Adriano Giacomelli

Membro dello Staff
Proprietario Casa
Spending Review o Tagli nella Terza Repubblica.


Il contenimento dei costi dello Stato è il tema cardine della Terza Repubblica, dopo che i migliori ministri dell’economia e con loro i primi Ministri, hanno fallito da Tremonti, Giarda… a Cottarelli/Renzi. Abbiamo capito che di tagli potremmo farne un’indigestione ma veti e gelosie riescono, con ricatti insormontabili, a sterilizzare ogni azione.

Per questo si sente la necessità di “sparigliare le carte” e di introdurre nuove regole e nuove visioni. Se è vero che siamo un Paese che appartiene alla Comunità Europea, è ora che vengano diffuse percentuali standardizzate di spesa Pubblica.

Mi spiego, uno studio o fotografia dei 10 Paesi Comunitari più “virtuosi” ci indicherà subito quale percentuale di spesa sul PIL, in percentuale quindi, deve essere destinata alla istruzione, alla difesa, alla sanità, ecc.ecc..

Il PIL lo rappresentiamo come una grande TORTA, e le fette da destinare ai singoli Ministeri sono della grandezza media che i Paesi “virtuosi” hanno per quel capitolo di spesa.

La grande sfida sarà all’interno dei singoli Ministeri, dove ricevendo la quota di risorse, si dovrà ricercare l’efficienza per far bastare i “denari” migliorando, di anno in anno, il servizio. Il consenso del Ministro di riferimento, dipenderà in gran parte dal suo voler ottimizzare le risorse e farle arrivare ai cittadini. Traspare evidente che si ricercheranno Ministri competenti e conoscitori della materia.

Ma la grande opportunità, sarà per la prima volta, il controllo della spesa globale del paese, la Torta è grande come il nostro PIL e una volta tagliate le “fette” non ci sarà più da mangiare.

Mai come in questo momento si avverte la necessità che non si mangi più del lecito!.

Rimane evidente che a PIL in crescita corrisponderanno finanziamenti in crescita, e viceversa in recessione si destineranno risorse contratte, legando tutti i Ministeri ad un senso di compartecipazione al risultato nazionale.

La grande sfida, avrà un altro comparto sensibile, la spesa degli Enti Locali, una delle voci maggiormente fuori controllo soprattutto per l ‘incapacità di molti amministratori locali.

Siamo nel campo dei costi standard.Bisognerà introdurre un tetto di spesa pro capite ai quali amministrazioni locali dovranno attenersi, proprio per garantire che la tassazione locale ai cittadini non venga sforata a piacimento.

D’altra parte è stato detto da più parti che l’economia è il tema sul quale dobbiamo confrontarci e queste sono regole di Bilancio alle quali dobbiamo attenerci per restare nell’Occidente.


Adriano Giacomelli
 

arciera

Membro Senior
Proprietario Casa
Per restare nell'occidente...ci avesse ragione Gattinara che dice che invece sara' l'oriente a fagocitarci?
 
J

JERRY48

Ospite
Gerontocrazia: trasparenza e spending review anche per i giudici costituzionali?
di Sandro Catani | 3 agosto 2014
Commenti (2)


Più informazioni su: Compensi, Corte Costituzionale, Spending Review.


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Giuseppe Tesauro, classe 1942, il 30 luglio è stato eletto presidente della Corte Costituzionale; rimarrà in carica sino a novembre e presiederà una sola seduta pubblica. Era necessario, ancora una volta, un incarico così breve mentre la Costituzione prevede una durata di tre anni? C’è il sospetto che in tal modo si consenta agli eletti di cogliere benefici pensionistici e di altra natura economica ma la cosa viene respinta con sarcasmo dall’interessato che argomenta la brevità con bonomia partenopea.Per effetto dell’elezione si calcola che il compenso del neo-presidente salirà a 550mila euro annui.

Purtroppo i dati di cui disponiamo sul trattamento onnicomprensivo dei giudici costituzionali sono generici o elargiti via e-mail a singole domande di studiosi.La quantità e il valore dei benefit nel tempo (alloggio, auto con autista, rimborsi spese e servizi personali, contributi previdenziali) non sono noti con certezza.

Nell’opacità delle informazioni il prof. Paolo Becchi ipotizza che il 30% del compenso sia esentasse!Incrementato del 50% rispetto al più alto grado della Cassazione, oggi il trattamento economico dei giudici costituzionali non appare congruo con le condizioni del paese. Perché non applicare la spending review anche a loro?

I tempi sono cambiati e il tetto dei dirigenti pubblici è fissato a 240mila euro pari all’emolumento del Presidente della Repubblica, la prima carica dello Stato! Tuttavia il problema centrale è la trasparenza, un vento che sta spirando in tutti gli ambienti e che espone le persone che occupano ruoli pubblici alla curiosità e al diritto di sapere dei portatori di interesse, a maggior ragione nel caso di servitori dello Stato. Se al simpatico Fabio Fazio è stato chiesto dall’onorevole Renato Brunetta il compenso che riceveva dalla Rai, perfino i riservati banchieri hanno dovuto accettare che i loro compensi fossero pubblici.

In termini pratici: il sito della Corte Costituzionale (e degli altri organi dello stato) dovrebbe avere una sezione dedicata ai compensi e fornire informazioni dettagliate sul trattamento economico individuale dei propri membri. La trasparenza accrescerebbe il prestigio presso i cittadini dell’Alta Corte che fronteggia il palazzo del Quirinale.Un tempo si diceva: la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto.



@Adriano Giacomelli
questa è la grande Torta che stanno tagliando e si stanno spartendo.
a noi le bricioline? neppure per idea, in autunno ne vedremo delle belle col paventato accesso/esborso/ladrocinio dei/ai nostri risparmi!
 

quiproquo

Membro Senior
Proprietario Casa
Un piccolo-medio imprenditore (per i grandi ci sono i sindacati) chiama a raccolta i suoi 10....20....30....50 operai e dice loro: Gli ordinativi sono in continua diminuizione come ben sapete tutti...
per cui sono costretto a licenziare il 20% di voi...oppure a ridurre proporzionalmente la paga-stipendio...lascio a voi la decisione...
tenendo presente che da qui a un prossimo futuro (...un anno...)
non potrò escludere la chiusura o il fallimento dell'azienda...In caso di ripresa del mercato sarò lieto di ripristinare gli emolumenti...
Se questo può accadere nel privato deve poter accadere anche nel pubblico a cominciare da questi papaveroni con emolumenti troppo troppo alti che, se avessero il senso dello stato e della solidarietà dovrebbero essi stessi se non perorare almeno non
opporsi alle riduzioni che un governo non colluso con le amministrazionoi pubbliche di qualsiasi genere e livello decidesse di perseguire e attuare nel brevissimo tempo.
In sintesi. Nessun taglio dei servizi pubblici ma riduzione dei costi a cominciare dagli emolumenti e finire agli accorpamenti necessari di tutte le strutture. Chiaramente non è semplice...ma si deve iniziare subito...altrimenti è solo un quaquaraquà continuo e assordante... Buono solo per "nutrire" i programmi televisivi e tante, tante anche troppe pagine di giornali e periodici. Salve a tutti
QPQ.
 

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