Antonella P.

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Proprietario Casa
Buonasera e grazie in anticipo per i consigli.
La cucina dell'appartamento dove abito viene nuovamente invasa improvvisamente da forti odori di fritto/cibo provenienti da un sottostante appartamento, dopo un'attenta ricerca ho scoperto che sembrano fuoriuscire dal mio scaldabagno che è collegato alla canna fumaria condominiale a tiraggio naturale.
Tutto questo avviene con le mie finestre nuove perfettamente chiuse, quindi sicuramente di ritorno e tramite la canna fumaria comune.
Già in passato era successa questa cosa ed a seguito di un controllo dei tecnici incaricati dall'amministratore era stata rilevata una situazione anomala: pare una ventola tipo vortice che spingeva i fumi della cappa nella canna condominiale che però è a tiraggio naturale.
Al condomino "disattento" (rimasto anonimo per rispetto della privacy) era stato imposto di rimuovere la ventola e tutto si era risolto.
Ora a distanza di tempo il problema si ripresenta perchè forse (ovviamente non ne posso essere certa) un altro condomino ha di nuovo modificato lo scarico della cappa o magari invertito i tubi della cappa e dello scaldabagno.
Ho segnalato la cosa all'amministratore ma visti i tempi lunghi di una eventuale (e non certa) altra verifica tecnica posso nel frattempo intraprendere altre azioni?
Grazie mille per i vostri suggerimenti.
 

vittorievic

Membro Senior
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francamente non credo che nella canna di esalazione dei fumi di cottura possano essere convogliati assieme alla canna di esalazione dei fumi degli scaldabagni/caldaie a gas e viceversa.
Cosa dice il Regolamento Edilizio di Igiene del Comune di Melegnano?
 

davideboschi

Membro Attivo
Proprietario Casa
Diciamo subito che è PERICOLOSISSIMO forzare aria dentro una canna fumaria comune a tiraggio naturale.
Infatti gli apparecchi a tiraggio naturale prendono aria dall'ambiente in cui sono installati (per questo motivo ci obbligano a mettere le griglie di ventilazione) e scaricano i fumi nel camino, i fumi escono dal camino perché più leggeri e questo assicura il tiraggio del camino stesso.

Forzando aria con una ventola nella canna fumaria, questa viene a trovarsi in leggera sovrappressione e quindi gli apparecchi ad essa collegati non riescono più a scaricare i fumi né, di conseguenza, riescono a prendere abbastanza aria.

Ora, una combustione con una giusta quantità di aria produce anidride carbonica (CO2), che è un gas tollerato dal nostro organismo: l'aria ambiente contiene poco meno dell'1% di anidride carbonica, l'aria delle nostre città anche di più, e noi la respiriamo senza problemi.
Una combustione in difetto di aria, invece, produce ossido di carbonio (CO) che è tossico, nel senso che ne basta una quantità minima per causare la morte: quanto, dipende dal tempo di esposizione, ma diciamo che con lo 0.1% di questo gas nell'aria si può morire in una notte.

La ventola installata dal vicino quindi non solo fa sì che gli apparecchi di combustione non prendano abbastanza aria e quindi producano fumi con un'alta quantità di CO, ma fa sì che questi fumi, invece di essere scaricati nel camino, ritornino indietro negli ambienti domestici dove sono installati gli apparecchi, col risultato di avvelenare coloro che vi risiedono.

Il vicino di @Antonella P. quindi non è solo un condomino indisciplinato, ma un potenziale assassino, come uno che in autostrada si mettesse a guidare un autotreno contromano.

La regola fondamentale è che nelle canne fumarie a tiraggio naturale DEVONO SCARICARE SOLO APPARECCHI A TIRAGGIO NATURALE. Il collegamento anche di un solo apparecchio con lo scarico forzato trasforma tutti gli altri apparecchi in bombe chimiche capaci di sterminare le famiglie. E ovviamente non c'entra il regolamento di igiene del Comune: non mi risulta infatti che ci siano comuni che permettono di avvelenare i vicini. Si tratta invece di una norma europea che regola l'installazione degli apparecchi di combustione, e anche se non ci fosse la norma, sarebbe la buona pratica costruttiva ad imporla.

A mio avviso, un bell'esposto all'ASL o ai Vigili del Fuoco andrebbe fatto subito. Per conoscenza, al vicino aspirante assassino, se sai chi è, o all'amministratore, se non lo sai.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Temo che il condominio risalga agli anni 60, dove non era insolito convogliare cappe e scarichi degli scaldabagni in una unica canna fumaria. Idea folle: col tempo le cappe e gli stessi boiler sono stati dotati di ventole con le conseguenze sopra descritte.
A mio modo di pensare, sarebbe nell’interesse dello stesso Amministratore procedere adun censimento- verifica. Fino ad arrivare alla inibizione della canna fumaria collettiva esistente.
 

davideboschi

Membro Attivo
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Temo che il condominio risalga agli anni 60, dove non era insolito convogliare cappe e scarichi degli scaldabagni in una unica canna fumaria. Idea folle: col tempo le cappe e gli stessi boiler sono stati dotati di ventole con le conseguenze sopra descritte.
Non capisco perché idea folle. Negli anni 60 tutti gli apparecchi erano a tiraggio naturale e le cappe cucina non esistevano o quasi. Chi ha progettato gli edifici allora, ha considerato questi standard.
Gli edifici non potevano essere progettati e allestiti prevedendo tecnologie che sarebbero arrivate anni dopo.
Fino ad arrivare alla inibizione della canna fumaria collettiva esistente.
Non capisco perché si debba impedire l'utilizzo di un bene comune, solo perché c'è uno che non ne fa un uso adeguato.
 

basty

Membro Storico
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Non capisco perché idea folle.
Cambiamo frase: oggi sarebbe una idea folle. Ti va bene così?
Non capisco perché si debba impedire l'utilizzo di un bene comune,
Questo bene comune è un sistema di impianto, che oggi deve essere considerato un tutt’uno con gli apparecchi ad esso collegati. Se non c’è uniformità di utilizzatori ( per intenderci caldaie tipo B che oggi non sono più in commercio o vietate ) la condizione non è a norma.
Occorre quindi accertarsi della situazione: se ci sono gli estremi di una situazione non ammessa dalle norme di sicurezza, l’amministratore come responsabile, deve prendere provvedimenti
 

davideboschi

Membro Attivo
Proprietario Casa
caldaie tipo B che oggi non sono più in commercio o vietate
Ti sbagli, le caldaie ti tipo B sono ancora in commercio e non sono vietate. Nei negozi di termoidraulica forse non le trovi tanto facilmente, perché gli idraulici preferiscono dirti che non sono più a norma, così invece di cambiarti la sola caldaia, che ti costa 500 euro, te ne fanno spendere 3000 per installarti la condensazione e rifarti tutto l'impianto.
Ma nei fai-da-te- ne trovi quante vuoi.

Una mia ex l'ha appena sostituita: aveva una tipo B e ha installato un'altra tipo B nuova, anche se ha faticato un po' a trovare un idraulico che non la volesse fregare.

Quelle che non trovi veramente più sono le tipo C, le cosiddette turbo. Quelle non sono più prodotte e sono sparite da tutti i negozi.

se ci sono gli estremi di una situazione non ammessa dalle norme di sicurezza, l’amministratore come responsabile, deve prendere provvedimenti
Sì, ma la messa in sicurezza non consiste nel chiudere il camino, ma nel perseguire chi ne fa cattivo uso.
 

basty

Membro Storico
Proprietario Casa
Sì, ma la messa in sicurezza non consiste nel chiudere il camino, ma nel perseguire chi ne fa cattivo uso.
Consiste nel prendere i provvedimenti necessari: e se i proprietari non sostituiscono o sistemano le proprie caldaie, o boiler, si interviene in modo più radicale, fin che non si adotta la soluzione corretta.

Per chiudere la disquisizione, era mia intenzione solo segnalare che spesso "Gli utenti" non sono consci dei pericoli che possono sussistere allacciandosi agli sfiati delle cappe , con dei boiler.
Un conto è un condotto per le esalazioni da cucina, altra una canna fumaria collettiva che non si sa se ramificata, ecc. ecc.
 

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