
Ci siamo. Sarebbe partita prima o poi la macchina del fango anche contro il Movimento Arancione. E Sallusti il suo lavoro lo fa proprio bene. Tira in ballo tutti, dalla Boccassini a De Magistris, da Di Pietro a Prodi, finendo con il Csm che ovviamente, neanche a dirlo, è complice di Ingroia.
La vicenda continua senza Oneri e senza Onori.
saluti
jerry48
 

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