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Circa i bonus
Ci sono persone che ereditano immobili in condizioni di manutenzione precarie e preferiscono svenderli piuttosto che investire in ristrutturazioni
Questa sarebbe una scelta loro, e non mi pare giustificherebbe l’erogazione di bonus.
È invece vero che incentivare le ristrutturazioni, insieme ad una più equilibrata legislazione delle locazioni, eviterebbe di lasciare al degrado interi quartieri.
non ci devono pensare i privati, ci deve pensare lo stato.
In fondo lo condivido: le risorse dipendono da scelte politiche. E la politica da anni non interviene più direttamente sulla edilizia popolare. Credo l’ultimo intervento sia stato il piano INAcasa di Fanfani.
le risorse pubbliche sono limitate e in molti casi è necessario il contributo dei privati

anche secondo me sarebbe utile una collaborazione tra "pubblico" e "privato".
Un paio di giorni fa, in contemporanea a questo 3d era comparso sul Corriere un articolo riguardante una iniziativa forse interessante, meno talebana del progetto “vuoti a perdere”.
Riguardava progetti consortili pubblico-privato agevolati e sovvenzionati, per la riqualificazione di complessi edilizi in disuso
 
In pratica, lo Stato non sempre riesce a intervenire in modo capillare, le risorse pubbliche sono limitate e in molti casi è necessario il contributo dei privati per raggiungere più rapidamente determinati obiettivi. Incentivare i cittadini a mettere in locazione le seconde case, ad esempio tramite agevolazioni fiscali o formule di garanzia, potrebbe contribuire ad alleviare la carenza di alloggi, alleggerendo la pressione sul solo intervento pubblico.

La carenza di alloggi è un problema concreto, con ripercussioni significative sull'economia, sul benessere delle persone e sulla stabilità sociale.

Il 90%?

Gli alloggi a canone calmierato vengono assegnati sulla base di requisiti quali il reddito, la composizione del nucleo familiare e situazioni di vulnerabilità socio-economica, la cittadinanza di per sé non rappresenta un criterio discriminante per l'accesso agli alloggi, ciò che conta è la situazione economica e sociale del richiedente (alcuni dati ISTAT e dei Comuni mostrano che le famiglie straniere hanno una maggiore probabilità di vivere in condizioni di sovraffollamento e di reddito più basso rispetto alla media italiana).

In alcuni casi specifici, le famiglie italiane possono incontrare difficoltà nell'accesso a queste abitazioni, soprattutto in alcune aree urbane dove la domanda di case popolari supera l'offerta disponibile. Questo squilibrio tra domanda e offerta rappresenta un problema significativo (uno dei tanti già citati), che limita l'accesso alle persone bisognose, creando una pressione sui sistemi di assegnazione degli alloggi.
uno dei problemi, se non il più grande, è che la cittadinanza non sia una discriminanaante. Che senso ha dare case a prezzo calmierato a persone che vengono da altri paesi e che lasceranno appartamenti molto spesso devstati? Italiani che hanno pensioni da fame e che hanno pagato tasse tutta la vita, si trovano in difficoltà a farsi assegnare alloggi. Quasi tutti che mi chiedono appartamenti in affitto e vengono da paesi africani, dicono che la moglie lavora "a nero", quindi risultano monoreddito magari con 3 figli.
 
lasciare al degrado interi quartieri.
Il degrado, infatti, tende a generare ulteriori situazioni di abbandono e disordine.
Un paio di giorni fa, in contemporanea a questo 3d era comparso sul Corriere un articolo riguardante una iniziativa forse interessante, meno talebana del progetto “vuoti a perdere”.
Riguardava progetti consortili pubblico-privato agevolati e sovvenzionati, per la riqualificazione di complessi edilizi in disuso
Anche a Rimini, ad esempio, è stato avviato un intervento simile nell'area dell'ex Questura, con l'obiettivo di valorizzare uno spazio abbandonato attraverso un piano di recupero e riqualificazione. Iniziative di questo tipo mirano a ridare nuova vita a edifici dismessi, contribuendo (o almeno si auspica) a migliorare la qualità urbana e a rendere gli spazi più fruibili.
Italiani che hanno pensioni da fame e che hanno pagato tasse tutta la vita, si trovano in difficoltà a farsi assegnare alloggi. Quasi tutti che mi chiedono appartamenti in affitto e vengono da paesi africani, dicono che la moglie lavora "a nero", quindi risultano monoreddito magari con 3 figli.
Capisco le tue preoccupazioni, ma è fondamentale ricordare che i furbi e i disonesti esistono in ogni gruppo sociale, indipendentemente dalla provenienza. Le difficoltà legate alla gestione degli alloggi e degli spazi urbani sono problemi che riguardano tutti noi, e dividerci su questi temi rischia solo di creare divisioni e tensioni, senza portare a soluzioni concrete.

Ritengo che un sistema di assegnazione degli alloggi più equo sia certamente una strada utile, ma è altrettanto importante il supporto di politiche adeguate.
Quando queste politiche mancano, trovo legittimo che anche i privati si attivino, nei limiti delle loro possibilità, per contribuire ad alleviare il problema e proporre soluzioni concrete (chiaramente, è giusto discutere su cosa possa essere migliorato in queste proposte).
 
dare case a prezzo calmierato a persone che vengono da altri paesi
A Torino possono fare domanda per una casa popolare i cittadini extraUE, alle seguenti condizioni:
Il cittadino di uno Stato non aderente all'Unione europea è ammesso se regolarmente soggiornante in Italia in base alle vigenti normative in materia di immigrazione e svolge una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo, ai sensi dell' articolo 40, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), o è titolare di protezione internazionale di cui all' articolo 2 del decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251.

Fonte:

Mi risulta che gli extraUE che lavorano regolarmente entrano in graduatoria come gli italiani. In base al reddito, composizione nucleo familiare, ecc.
Non so come funzioni per quelli appena arrivati in Italia che ottengono la protezione internazionale.

mi chiedono appartamenti in affitto e vengono da paesi africani, dicono che la moglie lavora "a nero",
I locatori privati fanno bene a scegliere i conduttori che presentano i requisiti migliori: lavoro e redditi certificati, eventuali garanti, usi e costumi affini a quelli italiani.
Io evito certe etnie (anche se i soggetti hanno redditi regolari) proprio per ridurre il rischio di sovraffollamento, condizioni igieniche precarie, scarsa educazione e mancanza di rispetto delle norme di buon vicinato.

appartamenti molto spesso devstati
Se un privato fosse obbligato ad affittare il suo appartamento ad inquilini "non graditi" il Comune dovrebbe fornire garanzie e assicurazioni contro eventuali morosità e danni all'immobile.
Questo è un argomento che deve essere chiarito.
 
Più che a una sorta di "esproprio proletario" di immobili "ingiustificatamente sfitti" (E chi lo decide se sono "ingiustificatamente sfitti" ? Quali sono i criteri oggettivi ?), bisognerebbe incentivare i privati a ristrutturare e rendere disponibili sul mercato gli immobili degradati agendo su più fronti.
Innanzitutto concedendo ai proprietari agevolazioni fiscali, mutui agevolati e contributi a fondo perduto sulla ristrutturazione immobiliare, legati alla successiva immissione sul mercato delle locazioni degli immobili stessi per periodi adeguatamente lunghi.
Rendendo la burocrazia per tali interventi meno complessa e meno costosa.
Fornendo adeguati strumenti di garanzia ai proprietari che immettono tali immobili sul mercato delle locazioni contro i rischi di insolvenza, di occupazione abusiva e di danneggiamento degli immobili stessi.
Solo così si incentiverebbero non solo i grandi proprietari, ma anche chi magari possiede solo un paio di immobili vetusti ereditati, a renderli adeguati alla locazione e disponibili sul mercato.
 
Mi piacerebbe vedere chi sono i 30.000 firmatari e quanti di loro hanno i requisiti reddituali e di affidabilità per pretendere di affittare un alloggio. Secondo me il Comune di Torino, invece di requisire gli alloggi vuoti, potrebbe farsi carico di garantire finanziariamente per i conduttori l'eventuale locazione. Forse, in tale modo, la disponibilità dei locatori sarebbe maggiore.
 
È di qualche giorno fa la notizia.

Link: AGI - Le nuove tasse per gli stranieri che comprano casa in Spagna
BBC - Spain introduces tax on the value of property for foreign buyers

La Spagna ha recentemente proposto una tassa del 100% sul valore degli immobili acquistati da persone non residenti nell'Unione Europea (l'obiettivo di questa proposta è contrastare la speculazione edilizia e garantire maggiori opportunità abitative per i residenti locali). Non è ancora legge, ma se approvata, potrebbe avere un impatto significativo sul mercato immobiliare, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti esteri.

Praticamente, il numero totale di vendite a stranieri, compresi i cittadini dell'UE, rappresenta circa il 15% del mercato immobiliare spagnolo - ovvero 87.000 su 583.000 vendite nel 2023, secondo il registro immobiliare spagnolo.

Insomma, numeri significativi. Questa tassa potrebbe influenzare non solo il mercato spagnolo, ma chiaramente anche le dinamiche immobiliari a livello europeo. Sarà interessante vedere se verrà effettivamente
portata a compimento.
 
Ultima modifica:
La Spagna ha recentemente proposto una tassa del 100% sul valore degli immobili acquistati da persone non residenti nell'Unione Europea
Ho letto la notizia ma l'ho capita diversamente.

Si vuole abolire l'agevolazione che attualmente permette ai cittadini extraUE, soprattutto inglesi dopo la Brexit, di pagare una tassa molto di ridotta (il 10% del valore dell'immobile acquistato al prezzo di 500.000 euro ed oltre).

 
Ho letto la notizia ma l'ho capita diversamente.

Si vuole abolire l'agevolazione che attualmente permette ai cittadini extraUE, soprattutto inglesi dopo la Brexit, di pagare una tassa molto di ridotta (il 10% del valore dell'immobile acquistato al prezzo di 500.000 euro ed oltre).
Credo che arrivi parallelamente come proposta.

Leggo a fine articolo: Nel frattempo, ad aprile verrà abolito il programma del "visto d'oro (golden visa)", che garantiva la residenza spagnola accelerata in cambio dell'acquisto di immobili del valore di 500.000 € (428.000 £) o più.

Certamente sono entrambe orientate a limitare l'influenza degli investitori non europei nel mercato immobiliare spagnolo e fanno parte di una politica più ampia di regolazione del mercato delle case.
 

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